venerdì 13 settembre 2013

Un paese senza futuro a causa della politica


Il fallimento della seconda repubblica è ormai davanti agli occhi di tutti e ormai tutti sono coinvolti in questo fallimento: dai cittadini che non hanno saputo pretendere un cambiamento dalla politica,  passando per i politici che sono molto più distanti dal paese reale di quanto non lo fossero nella prima repubblica, fino ad arrivare alle istituzioni nel suo più alto rappresentante che oggi più che mai calpesta la costituzione rivestendo un ruolo che la carta costituzionale non prevede. Alla base del disastro di questi ultimi 20 anni che hanno portato il paese alla situazione attuale c'è naturalmente il cittadino che si è fatto irretire dal potere mediatico di un filibustiere. Prima non ha capito che stava consegnando il paese ad un uomo che, dopo la caduta del suo protettore Craxi e del partito socialista che gli avevano garantito l'ascesa nel mondo della televisione, era sceso in politica con un unico obiettivo: quello di mettere il bavaglio alla magistratura ed in ultima analisi di sfuggire agli innumerevoli processi che gli stavano cadendo sulla testa. Successivamente è caduto nel tranello di credere che sulle ceneri del più grande partito comunisto europeo potesse nascere un nuovo partito, il Partito Democratico, che staccandosi dalla sinistra vera avrebbe potuto contrastare il potere del condannato. Sfruttando questo terreno fertile la politica è passata dalla corruzione della prima reppubblica, durante la quale chi rubava lo faceva per sovvenzionare il proprio partito, alla corruzione ad personam della seconda repubblica durante la quale si ruba per proprio interesse e tornaconto personale. Ma la politica lentamente è andata oltre ed ognuno ha fatto la propria parte. Ha tolto al cittadino lo strumento sul quale si fonda una qualsiasi democrazia: ha stravolto la legge elettorale in modo che siano i partiti stessi a nominare i propri rappresentanti in parlamento. Il parlamentare non risponde piu' all'elettore ma alla direzione del partito e questo vero e proprio golpe ha dato vita a tutte le storture di questi anni (parlamentari che cambiano allegramente colore, che utlizzando soldi pubblici per proprio tornaconto, governi che non rappresentano il quadro politico uscito dalle urne e la volontà degli elettori). Lo stesso M5S, ultimo arrivato nel panorama parlamentare, di fatto ha tradito i milioni di voti ricevuti e che erano stati consegnati affinche questo movimento iniziasse il cambiamento promesso. Il Movimento assomiglia sempre di più ad una setta e come in tutte le sette si deve obbedire strenuamente ed incondizionatamente al capo, che naturalmente non ci mette la faccia e rinchiuso nella sua fortezza si gode i guadagni della sua impresa. Ultimo in ordine di tempo, ma non per gravità di comportamento, ecco il presidente della repubblica che svestendo i panni che la costituzione italiana gli imporrebbe ed ha inossato quelli del presidenza di una repubblica presidenziale. Naturalmente con la complicità di tutti i partiti a cui questa veste fa comodo come una specie di scarico di responsabilità. Gli ultimi interventi sono stati veramente indicativi del ruolo che veste Giorgio Napolitano non più arbitro del rispetto della costituzione. Ha convinto il partito democratico ha mollare la presa sulla decadenza del condannato, per cui i tempi si allungheranno e la decadenza sarà praticamente decretata dalla rimodulazione della pena accessoria che il trobunale di Milano stabilirà ad ottobre. Ha poi in maniera inopportuna nel momento in cui, per rispetto ai cittadini supertassati, sarebbe necessario ridurre i costi della politica, nominato 4 senatori a vita. Infine ieri ha portato nella Corte Costituzionale niente popodimenoche Giuliano Amato, un politico ex socialista fedele di Craxi, un uomo con una pensione di 31.000 euro al mese e nemmeno si vergogna. Insomma ormai Giorgio Napolitano ricopre il ruolo di monarca del paese e occupando quegli spazi che la politica gli ha lasciato liberi da quando lo ha costretto ad un nuovo mandato come Presidente della Repubblica. Se si andasse al voto domani che speranze avrebbe il paese di cambiare realmente ? Nessuna.

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