giovedì 31 dicembre 2015

Dopo lo show di Renzi l'avanspettacolo di Galletti


Il 2015 si conclude degnamente con alla ribalta tutta l'inadeguatezza di un governo formato da apprendisti stregoni. L'ultima rappresentazione dell'anno è stata la riunione con gli amministratori locali tenuta dal ministro Galletti per studiare misure di contrasto all'inquinamento che in questi giorni attanaglia le città italiane. Una situazione d'emergenza resa critica da una politica ambientale inesistente da parte di questo governo ma anche da parte dei governi precedenti. Chissà cosa partoriranno tante menti tutte insieme era la domanda che circolava all'inizio della riunione, ma alla fine le domande sono rimaste senza risposte e tutto è finiti a tarallucci e vino. Intanto la riunione è stata davvero tempestiva: convocata per il 30 dicembre dopo quasi tre settimana di criticità ambientale e tre giorni prima dell'arrivo del tanto sospirato maltempo invernale che risolverà per il momento il problema. Poi si inizia all'insegna dell'approssimazione. Si parla di polevri sottili ma nessuno sa, e tantomeno il ministro, da dove provengono queste polveri. Saranno i mezzi di trasporto ? Gli impianti di riscaldamento ? I combustubili fossili ? Le centrali elettriche ? e via dicendo. Nessuno si è posto il problema di un'analisi delle polvere stesse per capirne esattamente la provenienza. Ed allora si colpisce alla ceca alla dove coglio coglio. Temperatura dei riscaldamenti nelle abitazioni ed uffici pubblici portati da 20 a 18 gradi. Bene con il fresco ci conserveremo meglio ma chi andrà casa per casa con un termometro a verificare ? Nessuno come nessu no si è mai visto a verificare che la temperatura fosse a 20 gradi, quindi misura inutile e di facciata. Spenti forni a legna e camini. Ma sappiamo quanti sono questi impianti in una città come Milano per capire se effettivamente sono loro i colpevoli ? E ancora chi andrà a controllare se un camino in un appartamento è acceso o speno ? Ci saranno pattuglie di vigilantes che controllano se dal camino esce del fumo ? Altra misura inutile. Ma veniamo a quella più comica. Velocità delle auto in città portate da 50 km/h a 30 Km/h. A parte la difficoltà di arggiungere velocità superiori ai 60 Km/h in città ma qualcuna di questi menti ha mai sostenuto un esame per la patente ? Lo sa che i motori delle auto, soprattutte di quelle attuali, raggiungono la maggiore efficienza intorno agli 80 Km/h quando possono viaggiare con la quarta o quinta marcia ? Andare a 30 Km/h oltre che raddoppiare i tempi di percorrenza significa anche viaggiare in seconda o al massimo in terza con un numero di giri più elevato e quindi consumi maggiori. E poi l'esperienza di questi giorni con il blocco totale o parziale del traffico in alcune città ha dimostrato che le auto hanno poco peso nell'inquinamento urbano. Allo stesso tempo però sarà incentivato l'acquisto delle auto con il provvedimento della rottamazione, quindi da una parte si ritengon responsabili dall'altra però se ne incentiva l'uso e l'acquisto. Follia e comicità. Ma il vero disastro è la mancanza totale di politiche intese a ridurre l'inquinamento anzi si fa tutto il contrario. Per esempio nella città di Ancona si è eliminato un tratto ferroviario che portava i pendolari nel cuore della città, pendolari che ora saranno costretti a prendere un mezzo pubblico inquinante alla stazione centrale di Ancona per raggiungere il centro o peggio ancora ad utilizzare l'auto propria. E che dire poi del nuovo piano tariffario per l'energia elettrica che penalizzerà chi consuma meno disincentivando per esempio la realizzazione di impianti fotovoltaici che saranno meno economici ? Con una politica di queste genere i provvedimenti spot o emergenziali serviranno al massimo a contrastare le crisi di punta come quella di queste giorni ma non certo a risolvere il problema. Si poi chi ci governa dimostra questi livelli di competenza ... c'è solo da sperare nel pradeterno che mandi qualche bella perturbazione con vento e pioggia almeno un paio di volte al mese .... forse appellarsi al cielo sarebbe un provvedimento più efficace considerato poi che il nostro paese ospita il rappresentante in terra di colui che se ne sta comodo comodo lassù a ridere del nostro sbatterci quotidiano.

mercoledì 30 dicembre 2015

Renzi: conclusione di uno dei peggiori anni per la democrazia e per i diritti dei lavoratori.


Il 2015 sta terminando ed il presidente del consiglio tiene la solita conferenza stampa di fine anno. Solita non tanto considerata la sceneggiata di Matteo Renzi con le slides sulle quali ha riportato l'ossessione di questi ultimi mesi: il gufo. Il presidente del consiglio che si presenta per fare il bilancio di un anno di governo con una simile pagliacciata è il degno primo ministro di un paese che forse si affedrà ad un comico travestito da politico. Bisogna però dare atto a Matteo Renzi di aver trasformato nella sua rappresentazione un anno disastroso per la democrazia, la libertà ed i diritti dei lavoratori in una specie viaggio trionfante verso quello riforme che trasformeranno l'Italia in una delle peggiori democrazie occidentali. L'aspetto più tragico o comico a seconda del punto di vista sta nel fatto che queste riforme, che nemmeno Berlusconi ha avuto la forza di fare anche se lo avrebbe tanto desiderato, sono state portate in parlamento ed approvate con i voti del più grande partito di sinistra, il Partito Democratico. Nella grande operazione riformatrice alla fine è caduto anche lo stesso partito, che ha iniziato un percorso di spostamento lento ma inesorabile verso il centro destra con consequente fagocitazione di parte di quelle deboli frange non più tenute insieme dal collante berlusconiano ( e dai suoi soldi).
L'opera è iniziata con la riforma del lavoro o jobs act come amano chiamarlo Renzi e la sua combriccola. Più che una riforma è stata una totale cancellazione dello statuto dei lavoratori e di quel simbolo, l'articolo 18, conquistato dopo tanti anni di lotte. Oggi non esiste più alcuna tutela del lavoratore rispetto al padrone che può licenziare in qualsiasi momento e senza alcuna giustificazione dietro eventualmente un modesto risarcimento in denaro qualora il giudice ritenga ingiusto il licenziamento. Questa semplice norma ha trasformato tutto il mondo del lavoro in un enorme precariato sempre sotto la spada di damocle del licenziamento. Il contratto a tempo indeterminato di fatto non esiste più e gli effetti si vedranno quando termineranno i benefici fiscali per le imprese che assumono.
L'opera riformatrice è proseguita con la legge elettorale che ha trasformato il porcellum in un ulteriore obbrobrio peggiorando se mai fosse possibile la legge messa a punto da Calderoli. Rimane il premio di maggioranza abnorme, questa volta però non più ad una coalizione quanto ad un singolo partito che quindi si ritroverà a governare di fatto senza opposione alcuna. Rimangono comunque i nominati in quanto non ci saranno le preferenze per tutti gli eletti in parlamento e quindi avremo una specie di dittatura "democratica" del vincitore delle elezioni.
Per completare l'opera della legge elettorale Renzi ha pensato bene di eliminare il bicameralismo perfetto non abolendo il Senato ma trasformando il secondo ramo del parlamento in un dopolavoro di consiglieri regionali naturalmente nominati e non eletti dal popolo come la democrazia vorrebbe. In base a questa riforma in senato si ritroveranno un centinaio di appartenenti alla classe politica dei consiglieri regionali, la classe politica più corrotta di questi ultimi anni, ognuno dotato di licenza di rubare costituita dall'immunità parlamentare.
Le ultime perle di buon governo per il 2015 non sono delle riforme ma alcune norme contenute nella legge di stabilità adottate per favorire l'evasione e quindi rastrellare voti fra quei ceti che non hanno avuto gli 80 euro. Si va dall'innalzamento per l'uso del contante da 1000 a 3000 euro fino all'innalzamento della soglia di impunità per l'omesso versamento dell'Iva (da 50mila a 250mila euro) passando attraverso piccoli codicilli che depenalizzano o defiscalizzano. Insomma un vero e proprio regalo agli evasori che avranno maggior libertà d'azione.
Oggi Renzi ha narrato le lodi di questo disastro al grido del governo del fare, come se fosse importante fare piuttosto che COSA FARE.

lunedì 28 dicembre 2015

Si fa presto a dire .. lotta all'inquinamento ed allo smog


La lotta allo smog e all'inquinamento non si improvvisa e non si può fare quando gli effetti sono così evidenti. Se è sufficiente un mese di alta pressione e bel tempo (non due come dicono i giornali) per mettere in crisi le città allora significa che le politiche in campo ambientale ed energetico sono del tutto sbagliate. E non troviamo la scusa del cambiamento climatico, che comunque se vera sarebbe sempre e comunque colpa nostra, periodo come questo sono sempre accaduti ma la società, almeno quella italiana, non era così imperniata sull'automobile e sul trasporto su gomma in generale. Oggi siamo schiavi dell'auto, anche perché senza sarebbe un disastro considerate le condizioni ed i costi comunque elevati del trasporto pubblico, ed il traffico commerciale viaggia per la maggior parte su camion che percorrono in lungo e in largo la penisola soppiantando il trasporto ferroviario. Ma a parte questo elemento poi ci sono le politiche energetiche del paese e proprio nel prossimo anno ne subiremo un pessimo esempio. Le nuove tariffe per l'energia elettrica andranno a premiare chi cosuma maggiormente rispetto agli utenti con contratti residenziali e con consumi al di sotto dei 2.700 kW annui che sborseranno dai 20 ai 70 euro in più. Una nuova tarriffazione demenziale che scoraggia chi vorrebbe investire nelle energie alternative come il foltovoltaico e allo stesso tempo penalizza chi invece ci ha già investito calcolando un ammortamento dell'investimento anche in base ai minori prelievi di energia dal circuito elettrico nazionale. Queste sono le politiche scellerate i cui effetti non si vedranno immediatamente ma che nel corso degli anni provocheranno ulteriori danni a quelli già in essere mesi in evidenza da qualche settimana di alta pressione e assenza di piogge. Senza politiche adeguate i provvedimenti emergenziali di questi giorni serviranno a ben poco o a niente salvo le solite polemiche politiche sterili, opportunistiche e populiste che non affrontano il problema seriamente. Il blocco del traffico nelle città non avrà alcun effetto duraturo ma servirà solo a tirare avanti fino alla pioggia ed al brutto tempo che arriveranno prima o poi, ma non serve nemmeno la polemica di Grillo sugli alberi abbattuti che di certo non sono la causa dello smog a Milano. Così come non servono i grandi consessi internazionali che alla fine rimandano il problema ai prossimi 20 anni spostando ogni volta l'asticella del momento in cui si prenderanno provvedimenti seri. Anche perché prendere provvedimenti sari equivarrebbe a mettere in discussione il nostro modello di sviluppo e la società capitalista che ha dato vita, in nome del profitto e dello sfruttamento, a centinaia di milioni di persone che lottano per la sopravvivenza mentre altre centinaia di milioni che vivono nella società del benessere sopraffatta dall'inquinamento e dallo smog.

martedì 22 dicembre 2015

Dal proporzionale all'Italicum: la strada per una nuova dittatura




Le leggi elettorali che determinano la distribuzione dei seggi differenziandosi più o meno dalla pura assegnazione proporzionale ai voti ricevuti di fatto rappresentanto tutte dei raggiri che stridono con il semplice concetto di democrazia. Ma quello che è più grave rappresentano l'incapacità dei partiti di identificarsi con i problemi reali del paese e dei loro elettori da una parte, mentre dall'altra una tendenza degli elettori stessi ad identificarsi solo con chi "promette" più o meno seriamente di risolvere od occuparsi di un loro problema contingente, magari circoscritti da un piccolo gruppo di elettori. Il sistema proporzionale è l'unico che porta in parlamento i partiti con un numero di seggi pari al reale peso che ogni partito ha nel paese. Certo poi ci vorrebbero dei partiti seri che si adoperassero per governare il paese condividendo gli obiettivi comuni e realizzando programmi e riforme nell'interesse comune. Oltre a questo sarebbe necessario anche tornare a pensare alla politica non come una vera e propria professione come avviene oggi, quanto piuttosto ad una passione, una specie di missione da portare avanti per il bene comune. Allo stesso tempo il cittadino elettore dovrebbe a sua volta non cadere nella tentazione di dare fiducia se non addirittura dare vita ad un partito che raastrella voti e consensi intorno ad un problema circoscritto di interesse ristretto ad una singola categoria di persone. Insomma ci vorrebbe una vera e propria rivoluzione culturale almeno nel nostro paese dove siamo abituati a vedere corto non oltre il nostro interesse  che non sempre è quello generale. Dopo tangentopoli con la salita al potere di Berlusconi abbiamo abbandonato il proporzionale per affidarci al maggioritario ma l'esperimento è fallito a dimostrazione che più di una legge elettorale il paese avrebbe avuto necessità di partiti ed uomini politici nuovi e coscienti di ciò che dovrebbe realmente significare governare uno stato. L'ultima legge elettorale, il procellum, dichiarata incostituzionale regalava ad una coalizione di formazioni politiche un premio di maggioranza che avrebbe dovuto garantire la govenabilità. In effetti, se si esclude il secondo governo Prodi, i governi hanno sempre portato a termine la legislatura ma con che risultati ? Completamente deludenti sempre per lo stesso motivo: i partiti erano sempre più interessati ai propri interessi, a conservare le poltrone oltre che a sfruttare, anche dal punto di vista economico, il potere raggiunto. Ora con l'Italicum si sta cadendo dalla padella nelle brace considerato che anche questa legge elettorale, assegna alla fine un premio di maggioranza spopositato con l'aggravante che il premio è assegnato non ad una coalizione di partiti ma ad un singolo partito. Insomma se la legge non sarà modificata, cosa difficile considerato che ormai è stata approvata, la prossima legislatura potrà essere equiparata ad una vera e propria dittatura dove un partito occuperà quasi totalmente il parlamento, anzi la camera, e potrà fare il brutto ed il cattivo tempo senza avere un'opposizione che si possa considerare tale. Salvo poi scoprire che anche questa legge sarà incostituzionale perché se lo era il Porcellum per coerenza lo sarà a maggior ragione l'Italicum. Insomma le leggi elettorali sono andate sempre in peggio con l'intento di far governare anche chi rappresenta una minoranza nel paese ma soprattutto spazzando via qualsiasi opposizione che possa intralciare il piano del partito che conquista il potere ... attenzione il potere non la maggioranza degli elettori.

giovedì 17 dicembre 2015

Il fattore B del governo Renzi


"Non è tanto se ci debbano essere o meno le dimissioni del ministro o se viene meno la fiducia nei confronti del governo. Il punto grave è che ancora una volta è in gioco la fiducia nelle istituzioni. Il punto grave è che ancora una volta si è data l'immagine di un paese in cui la legge non è uguale per tutti, ma ci sono delle corsie preferenziali per gli amici degli amici, per chi ha i santi in paradiso. Io al suo posto mi sarei dimessa".

Bellissime e condivisibili parole peccato che certi concetti e certe prese di posizione valgano solo per gli altri e mai quando gli interessati sono esattamente gli stessi che hanno fatto dichiarazioni di così alto principio. Era la ministra Boschi quando non era ministra e quando parlava del caso Cancellieri, ora che bene o male c'è lei al suo posto si fanno i distinguo e non si segue quello che era il principio enucleato. Si perché parliamoci chiaro il problema non è tanto l'ultimo decreto salvabanche, ma lo scandalo vero e proprio è avvenuto prima che fanno apparire la ministra ed il governo assimilabili alla Cancellieri oppure a quelli che danno l'aiutino non agli amici in questo caso ma ai parenti.

20 gennaio 2015: Renzi trasforma le banche popolari in società per azioni. Banca Etruria è fra queste: il ministro Boschi è azionista, il padre vicepresidente-socio-membro del Cda, il fratello è dirigente-dipendente-socio. (Se avesse avuto un figlio ci sarebbe stato anche lui in mezzo). La Boschi dice di non essere in consiglio dei ministri ma questo sarebbe un fatto dovuto per legge anche se non ci sono prove che fosse da qualche altra parte.

Il decreto annunciato a Borsa chiusa era già noto negli ambienti interessati, tanto è vero che Banca Etruria vede lievitare i suoi titoli prima del decreto del 65%. Qualcuno ha fatto la soffiata .... o più precisamente qualcuna .... e solo dal governo può essere arrivata la soffiata.

Il problema vero e serio sta tutto qui e solo per questo la ministra ma non solo dovrebbe dimettersi come sancito da lei stessa nel caso della Cancellieri. Ma la vicenda va avanti.

Il 16 novembre 2015 c'è un decretino che  aggiunge alla norma europea l'impossibilità ad azionisti e singoli creditori di chiedere risarcimenti a manager, membri del Cda e commissari delle banche. E' un decreto preparatorio che anticipa quello della settimana successiva che mette in mutande 130.000 persone circa. Naturalmente mente al riparo da richieste di risarcimento, fra gli altri, padre e fratello della ministra Boschi quella che predicava uno Stato dove non ci fossero corsie preferenziali per amici ed amici degli amici ... però è vero lei non aveva citato  familiari quelli nel pensiero boschiano possono essere avvantaggiati.

Il decreto del 22 novembre è l'atto conclusivo ma direi quello meno grave rispetto a quanto accaduto prima. Certo che il governo si preoccupi giustamente o ingiustamente di salvare delle banche ed i loro correntisti senza preoccuparsi di 130.000 persone che vengono messe sul lastrico (alcuni sono semplici speculatori è vero ma altri sono poveri cittadini raggirati dalle banche stesse) è indicativo dell'azione del governo stesso.

Ora esiste una legge-farsa sul conflitto di interessi nella quale un articolo recita: "Sussiste situazione di conflitto di interessi ai sensi della presente legge, quando il titolare di cariche di governo partecipa all'adozione di un atto, anche formulando la proposta, o omette un atto dovuto, trovandosi in situazione di incompatibilità, quando l'atto ha un'incidenza specifica e preferenziale sul patrimonio del titolare, del coniuge o dei parenti entro il secondo grado, ovvero delle imprese o società da essi controllate con danno per l'interesse pubblico". Ora la Boschi si è astenuta dalle votazioni in senso al consiglio dei ministri rispettando la legge e quindi allo stesso tempo riconoscendo il proprio conflitto di interessi. Ora se tutto il Pd se la prendeva con Berlusconi quando, rispettando la legge, usciva dal consiglio dei ministri che decideva sulle sue televisioni, perché allo stesso modo non se la prende con la ministra Boschi che si comporta esattamente allo stesso modo. E perché la ministra non segue quei principi che ha enunciato in tv quando faceva la splendida sula caso Cancellieri ? Semplice: perché Renzi ed i suoi rappresentano il vecchio Berlusconi ed i suoi rimessi a nuovo dopo una semplice opera di ristrutturazione.

 
 

mercoledì 16 dicembre 2015

Fino a quando farà effetto l'anestetico renziano ?






Sinceramente il caso Boschi non mi appassiona particolarmente. Una semplice storia di malapolitica  certamente non fra le peggiori fa quelle che settimanalmente capitano nel nostro paese. Il problema è sempre lo stesso: noi in Italia siamo sempre pronti a trovare mille scuse nel nome del garantismo come se poi fare politica fosse un obbligo. In qualsiasi altro paese nel quale la democrazia è solida, la Boschi ma non solo lei si sarebbe dimessa una volta scoperto quel piccolo intreccio fra i provvedimenti del governo e gli affaru del padre che, non dimentichiamolo, diventò vicepresidente della Banca Etruria dopo l'arrivo della figlia nel consesso dei ministri. Ma si può pretendere questo in un paese che ha tenuto al governo per 20 anni e tre legislature il re del conflitto di interessi Silvio Berlusconi ? No di certo ed infatti a parte quale partito di opposizione che spera in questo modo di rimediare qualche voto, nessun altro chiede le dimissioni del ministro, nemmeno il cittadino medio italiano che dovrebbe essere il primo a pretendere che Maria Elena tornasse alle sue attività. Il cittadino italiano avrebbe dovuto pretenderlo da tempo e non solo da lei. Ma il cittadino italiano ha un limite di sopportazione che non ha uguali al mondo. Sopporta che un parlamento eletto con legge incostituzionale si appresti a varare riforme proprio della costituzione. Sopporta che gli venga tolto il voto per eleggere un ramo del parlamento. Sopporta che il partito di maggioranza tradisca i propri programmi elettorali e porti al governo un giovanotto che si appresta a protare a termine il programma elettorale del suo oppositore. Sopporta che lo stesso giovanotto compri i voti per le elezioni (prima le europee ed ora le prossime amministrative) elargendo qualche decine di euro. Sopporta che le politiche di questo governo, ma anche dei precedenti, portino ad un aumento delle differenze sociali proprio mentre in un periodo di crisi economica come questo sarebbe necessario il contrario. Se si divide il reddito delle famiglie italiane in 10 fasce dalle più povere alle più ricche si scopre (dati della Banca d'Italia) che le famiglie più povere dopo il governo Monti hanno avuto un calo del reddito reale di circa il 11,7% rispetto alla media generale che è di -1%. Il peggiore risultato per le famiglie più povero dal 2008 in poi. Oppure si scopre che i famosi 80 euro sono andati a solo il 3% delle famiglie più povere mentre nelle fasce più alte la percentuale sale al 26 fino al 31%. Insomma questo governo che ha la sfrontatezza di definirsi di centro sinistra in realtà si è schierato con le sue politiche economiche contro i ceti sociali più sofferenti proteggendo in modo sfacciato le famiglie con redditi più alti e gli evasori. Due esempi per tutti compresi nella legge di stabilità. Aumento della soglia di utilizzo del contante da 1000 a 3000 euro e la cancellazione della tassa sugli yacht con la scusa di dare respiro al settore, per non parlare poi dell'innalzamanto della soglia di evasione dell'Iva. Tutti provvedimenti che vanno contro le dichiarazioni eclatanti del presidente del consiglio sulla lotta all'evasione fiscale e che mostrano un occhio di riguardo verso quell'elettorato di destra che ha permesso a Renzi la scalata prima al Partito Democratico e poi al governo, il tutto sotto l'egida del termine abusato di governo di centro sinistra. Fino a quando il popolo italiano, che si era mostrato di una grande insofferenza alle malefatte di Berlusconi, manterrà sotto naftalina il proprio cervello e consentirà a questo giovanotto di rottamare il paese ?

domenica 6 dicembre 2015

Dagli esodati ai derubati passando per l'abbattimento dei diritti dei lavoratori e la cancellazione della democrazia

E' iniziato un weekend lungo dove nelle piazze oltre ai mercatini di Natale ci saranno anche i banchetti del Pd che anticipano la kermesse della Leopolda di Matteo Renzi. Presentando la settimana fiorentina il presidente del consiglio osanna la classe dirigente uscita dalle leopolde elencandone quelli che sono secondo lui i suoi successi. Uno slogan su tutti: cambiare la politica senza che la politica abbia cambiato la nuova classe dirigente. In effetti è vero la politica è cambiata ma in peggio. Sarebbero sufficienti due episodi per avvallare questa tesi e dimostrare un'inadeguatezza della politica come mai è stato in tutta la storia repubblicana: la riforma delle pensioni del governo Monti con la madornale svista di decine di migliaia di persone, denominati gli esodati, privati sia del lavoro che della pensione, e il decreto salvabanche della settimana scorsa che per salvare le banche ha privato dei propri risparmi altre decine di migliaia di cittadini. Due sviste senza precedenti che appunto dimostrano quanto l'attuale classe dirigente del paese sia sempre più inadeguata, attenta alla comunicazione con le nuove tecnologie ma del tutto impreparata e distante dal conoscere la realtà del paese. In mezzo a questi due episodi il governo Renzi ed i suoi ministri hanno compiuto uno scempio della democrazia e delle conquiste democratiche che questo paese aveva ottenuto in decenni di storia repubblicana. Ha cancellato tutti i diritti dei lavoratori trasformando il mondo del lavoro in un enorme precariato a tempo indeterminato cedendo alla principale richiesta della confindustria: quella del licenziamento libero. Con la riforma del lavoro di Poletti e company, il lavoratore è diventato merce di scambio monetizzabile con qualche migliaio di euro in cambio di licenziamento selvaggio. Nessun diritto, nessun rispetto, nessuna salvaguardia, più o meno come 60 anni fa. Lo scempio poi è stato completato con la riforma costituzionale e la nuova legge elettorale: si abolisce l'elettività di un ramo del parlamento, il senato, da una parte e si confeziona una legge elettorale che consegna il potere assoluto ad un partito che non rappresenta la maggioranza del paese.  In mezzo molti altri episodi fino all'ultimo del ministro Poletti che consiglia i giovani di laurearsi il prima possibile anche con bassi voti, ma da che pulpito arriva il suggerimento ? Da chi una laurea non l'ha mai presa né con voti bassi né tanto meno con voti alti. Insomma questa è la nuova classe dirigente osannata da Renzi che è stata formata dalla Leopolda e se questa è ..... ridateci la vecchia Dc e le sue lottizzazioni.

martedì 1 dicembre 2015

La religione dovrebbe stare fuori dalla scuola solo per rispetto della Costituzione


Grande can can mediatico in questi giorni intorno alla iniziativa del preside di Rozzano che avrebbe proibito un concerto di Natale. Intanto precisiamo che il preside non ha vietato assolutamente alcunché, ha solo impedito ad alcune mamme "volenterose" di andare nella scuola ad insegnare alcuni canti natalizi ai bambini cattolici della stessa scuola. Una provvedimento dovuto ma non per rispetto di quei bambini che non sono di religione cattolica, ma semplicemente per rispetto della costituzione che sancisce la laicità dello stato. Un principio che, purtroppo come molti altri della nostra costituzione, è da sempre disatteso e calpestato con simboli religiosi sia all'interno delle scuole che degli uffici pubblici tanto da equiparare la nostra carta costituzionale alla stregua di semplice carta straccia. Lo scandalo dell'episodio di Rozzano sta da una parte nel fatto che è stata diffusa e amplificata una notizia falsa, dall'altra parte il fatto che politici senza scrupoli come Salvini della Lega, Gelmini di Forza Italia ed il fascista La Russa si sono catapultati come fionde su Rozzano portando il presepe e cantando allegramente canti natalizi. Il politico e parlamentare dovrebbe essere il primo difensore della carta costituzionale indipendentemente dalle proprie posizioni e dal proprio credo politico, ma in Italia il politico ha un solo credo: la caccia al voto e per questo obiettivo utilizza qualunque strategia anche quella di cavalcare notizie false. In questo caso poi oltre ai politici di turno si sono buttati anche i media, televisioni e giornali, amplificando la falsità della notizia e tenendo nascosta la verità sulla iniziativa del preside di Rozzano. I simboli religiosi nella scuola e negli uffici pubblici non offendono solo le persone di fede religiosa diversa dal cattolicesimo che negli ultimi 15 anni sono diventati sempre più numerosi nel nostro paese, ma offendono da sempre anche coloro che non sono credenti pur essendo cittadini italiani. Certo noi italiani siamo cresciuti con questi simboli, con i canti, con il presepe e con tutte le tradizioni del natale o di altre feste religiose, ma quanti di noi vedono in questi simboli e in queste tradizioni il vero valore che hanno invece di viverli semplicemente come una tradizione senza alcun significato specifico ? Per chi non crede ma è nato e cresciuto con quella croce sulla parete sopra la testa dell'insegnante, quel simbolo non ha nessun significato ed ha lo stesso valore di un quadro o di un altro soprammobile. Ma chi ha comunque una fede religiosa diversa dalla cattolica, vede quel simbolo sotto una luce diversa e, poiché la costituzione sancisce la libertà religiosa, perché in un luogo pubblico deve essere esposto "solo" il simbolo del cattolicesimo ? D'altra parte trattare il presepe, il canto di natale, il crocefisso o altri simboli come appartnenti alla nostra tradizione significa solo "bestemmiare" e offendere anche e soprattutto i cattolici in quanto si tratta la religione come una tradizione e non come una fede religiosa quale è. Insomma io se fossi un cattolico mi sarei indignato nel vedere Salvini, Meloni e La Russa difendere una religione non in quanto tale ma semplicemente come una tradizione.

domenica 29 novembre 2015

La versione polettiana del Tremonti pensiero


Certi personaggi politici che arrivano, non si sa come, a ricoprire cariche istituzionali importanti come quella di ministro per esempio, perdono improvvisamente la consapevolezza del loro basso profilo sociale-culturale e si imbarcano in  dichiarazioni che farebbero meglio a tenere per se. Ma è più forte di loro, una specie di virus che colpisce chiunque indipendentemente dallo schieramento politico, toccando poi argomenti che esulano dal loro incarico. Oggi è il turno del ministro del lavoro Giuliano Poletti che riprende però un concetto la cui partenità è del buon Giulio Tremonti, ministro del governo Berlusconi. Certo Tremonti trattò il concetto in maniera cruda e dura con la sua famosa dichiarazione "Con la cultura non si mangia", Poletti, da pseudo intellettuale di sinistra, elabora il concetto in maniera più articolata e per certi versi contorta, ma il succo è esattamente lo stesso. Gliulianone esorta i giovani i nostri cari studenti universitari a non perdere tempo con la cultura cercando di raggiungere la laurea con buoni voti, magari a discapito di qualche anno in più impiegato per ottenere il pezzo di carta, quanto piuttosto a laurearsi in fretta anche con bassi voti in modo da entrare il prima possibile nel mercato del lavoro. Insomma con la cultura si perde solo tempo. Peccato che il mercato del lavoro in Italia per i giovani sia off-limits considerati i livelli di disoccupazione giovanile raggiunti nel nostro paese. E' sconcertante poi che a fare una dichiarazione del genere sia un alto rappresentante del pubblico impiego dove per esempio la laurea ed il voto di laurea sono estremamente importanti per avere un buon punteggio in eventuali concorsi pubblici. Quindi il buon Poletti da un'ottima dimostrazione della sua "ignoranza" in merito di pubblico impiego. Forse Poletti, così come Tremonti, quando sostiene l'inutilità della cultura per entrare nel mondo del lavoro, fa riferimento al lavoro che attualmente sta svolgendo e cioè quello di ministro. E' notoria la "indispensabile preparazione" culturale dei nostri ministri nel ricoprire certe cariche. Due esempi su tutti: a ministra Gelmini che fu nominata ministra dell'istruzione quando fino a quel momento non si era occupata che di gestire un parchi pubblici, e che dire della ministra Lorenzin, attuale ministra della sanità, la quale non ha nemmeno un diploma da infermiera. Ieri in un quiz televisivo ho visto un laurato in medicina che alla domanda "Appellativo per una donna in stato interessante che inizia con la lettera G" non è stato capace di dire "Gestante". Ecco questo è il livello culturale che auspica il caro ministrone Poletti, che invece di aggiornarsi, leggere e accrescere la propria cultura preferisce le cene con personaggi invischiati con le cosche mafiose. Spero che le dichiarazioni di Poletti di questi giorni siano il frutto di qualche "tirata" di roba di scarsa qualità perché se a questa sulla cultura si aggiunge quella del superamento del concetto di orario di lavoro per tornare al concetto di lavoro a cottimo, c'è poca speranza. Certo è che da chi ha distrutto, sotto dettatura, ogni diritto dei lavoratori trasformando tutto il lavoro in Italia in un enorme precariato legalizzato non c'è da aspettarsi niente di meglio.

venerdì 27 novembre 2015

La lotta al terrorismo è diventata un videogioco


Nonostante i morti, nonostante la corsa al bombardamento indiscriminato, nonostante le dichiarazioni le bandiere gli inni e i funerali dove tutti si commuovono, è difficile dare credito alla presunta lotta al terrorismo che il mondo occidentale sta mettendo in atto dove i fatti di Parigi. I paesi più rampanti, guidati dalla Francia la più direttamente colpita, si stanno preparando ad affiancare Hollande nei bombardamenti sul territorio siriano. Qui dovranno fare i conti anche con Turchia e Russia che oltre a bombardare i ribelli contro il regime di Assad, si sparano fra loro nei cieli al confine appunto fra Turchia e Siria. Insomma una specie di tiro incrociato degno di qualche scena comico dove i buoni circondano i cattivi e poi sparano senza rendersi conto che le vittime sono loro stessi. In questa corsa inconsulta agli armamenti c'è poi l'Italia, che se non fosse per la tragica situazione e per la commozione ed il rispetto dovuto ad una delle vittime di Parigi, scatenerebbe davvero un'iralità senza limiti. Si va da provvedimenti come quello di un sindaco del nord che vieta alle donne mussulmane di andare in giro per la città con il volto coperto, mettendo in atto in pratica un copia e incolla di un divieto che già esiste nella legislazione italiana e che quindi si tratta di un'ordinanza che non ha alcun effetto, fino ad arrivare ad una vera e propria impennata dei servizi di intelligence italiani: intercettare le playstation. Una strategia che si affianca alla proposta di Renzi di qualche giorno fa e cioè quella di taggare i terroristi sui social, insomma mentre gli altri vanno in guerra armati fino ai denti, noi siamo nel bel mezzo di un videogame virtuale e giochiamo alla lotta del terrorismo. Intendiamoci anche chi mette in atto una guerra indiscriminata di fatto sta giocando, purtroppo un gioco più pericoloso il cui prezzo sarà pagato in termini di vite umane ed un gioco il cui risultato finale, la storia insegna, non sarà certo la sconfitta ma bensì l'alimentazione del terrorismo. Da sottolineare poi come nel nostro paese si cambi allegramente parere e strategia a seconda delle condizioni al contorno, a dimostrazione che chi governa il paese non ha un progetto, non ha un obiettivo ma naviga a vista e cambia rotta a seconda delle situazioni e, purtroppo, a seconda della propria convenienza. Negli ultimi mesi le intercettazioni sono diventate, per la classe politica italiana, una specie di male da estirpare il prima possibile per evitare che le malefatte dei politici italiani siano portate alla luce. Ora invece le stesse intercettazioni diventano uno strumento "indispensabile" per la lotta al terrorismo ma si va a battere un terreno ancora incontaminato, quello dei videogiochi. Forse la questione tornerà a galla quando alla prossima partita di FIFA Game fra Orfini e Renzi gli stessi saranno "casualmente" intercettati ed allora anche le play diventeranno off limits. La verità è che la lotta al terrorismo non esiste, si può solo decidere di non crearlo, quando si prenderà questa strada il terrorismo scomparirà, ma forse non è una strada che il genere umano è capace di prendere e seguire.

martedì 24 novembre 2015

Caos politico-sociale globale


Gli ultimi attentati terroristici a Parigi ma anche nel Mali hanno sprofondato nel caos la politica a livello mondiale. Chi parte lancia in resta e va a bombardare non si sa chi e non si sa con quali obiettivi e quale progetto, chi chiude frontiere e limita le limita le libertà individuali conquistate con lotte e perdita di vite umane ma anche in questo caso senza un obiettivo preciso, chi improvvisamente si sveglia e scopre falle inimagginabili nelle proprie maglie relative alla sicurezza, chi blocca e chiude una città intera e senza un piano preciso come dimostrano i fatti in quanto non si riesce a bloccare un personaggio braccato anche dai suoi stessi amici o ex amici. Tutto l'occidente nonostante l'11 settembre, nonstante le guerre per esportare pace e democrazia, nonostante i fallimenti di questi ultimi 14 anni e nonstante gli avvertimenti deliranti del terrorismo, si è fatto trovare ancora una volta impreparato ed è stato colpito in una delle sue capitali più rappresentative. Al disorientamento e all'inedeguatezza della politica, si aggiunge il delirio dell'opinione pubblica almeno quella che si affaccia sui social network ed esprime il proprio "pensiero" su quanto sta accadendo. Un pensiero che nella stragrande maggioranza dei casi non è una propria elaborazione, non è frutto di una propria analisi più o meno profonda ma quasi sempre si estrinseca più semplicemente attraverso un copia e incolla di immagini, o dichiarazioni o pensieri trovate in giro per la rete e che nella quasi totalità si tratta di falsità, di vere e proprie bufale mediatiche, di immagine prive del contesto ma che colpiscono l'immaginazione. Una specie di follia collettiva che ha fatto perdere a tutti un minimo di razionalità e di raziocinio. Mai come in questi giorni la "stupidità" e la "ignoranza" sono salite alla ribalta e messa a nudo da uno strumento come la rete che rappresenta un grande contenitore dove chiunque può diffondere qualunque pensiero e notizia, ma dove però sono anche disponibili gli strumenti per verificare se quello in cui ci si imbatte sia reale, vero o completamente inventato. Insomma siamo tutti in confusione e nessuno sa come uscirne ma nessuno, oltre a proposte più o meno scellerate, si pone anche la domanda se l'occidente non abbia sbagliato tutto dando vita ad un modello di società, il modello capitalista, che ha generato tutto questo caos. Soprattutto in considerazione del fatto che il nuovo terrorismo ha in pratica fatto proseliti anche in giovani nati e vissuti proprio nel mondo occidentale. Allo stato attuale delle cose è probabile che una guerra sia inevitabile, ed in effetti la guerra è in atto anche se con modalità rischiose considerato che gli interventi russi, francesi, turchi vanno avanti in ordine sparso, ma senza un progetto chiaro su quale debba essere l'obiettivo di questa guerra il fallimento è assicurato come dimostrano Afghanistan, Iraq e Libia.

mercoledì 18 novembre 2015

Ma non è che per caso abbiamo sbagliato tutto .... ?


Sono giorni di delirio ossessivo sia nelle istituzioni degli stati occidentali e soprattutto europei, che nei giornali per non parlare dei social network specchio della società nella quale viviamo. Noi del mondo occidentale e soprattutto noi europei siamo sconvolti perché quelle minacce dei terroristi, che sembravano ai più delle semplici favole, alla fine si sono avverate. Ci avevano avvisati ed ora sono davvero arrivati ma più che arrivati sono semplicemente passati all'azione perché i terroristi erano già presenti e sono già presenti nelle nostre città. Forse immaginavamo uno sbarco o un lancio di truppe paracadutate dal cielo come abbiamo fatto noi occidentali quando abbiamo portato la guerra nei loro territori, nei loro confini, fra le loro genti. Invece no loro, i terroristi, hanno semplicemente fertilizzato un terreno all'interno dei nostri stati, quella di una gioventù nata e cresciuta nei nostri confini che noi pensavamo perfettamente integrata nei nostri usi e consumi. E' stata un'opera molto più subdola e meno appariscente, ma forse più terrificante e meno contrastabile di un'invasione tradizionale. Ora piangiamo i nostri morti e inermi ne aspettiamo altri, ma non piangevamo quando con le  nostre truppe abbiamo invaso, bombardato e portato la distruzione in Afghanista, in Iraq, in Libia ed ora in Siria. Ora forse siamo arrivati ad un punto di non ritorno e sarà molto difficile e complicato sfuggire ad una guerra di civilità. In questi 15 anni ne abbiamo combinate di tutti i colori ed ora ci viene presentato il conto, un conto pesante ma che non potrà mai pareggiare quello che noi abbiamo combinato in quei paesi. E non siamo nemmeno capaci di riconoscere almeno i nostri errori e quindi di correggerli proseguendo nella nostra politica di guerra che mai come ora sarà inutile e forse solo più deleteria. Mentre noi bombardiamo la Siria, le truppe nemiche, i terroristi, sono già nei nostri territori e aspettano solo di entrare in azione. I bombardamenti serviranno a poco se non siamo in grado di correggere gli errori del passato, errori che vanno dal commercio di armi proprio con i paesi che poi finanziano il terrorismo, all'acquisto di petrolio di contrabbando fornito dai terroristi (nessuno ha notato che il prezzo del petrolio è calato proprio con la nascita del Califfato ?), fino all'appoggio di una fazione terroristica piuttosto che un'altra a seconda della presunta convenienza. E che dire poi del fatto che i "nuovi" terroristi dell'Isis che agiscono nelle nostre città non sono altro che giovani per la stragrande maggioranza nati e cresciuti nella nostra società. Questo è forse l'aspetto più drammatico e pericoloso che dovrebbe far riflettere sul modello di società alla quale abbiamo dato vita: un modello che non prospetta un futuro per la stragrande maggioranza dei giovani tanto è che una parte di questi preferisce abbandonarsi al sacrificio per combattere la cultura all'interno della quale sono nati e cresciuti. Per assurdo forse l'unica nostra speranza è proprio l'Islam, si perché il terrorismo dell'Isis alla fine dei conti, fino ad ora ha fatto più vittime all'interno proprio dei paesi islamici che nei paesi occidentali. Ma per immaginare un'allenza occidentale-islamica è necessario un canbiamento di rotta non solo nelle risposte al terrorismo ma anche nelle politiche economiche, finanziarie, sociali .... insomma una vera e propria rivoluzione che per il momento non sembra essere alle porte. E allora proseguiamo nei nostri sbagli e che Dio, se esiste ma personalmente ho forti dubbi, ce la mandi buona. Nel frattempo il terrorismo sta vicendo, è inutile negarlo e sforzarci di ripeterci che la nostra vita va avanti ugualmente, partite sospese, voli sospesi, eserciti nelle strade, modo di vita stravolto, paura diffusa per ogni minimo episodio sospetto, per non parlare poi dei morti sebbene in questo macabro conteggio saremmo ancora in debito.

venerdì 13 novembre 2015

Berlusconi-Renzi: duello per la palma della credibilità zero


Chi sperava o vedeva in Renzi il rinnovatore oltre che il rottamatore è stato ben servito da questo ultimo anno e mezzo di governo e dalle ultime vicende nelle quali è coinvolto il Partito Democratico. Renzi è arrivato al governo in seguito ad una serie di promesse messe in fila durante i mesi delle primarie e precedenti alla caduta del governo Letta, promesse poi puntualmente disattese, e ha continuato sulla linea della poca chiarezza e trasparenza del suo governo nonché del suo partito. Il patto del Nazzareno con il presunto nemico Berlusconi è l'emblematica rappresentazione di questa mancanza di chiarezza e della spregiudicatezza dell'ex sindaco di Firenze pronto a tutto pur di seguire il filo conduttore della sua ambizione. A parte l'opportunità o meno di stringere un accordo con un faccendiere come Berlusconi, sulla quale si può essere più o meno favorevoli, quello che "non si capisce" è l'ostinazione di tenere segreto il contentuo di quegli accordi concordati fra l'altro sulla pelle del paese e dei cittadini onesti. Il patto rotto con l'elezione di Mattarella a Presidente della Repubblica secondo i due duellanti B&R conteneva accordi diversi e totalmente opposti. L'ex cavaliere afferma che l'accordo prevedeva anche il nome del nuove presidente della repubblica e soprattutto le modifiche alla legge Severino e la depenalizzazione di reati per far evitare la cacciata di Silvio dal parlamento e ridargli la piena agibilità politica. Matteo Renzi nega che queste due aspetti fossero contenuti negli accordi raggiunti con il condannato, accordi che riguardavano esclusivamente legge elettorale e riforma costituzionale. Confesso che fino a qualche mese fa ero propenso a dare pi credibilità alle affermazioni di Renzi piuttosto che a quelle di Berlusconi che di falsità ne ha dette a iosa in questi anni imbroglioando chi lo ha votato ma anche i suoi alleati di governo. Gli ultimi avvenimenti che hanno visto coinvolto esponenti del partito democratico mi hanno fatto ricredere su questa minima credibilità di Renzi che in questo momento non appare molto diverso dal suo alleato e padre putativo. Il rottamatore era per la trasparenza, era per abbattere davvero la vecchia politica, era per la legalità ed ora si trova a dover controbattere (la sua parola contro quella di Berlusconi) su un accordo mai reso pubblico, si ritrova a nascondere qualche scontrino mentre per lo stesso problema ha fatto decadere il sidanco di Roma, deve difendere un impresentabile scagliandosi contro anche qualche suo collega di partito (Rosy Bindi in primis) aggirando una legge che, a questo punto, viene applcata a seconda della figura politica che vi incappa. Insomma a questo punto della storia Renzi ha raggiunto un altro punto di contatto con il vecchio leader di Arcore e diventa sempre più difficile "vedere" una diversità fra il vecchio ed il nuovo, fra il padre ed il figlio .... e diventa quasi impossibile assegnare la palma del più credibile.

giovedì 12 novembre 2015

Sinistra addio


Prevedere gli sviluppi della vicenda De Luca non era difficile così come non era difficile immaginare che Renzi (mi riferisco a lui e non al Pd che ormai non esiste più se non come partito ad personam stile berlusconiano), mentre ha buttato giù dalla torre il sindaco Marino per fatti molto meno gravi, non avrebbe minimamente toccato il governatore della Campania semplicemente perché gli sta simpatico e Marino no. Certo che il Partito Democratico avesse tradito le sue origini fin dalla propria nascita era abbastanza palese ma che finisse in questo modo in mano ad uno sbruffone, ambizioso per il quale conta il potere indipendentemente da chi lo sostiene per ottenere e mantenere questo potere non era prevedibile. Il tutto dietro la parola d'ordine: non esiste più una politica di destra ed una sinistra è un concetto superato esiste solo cosa serve al cittadino e al paese. Non è morto il principio di una politica di sinistra, è morta l'idea che si possa dare un modello di sviluppo e di società diversa da quella che il capitalismo ha imposto. E questa idea è morta perché non congeniale per la maggioranza dell'umanità, non lo è stata per i pochi millenni di storia che ci hanno portato nel presente secolo e probabilmente non lo sarà nemmeno per il futuro. Forse è l'animo umano che non è fatto per l'uguaglianza, per la solidarietà, per uno sviluppo che consenta a chiunque una vita degna di essere chiamata tale. L'essere umano è fatto per la sopraffazione e per l'arricchimento sulla pelle del prossimo e delle fasce più deboli, ormai questo è una fatto assodato. Non sono stati sufficienti 5000 anni di storia per superare questo modello che anzi, in questi anni di crisi, si è rafforzato aumentando le distanze fra paesi poveri e paesi ricchi. Ancora oggi esistono milioni di persone per le quali il problema principale è sfamarsi e dissetarsi mentre allo stesso tempo ci sono poche centinai di migliaia di ricchi che vivono in un altro mondo, un mondo nel quale si possono spendere decine di migliara di euro per un capo di abbigliamento, per una borsa o per una cena. Oggi in Italia si dibatte spesso se un singolo provvedimento sia di sinistra o di destra, ma si può basare la politica di un governo sulla singola legge o sul singolo decreto ... ? Ormai anche in Italia la sinistra è morta ed anche se non lo fosse difficilmente si potrebbe dare al nostro paese un modello di società di sinistra quando in tutta europa e in tutto il mondo questo modello è stato abbandonato dopo essere stato massacrato da chi lo ha seguito in maniera impropria (Unione Sovientica, Cina e via dicendo). E pensare che in un paese come il nostro, massacrato dalla crisi e da vent'anni di berlusconismo, non sarebbe nemmeno difficile mettere in campo una politica cehe almeno somigliasse un pò ad una politica di sinistra: basterebbe tutelare chi ha perso il lavoro piuttosto che togliere le tutele a chi lavora, basterebbe tagliare un pò di tasse a chi ha redditi medio bassi, basterebbe non massacrare i pensionati, basterebbe non finanziare l'istruzione e la sanità privata e potenziare quella pubblica, ma soprattutto basterebbe mandare immediatamente a casa quei politici che sono anche solo sospettati di corruzione a tutti i livelli piuttosto che cercare un garantismo a tutti i costi che non ha niente a che fare con la politica.


mercoledì 11 novembre 2015

La democrazia malata dell'Italia

Uno degli aspetti che in questi ultimi anni mina continuamente la democrazia del nostro paese è il cambiamento di ruolo dei vari partiti che agiscono nella panorama politico italiano. La vera e necessaria riforma costituzionale che servirebbe in questo periodo storico per salvare la democrazia sarebbe quella che impedisce ad un parlamentare di passare, in corso di legislatura, da una formazione politica ad un'altra senza colpo ferire fino ad arrivare a dare vita a partiti all'interno del parlamento senza essere passati dalle elezioni. Questo comportamento è anche frutto della legge elettorale che nelle ultime legislatura ha abolito le preferenze dando vita ad un parlamento di nominato, una stortura democratica che la nuova elettorale non cancellerà ma piuttosto amplificherà. In una democrazia sana un partito politico, che fa parte delle fondamenta della democrazia stessa, dovrebbe nascere dal popolo, dai cittadini e non certo all'interno del parlamento o per volontà di uno o più singoli, ma soprattutto dovrebbe siedere in parlamento in virtù di un voto ottenuto nel momento più alto della democrazia, costituito appunto dalle elezioni. Oggi gli unici partiti presenti in parlamento nati secondo questo semplice ma essenziale percorso sono due: la Lega e il M5S. Tutti gli altri sono frutto non di una volontà popolare quanto piuttosto o di una scelta imposta da un singolo o al più di poche persone oppure, peggio ancora, di una scissione avvenuta all'interno di una formazione politica. Quest'ultima soluzione è poi la più deleteria in quanto si consente a politici eletti in quanto presenti nella lista di un partito, cambiare bandiera o per posizionarsi sotto un'altra bandiera oppure dare vita ad una nuova bandiera e quindi posizionandosi sotto programmi diversi da quelli per i quali sono stati eletti. Questa ultima legislatura rappresenta la fiera di questo malcostume politico e si va da un governo per il quale nessuno nel paese ha dato il proprio voto (sia il Pd che il Pdl nella campagna elettorale del 2013 dichiaravano mai con il proprio avversario), alla nascita di formazioni come NCD o a gruppi misti con dentro di tutto di più, a cambi di maglia clamorosi, fino alla nascita della Cosa "presunta" rossa di questi giorni. Il tutto in barba agli elettori con un parlamento che approva leggi e provvedimenti che non stavano in nessun programma elettorale. La nostra Costituzione prevede che il parlamentare abbia la libertà di voto e non debba che rispondere al proprio elettorale liberandolo dalla disciplina di partito e cosentendo i cambi di casacca. Ma questa norma ha senso se il parlamentare stesso è eletto dal cittadino e non nominato dai segretari di partito, nel momento in cui il parlamentare rispond direttamente al partito che lo ha inserito nelle proprie liste elettorali, non ha più senso consentire questa "libertà" di azione e nel momento in cui decide di uscire da quel partito dovrebbe allo stesso tempo dimettersi dal parlamento stesso. Ecco questa sarebbe la vera ed unica riforma che consentirebbe di riportare il paese ad un livello accettabile di democrazia e di ridare al popolo quel potere che lentamente ed inesorabilmente gli è stato progressivamente tolto.

sabato 31 ottobre 2015

Da Berlusconi a Marino passando per De Luca: la mutazione genetica del Partito Democratico


Non sono mai stato un fan del Partito Democratico fin dalla sua nascita quando, per dare vita ad un carrozzone politico senza anima, Veltroni e company sacrificarono prima il governo Prodi e successivamente distrussero la sinistra italiana relegandola fuori dal parlamento. Quel carrozzone tradiva le proprie origini tentando di mettere insieme aree politiche opposte con un unico scopo: quello di raccogliere voti ma lasciando da parte quegli ideali, quei principi e quei progetti che costituivano le fondamenta della sinistra italiana. La degenerazione totale di quel carrozzone si sta consumando in questi ultimi mesi da quando alla sua guida è salito quel presuntuoso e ambizioso che si chiama Matteo Renzi. I comportamenti del Pd si sono trasformati al punto di tale di avere atteggiamenti diversi e contrapposti rispetto a fatti e personaggi della stessa natura. Che dire delle reazione, accorate e per certi aspetti furiose, di tutto il partito alle offese gratuite di Berlsuconi rivolte alla Rosy Bindi rispetto al silenzio come risposta alle stese offese rivolte da Vincenzo De Luca ancora alla Bindi ? Si è vero dopo 24 ore una timida Boschi ha bollato come offensivo il comportamento del presidente della regione Campania, ma non c'è confronto fra l'inidignazione di alcuni mesi fa rispetto alla timida protesta della ministra. Ed ancora come valutare la reazione e la sfiducia senza dibattito verso il sindaco di Roma Ignazio Marino rispetto all'accettazione, contro la legge, della candidatura e della successiva elezione di Vincenzo De Luca a presidente della regione Campania ? Intendiamoci, a mio avviso, Marino si sarebbe dovuto dimettere dopo essere rimasto a godersi il sole dei caraibi mentre a Roma accadeva il finimondo, dopo essere andato in America ad omaggiare un Papa che avrebbe potuto omaggiare ogni giorno trovandosi a due passi da Città del Vaticano, e dopo aver mentito sugli scontrini addossando le irregolarità ai funzionari del Comune. Tutti episodi che sarebbero, in un paese normale, in contrasto con l'attività di politico e soprattutto di sindaco, ma in un paese normale appunto non in un paese come l'Italia. Rimane la perplessità sul comportamento del Partito Democratico che fa eleggere un candidato in contrapposizione con una legge votata dal partito stesso e poi fa cadere un sindaco per peccati veniali rispetto a quelli gravi di altri personaggi che siedono sui banchi del governo. La logica che sottosta a questi comportamenti contrastanti e incoerenti è una sola: chi è simpatico a Metteo Renzi ha via libera e carta bianca (sempre che segua pedissequamente le direttive del fiorentino), chi per qualunque motivo anche futile non sta nelle grazie del capo deve essere rottamato ad ogni costo anche contro il volere dei cittadini. Un partito che nato carrozzone si è trasformato in un obbrobrio da far invidia alle tresche politiche della prima repubblica. Al pensiero che alle prossime elezioni il cittadino dovrà scegliere fra PD e M5S mi vengono i brividi .... povera Italia come sei caduta in basso.

giovedì 22 ottobre 2015

L'incertezza della pena è l'unica certezza


I dibattiti politici (ammesso che si tratti davvero di politica) di questi giorni sono tutti incentrati sull'episodio del pensionato di Vaprio D'Adda che ha ucciso un ladro che tentava di entrare nella sua casa. Si tratta purtroppo di dibattiti nei quali ognuno cerca di sfruttare a proprio vantaggio il tragico episodio. Si va dal trasformare il pensionato in un eroe (Lega e fascisti di Fratelli d'Italia) con tanto di sbandieratori sotto la sua finestra al tradizionale scarico di responsabilità (Pd e Ncd) per quelli che governavano prima e non hanno fatto niente. Il tutto sulla pelle sia della vittima uccisa che del pensionato che ha sparato. Naturalmente tutti, chi più palesemente chi meno, contro il magistrato che ha incriminato l'uccisore per omicidio volontario senza analizzare nemmeno i pochi fatti che sono noti. Che altro poteva fare il magistrato se un uomo impugna una pistola spara un colpo e con quel colpo fa secco il ladro che fra l'altro sembra non fosse nemmeno entrato in casa ? Il magistrato non può sostitursi al giudice e non può che incriminare l'uccisore con quella imputazione in quanto difficile sostenere che l'intenzione non fosse quella di uccidere se si uccide con un solo colpo. Sarà poi il giudice durante il processo a stabilire eventualmente se fosse legittima difesa o se si trattasse veramente di volontà di uccidere, ma non può il magistrato sostituirsi in un colpo solo al giudice ed allo stesso processo. Ma naturalmente avventurarsi in un'analisi come questa non porta voti a nessuno a partire dalla Lega che proprio sul questo campo di battaglia ottiene purtroppo consensi da parte dei cittadini che vedono comunque l'impotenza delle forze dell'ordine. Un'impotenza causata da vari fattori non ultimo la mancanza di mezzi sia economici che di personale in virtù di tagli effettauati da tutti coloro che si sono succeduti alla guida del paese. Oltre alla cronica mancanza di mezzi poi ci si deve scontrare con una giustizia che fa acqua da tutte le parti a causa di leggi incomprensibili e soprattutto interpretabili in un modo e nell'esatto contrario. Giustizia che, quando arriva ad un provvedimento, incappa nelle difficoltà di far rispettare il provvedimento stesso. E' appunto il caso del giovane albanese ucciso dal pensionato che era stato espulso qualche anno fa dal nostro paese ma che, nonostante il provvedimento di espulsione, circolava liberamente non si sa da quanto tempo. Questo è l'altro male cronico della giustizia italiana: l'incertezza della pena. Un problema difficile da risolvere se gli stessi politici si fanno le leggi e poi cercano in ogni modo di eluderle. Avete presente la legge Severino ? Per quella legge il presidente della regione Campania ed il sindaco di Napoli sarebbero dovuti decadere dalla loro carica a causa di una condanna in primo grado, ma entrambi hanno trovato la strada traversa per eludere la legge e continuare a svolgere il loro mandato. Se la stessa politica non rispetta la legge e fa in modo che non venga applcata, difficile poi invocare la certezza della pena da parte ancora una volta dalla legge. In questo caos politico una forza come la Lega che appoggia il ricorrere alle armi per difendersi trasformando il paese in un Far West senza regole, riceve consensi occupando quegli spazi lasciati liberi da una politica seria e responsabile che ormai è diventata merce rara se non introvabile.

domenica 18 ottobre 2015

Destra e sinistra: la memoria ormai cancellata


La polemica di questi giorni sul considerare il tagli delle tasse un provvedimento di destra o di sinistra è la classica dimostrazione di quanto queste due parole abbiano perso di significato sia per i politici, ma anche per i mezzi di informazione e per la maggioranza dei cittadini. Tutti i politici attuale, Renzi compreso, si affannano a sostenere che non abbia più significato definirsi di destra o di sinistra e quel che conta è fare una politica a favore del cittadino. Sarebbe davvero una bella cosa questa se non esistessero differenze sociali fra i cittadini, se tutti i cittadini fossero davvero uguali, se a tutti i cittadini fosse concesso il diritto al lavoro e se non esistessero persone che si arricchiscono sfruttando il prossimo. Ma il nostro paese ed il mondo intero purtroppo non è in questa condizione utopistica ed il capitalismo, il modello di società, che ormai si è diffuso in ogni angolo del pianeta, si basa proprio sullo sfruttamento di molti a favore di pochi. In questi anni poi con la crisi economica queste differenze sociali si sono accentuate causando una maggiore distanza fra le classi sociali più agiate e quelle più emarginate: i ricchi si sono arricchiti, il ceto medio e povero si è ulteriormente impoverito. Ecco allora che mai come oggi il significato delle parole di destra e sinistra assume ancora maggiore importanza a discapito di chi ci vorrebbe far dimenticare le differenze fra politiche di destra e politiche di sinistra. Purtroppo però la discussione rimane ad un livello bassissimo se si incentra sul tema di stabilire se abbassare le tasse sia una politica di destra o di sinistra. Chi potrebbe dirsi scontento se gli vengono diminuite le tasse ? Nessuno da destra nè da sinistra. La sostanza sta nel come queste tasse vengono diminuite e secondo quali modalità. Se l'abbassamento delle tasse viene condotto nella direzione di raggiungere una maggiore equità sociale e quindi per diminuire le distanze fra ceti sociali, allora si che si tratta di una politica di sinistra. Se invece il taglio delle tasse avviene in maniera lineare uguale per tutti allora siamo in presenza di una politica di destra il cui risultato è, nella migliore delle ipotesi, quello di mantenere le differenze sociali se non addirrittura incentivarle. Insomma non si può giudicare la natura di un provvedimento isolandolo da tutto il resto della politica del governo. Un governo che fino ad oggi si è mostrato essenzialmente di destra sia nelle riforme costituzionali che sono tese a "tagliare" la democrazia ed il potere del cittadino, sia nelle politiche economiche come la riforma del lavoro nella quale sono state cancellati tutti i diritti dei lavoratori trasfomando tutti i lavoratori in una enorme massa di precari licenziabili in qualsisi momento  senza alcuna motivazione. Per quanto riguarda il tagli delle tasse annunciate è ancora presto per dare un giudizio in quanto tutta la legge di stabilità al momento è semplicemente uno spot fatto di slidea e annunci ma senza alcun provvedimento concreto, provvedimenti che saranno stilati da qui a dicembre quando la legge sarà approvata definitivamente dal parlamento ed allora si potrà capire come avverrà questa famigerata diminuzione delle tasse. Certi che se le tassa sulla prima casa è tolta a tutti anche a chi non avrebbe problemi a pagarla, se poi, come sembra, ai comuni oltre a tagliare questa risorsa saranno chiesti 300 milioni di euro da versare allo stato, è chiaro che questo taglio dovrà essere compensato ad altri provvedimenti dagli enti locali. Compensanzione che si trasformerà in un aumento delle tasse dei locali e di tagli ai servizi che sono una risorsa soprattutto per i ceti medio bassi. Aspettiamo quindi di vedere come Renzi portarà in porto questo taglio alle tasse ma le prime avvisaglie non sono certo rassicuranti.

martedì 13 ottobre 2015

La vera riforma costituzionale è quella non scritta






La riforma della Costituzione è così approvata in un Senato semivuoto che rappresenta a pieno titolo quanto la politica sia scaduta in questi oltre 65 anni di storia della repubblica. D'altra parte nel clima politico che si è instaurato nel paese dall'avvento di Berlusconi in poi era difficile aspettarsi altro. E l'ex cavaliere non è certo l'unico responsabile di questo clima, a vario titolo lo sono tutti dall Movimento 5 Stelle arrivato in parlamento sulla spinta dei famosi Vaffa-Day (un manifesto politico che parla da solo) fino ad arrivare a Renzi ed il Pd che "costringono" il parlamento ad approvare una riforma voluta esclusivamente da un uomo. Da questo clima è uscita una modifica alla costituzione che piuttosto che una riforma sembra essere una vera e propria controriforma. Ma andando oltre il testo scritto, confuso, contradditorio e soprattutto che taglia pezzi sostanziali della democrazia, l'aspetto più inquietante è pericoloso sta nel fatto che, insieme alla nuova legge elettorale, questa riforma di fatto trasforma la nostra repubblica parlamentare nella quale il governo è fiduciato dal parlamento, in una repubblica a nomina diretta del capo del governo. Il tutto senza che questa sia scritto nella Costituzione che su questo aspetto non è stata minimamente toccata. L'Italicum prevede infatti uno spropositato premio di maggioranza da assegnare al partito che vince le elezioni e che di fatto quindi si troverà padrone incontrastato di tutte le istituzioni con il proprio segretario nominato premier. L'unico contrappeso poteva rimanere il Senato se questo fosse rimasto elettivo, ma con la riforma appena approvata l'elezione del senato da parte degli elettori è stata cancellata o almeno rimane in forte dubbio a causa di un articolo, il 2, che afferma un principio e poi in un comma afferma un principio in pieno contrasto. Insomma un pasticcio, ma quello che è peggio ... un pasticcio voluto. Ed ora ... ? Ed ora l'ultima parola rimane ai cittadini che si spera non si facciano irretire dalla parlantina di Renzi e dalle sue fandonie e rispediscano al mittente la riforma come fecero con quella del centro destra. D'altra parte sarebbe anche giusto per parcondicio: nel 2006 ad una riforma approvata dal esclusivamente dal centro destra gli elettori dissero di no, nel 2016 la riforma voluta solo da Renzi e soci dovrebbe subire lo stesso trattamento considerato che anche a livello di contenuti le due riforme non sono tanto distanti e stabilire quale sia la peggiore è un compito arduo.

venerdì 9 ottobre 2015

Anche le poste aspettano .... la riforma del senato


Entro nell'ufficio postale per versare un assegno dimenticando che oggi è il primo giorno del mese e che quindi sono in pagamento le pensioni. Mi metto in fila dietro ad altre 10 vecchiette, alcune allegre alcune scure in volto, osservando la scena inconsapevole di quello che accadrà. Gli sportelli aperti sono tre quindi spero di non dover attendere molto. Uno degli sportelli si libera e l'impiegata candidamente annuncia: "Qui ho terminato i soldi quindi per favore venga solo chi deve pagare". Alcune vecchiette capiscono e si guardano sconcertate, un'altra guarda le altre due impiegate e con lo sguardo preoccupato esclama: "Mi raccomando non terminate i soldi anche voi". Una ragazza, terza nella fila, dichiarando "Io devo solo pagare" si appresta a portarsi allo sportello scavalcando le altre due persone che la precedono. La prima della fila, non avendo capito il messaggio dell'impiegata e vedendosi superata dalla ragazza, si mette a strillare: "Lei dove va ?  stia in fila che tocca a me, ma te guarda che maleducata !!!" La ragazza tenta invano di spiegarle il motivo per il quale è passata avanti, anche l'impiegata ci prova ma niente da fare, non la smette di strillare. Deve uscire il direttore per calmare la signora e spiegarle quello che sta accadendo. La situazione si tranquillizza ma ecco che anche l'impiegata di un secondo sportello, mentre paga la pensione ad una signora, annuncia: "Anche io sto terminando i soldi". Poi mi lancia uno sguardo severo e vedendo che ho una busta in mano urla indicandomi: "Lei che fa con quella busta ?". Fra lo stupito ed il divertito le rispondo: "Devo fare un versamento", ma il mio sguardo deve essere un pò severo e prontamente l'impiegata si scusa: "Pensavo dovesse spedire, mi scusi". Ma non è finita. Dal terzo sportello arriva il terzo grido di allarme dopo che l'impiegata ha terminato con la pensionata di turno: "Anche io non ho più i soldi in cassa" e poi rivolgendosi verso di me "Visto che lei deve versare venga così magari possiamo pagare qualche altra pensione". La guardo e cerco di non sorridere. "Mi spiace ho un assegno" L'impiegata impreca, non a voce ma con l'espressione, e si dedica comunque al mio versamento. Lascio l'ufficio postale pieno di pensionati in attesa che l'ufficio stesso sia rifornito di valuta, ma sono già le 9.30 e l'ufficio ha aperto da un'ora. Saluto le vecchiette sentendomi quasi in colpa per aver sbrigato tutto in 5 minuti mentre per loro la mattinata è ancora lunga, ma qualcuna risponde comunque con un sorriso.
p.s.: Dimenticavo l'assegno non sono riuscito a versarlo ... il mio conto corrente postale ancora non è stato trasferito dall'ufficio dove lo avevo aperto qualche anno fa nonostante la richiesta sia stata inoltrata da circa 20 giorni .... Arrivo a casa, accendo la tv e sento il politico PD di turno che dichiara: "Le riforme come quella del senato sono indispensabili per far funzionare meglio e far ripartire il paese" ... Vorrei chiedere: "Anche per evitare che un ufficio postale che paga le pensioni rimanga sfornito di contante dopo un'ora dall'apertura ? " ... ma temo che il politico mi risponda di si...

Il rottamatore .... della democrazia colpisce ancora


Diciamolo chiaramente: in qualsiasi altro paese serio Marino sarebbe già stato costretto ad andare a casa sia per essersi fatto trovare fuori Roma in occasioni di eventi che avrebbero richiesto la sua presenza in qualità di sindaco, sia per aver usato la carta di credito del Comune dichiarando il falso per un paio di cene. In una paese dove un ministro viene mandato a casa per aver copiato la tesi di dottorato figuriamoci se Marino avrebbe potuto resistere tanto. Detto questo però che venga costretto, dopo essere stato democraticamente eletto, a dimettersi da chi governa senza essere passato attraverso le elezioni è quanto meno singolare e soprattutto pericoloso. Ed è tanto più pericoloso se si collega questo ultimo episodio a tutto l'operato di Renzi da quando è diventato presidente del consiglio. Mettiamo insieme tutto e non si può osservare che la democrazia quella vera è in forte pericolo forse ancora maggiormente che nel periodo berlusconiano. 
  • Il parlamento che di questa legislatura che si appresta a modificare la costituzione, a parte i giochetti politici, è stato eletto con una legge dichiarata incostituzionale e decenza avrebbe voluto che si fosse dimesso il giorno dopo la sentenza della Corte.
  • L'attuale presidente del consiglio, dopo aver gridato ai quattro venti, che lui non avrebbe mai occupato quella carica senza passare dalle elezioni, nel giro di un paio di mesi fa il colpo di mano e pugnala il governo Letta insediandosi sulla poltrona più prestigiosa.
  • Si fa finta di cancellare le province che in realtà rimangono e l'unico taglio è stato fatto ai cittadini che non eleggono più i consiglieri regionali.
  • Si elimina il bicameralismo perfetto ma si mantiene il Senato togliendo ai cittadini il voto per eleggere questo secondo ramo del parlamento che mantiene comunque compiti importanti.
  • Si confeziona una legge elettorale che alla fine costringerà il cittadino a scegliere fra due partiti consegnando il paese totalmente ad una singola formazione politica che quasi certamente non rappresenterà la maggioranza del paese. Senza poi contare che continueranno ad essere i partiti a scegliere chi mandare in parlamento e non certo gli elettori.
  • Si continua a tenere in parlamento, nel governo e nelle istituzioni locali personaggi che sono inquisiti, indagati, o peggio ancora condannati anche contro le leggi che il parlamento stesso ha emanato (il caso De Luca in campania è emblematico).
Come ultimo atto in questo uccisione nemmeno tanto lenta della democrazia, il Partito Democratico il cui segretario è anche capo del governo, si prende il lusso di sfiduciare un sindaco eletto democraticamente dai cittadini e che forse ha dimostrato di non essere del tutto all'altezza del compito, che ha commesso un peccato veniale rispetto a quelli commessi da altri personaggi appoggiati a tutto campo dal partito stesso, ma che purtroppo non sta simpatico al capo supremo di Firenze.
Mettiamo in fila tutti questi fatti e sfido chiunque a sostenere che la demcrazia non è stata assassinata da questo governo e da questo partito, che per assurdo ha nel suo nome il termine democratico, e che alla fine dell'opera ci ritroveremo una bella mattina con uno stato "controriformato" e un paese nel quale il cittadino conterà quanto il due di coppe quando briscola è bastoni o, per chi non conosce le carte napoletante, il due di cuori quando briscola è picche.

martedì 6 ottobre 2015

Polemiche contro la coerenza di Matteo


Inutile girarci intorno, le polemiche di queste ore per la stampella che il boss Verdini sta offrendo al governo per la riforma costituzione era ampiamente prevista e fa parte del programma con il quale Renzi ha vinto le primarie ed ha conquistato con un colpo di mano la poltrona di primo ministro. Ora capisco le accuse sullle sue dichiarazioni e promesse prima di arrivare al governo regolarmente disattese una volta occupata la poltrona, capisco le polemiche sulle riforme che sta portando avanti in totale contrapposizione con il programma elettorale del suo partito, capisco le polemiche per il famoso "stai sereno" all'allora presidente del consiglio del suo stesso partito, ma una volta che lui è coerente con il suo pensiero pre-poltrona non capisco tutte le critiche di questi giorni. Lui l'aveva ampiamente detto: "Io andrò a prendere i voti da chi ora ci vota contro: a destra" ed ancora "Per vincere dobbiamo predere i voti della destra". Non mi sembra che ci siano dubbi su queste parole. D'altra parte già alle primarie costrinse Bersani, allora segretario del PD, a cambiare le regole per consentire a chiunque di andare a votare e il povero Bersani, uomo troppo buono per essere un politico di questi tempi, cadde nel tranello modificando il regolamento delle primarie. Risultato: il Matteo conquistò il primo gradino della sua scalata distaccando tutti i suoi avversari. Nessuno si pose la domanda: ma chi l'ha votato questo ? Arrivato poi al secondo gradino del suo progetto, quello di capo del governo, ha continuato nella sua politica acchiappa-destra con il famoso accordo del Nazzareno con l'ex-odiato Berlusconi. Ed anche lì polemiche a non finire ma in realtà lui, Matteo, in quel caso stava facendo proprio quello che aveva promesso: trasformare il Partito Democratico in un partito di centro destra. Solo la ormai ridotta pattuglia degli idealisti di sinistra del partito non se ne rendevano conto, Bersani in testa. Poi Matteuccio ha fatto il furbetto nella elezione del Presidente della Repubblica tentando di gabbare sia la sinistra del partito che Berlusconi e company. Berlusconi si è reso conto del tiro mancino del fiorentino e lo ha subito mollato, la sinistra del Pd ha esultato credendosi i veri fautori del presunto cambiamento di Matteo coniando il "metodo mattarella". Poveri grulli, avrà certamente pensato il presidente del consiglio in quella occasione. In realtà Renzi aveva in mente di divincolarsi un pò dall'abbraccio scomodo dell'ex cavaliere sapendo benissimo che molti dei suoi lo avrebbero abbandonato per cadere nelle braccia del nuovo Pd, quello appunto completamente spostato a destra. Il tutto in preparazione della madre di tutte le riforma, quella costituzionale attualmente in dirittura d'arrivo, che elimina il Senato e che, combinata con la riforma elettorale, consegnerà il paese ad una minoranza del paese senza possibilità di opposizione per almeno 5 anni. Ora tutti scandalizzati per i voti di Verdini ed suoi accoliti, ma non c'è niente di scandaloso ma anzi è l'unico atto coerente del presidente del consiglio da quando è arrivato a guidare il governo. Ora si può dire che si sta varando la riforma ad una costituzione che è ancora solida e che, con questi cambiamenti, sarà stravolta e sicuramente notevolmente peggiorata, che questi provvedimenti sono approvati da un parlamento, legale sulla carta ma eletto con una legge anticostituzionale e quindi di fatto illegittimo, che la costituzione viene stravolta da un parlamento pieno di inquisiti e nella migliore delle ipotesi indagati, insomma la madre di tutte le leggi di un paese democratico è modificata da una classe politica inadeguata. Una inadeguatezza che si manifesta ogni giorno con sedute parlamentari in cui l'insulto gratuito fa parte ormai sempre più spesso del dibattito politico. Tutto vero .... ma non venitemi a raccontare che Matteo Renzi è incoerente ... almeno in questo caso.

martedì 29 settembre 2015

Da Berlusconi a Renzi: il parlamento esautorato






Uno dei tanti punti in comune fra la politica di Berlusconi e quella di Renzi è l'insofferenza alla democrazia ed al parlamento visto appunto come un intralcio all'azione del governo. Entrambi vorrebbero un presidente del consiglio con pieni poteri legislativi ed un parlamento atto solo a ratificare i provvedimenti del governo. L'ex cavaliere provò goffamente a risolvere questo problema facendo approvare una riforma costituzionale che trasformava il capo del governo in un vero e proprio premier con poteri assoluti fino addirittura allo scioglimento delle camere. Una riforma palesemente autoritaria che non superò, per fortuna, le forche caudine del referendum. Renzi sta tentando la stessa strada ma con un percorso più "furbo" con due riforme nelle quali non si parla affatto del governo e del capo del governo ma che di fatto raggiungono lo stesso obiettivo voluto da Berlusconi. La legge elettorale consegnerà il parlamento o meglio la Camera ad un solo partito senza possibilità di voce in capitolo dell'opposizione, la riforma costituzionale cancellerà il senato elettivo e ne restringerà le competenze: le due leggi insieme daranno vita ad un governo che potrà fare il bello ed il cattivo tempo per 5 anni alla faccia della democrazia. L'azione di Renzi è più sottile e per certi versi subdola con il rischio che la maggioranza del paese non si renda conto della strada pericolosa che sarà intrapresa se non si correrà ai ripari con il referendum. Renzi è più risoluto del pregiudicato di Arcore anche nelle strategie di governo che sta mettendo in atto. Berlusconi si limitava ad usare la fiducia per far approvare le sue porcate al parlamento, Renzi oltre alla fiducia utilizza un altro strumento pericoloso: le deleghe in bianco per completare i provvedimenti portati in parlamento. In pratica il capo del governo è  stato sempre in grado in questo anno e mezzo di portare a casa la fiducia non su un provvedimento ma addirittura sulla futura stesura del provvedimento stesso. E' accaduto per la riforma del lavoro, è accaduto sul provvedimento relativo alle intercettazioni telefoniche che imbavaglierà l'informazione nel nostro paese, e addirittura sta accadendo anche per la riforma costituzionale del senato. La riforma infatti prevede che sull'elettività del senato ci sarà una legge che regolamenterà le elezioni (ammesso che queste ci saranno). E che dire poi della fiducia chiesta sulla legge elettorale ? Un legge che sarebbe esclusiva competenza del parlamento, come la riforma costituzionale, ma che il governo ha imposto al parlamento, come sta imponendo la riforma costituzionale con il ricatto di eventuale elezioni, limitandone se non cancellandone le prerogative stabilite dalla costituzione. Insomma come la giri la giri il risultato è sempre lo stesso: Renzi è molto più pericoloso di Berlusconi e lo stesso ex cavaliere se ne è stato buono buono, facendo una finta opposizione da un certo punto in avanti, perché di fatto il governo sotto la guida renziana sta portando a termine quelle riforme e quei provvedimenti falliti dal governo di centrodestra.