mercoledì 11 settembre 2013

La politica questa sconosciuta


Questa estate 2013 è stata caratterizzata dalle non ferie della politica o meglio della non politica considerati gli argomenti che hanno tenuto banco e che sono stati riversati sulla opinione pubblica in questi primi due giorni di ripresa dei dibattiti televisivi. In due giorni si è fatto il pieno di spettacoli indecorosi e squallidi sia per il numero esorbitante delle trasmissione di approfondimento politico sia per gli argomenti anzi l'argomento trattato ma poi soprattutto per il livello veramente  infimo dei partecipanti. Ormai sono settimane, mesi se non anni che l'argomento con cui si tiene in ostaggio il paese è uno ed uno solo: le sorti del condannato in via definitiva. Fino all'agosto 2013 e durante i governi Pdl-Lega il dibattito era mascherato da una presunta riforma della giustizia che portava sempre a leggi calibrate sui problemi giudiziari del pregiudicato. Una "non politica" che ha avuto comunque l'effetto di ritardare o addirittura far cadere in prescrizione molti dei suoi processi o parte di essi (come l'ultimo arrivato per fortuna a sentenza definitiva ma per il quale si è potuto giungere alla condanna solo per una minima parte, 7 milioni di euro, della sua evasione totale di oltre 300 milione di euro). In questo ultimo mese e mezzo, dopo la sentenza definitiva di condanna a 4 anni del capo del Pdl, il dibattito si è "alzato" di livello ed ora ha invaso le case degli italiani attraverso i talk show. In queste trasmissioni in soli due giorni se ne ascoltano di ogni colore e fanno apparire i cari "dibattiti" delle specie di discussioni da bar ma di quei bar frequentati da personaggi come dire di "elevate" capacità dialettiche. Naturalmente in questi dibattiti la fanno da padrone gli esponenti del Pdl supportati dai giornalisti al servizio del condannato che diventano ogni giorno più inguardabili. La strategia è sempre la stessa: si parte dalla tesi che il processo arrivato a sentenza definitiva è solo il risultato dell'accanimento dei magistrati contro il pregiudicato (anche se in questo caso non possono appellarsi alla magistratura politicizzata e comunista), il condannato che ha pagato miliardi di tasse con le sue aziende non può evadere per soli miseri 7 milioni, il pregiudicato è stato votato da oltre 7 milioni di elettori che non possono rimanere senza il loro delinquente a rappresentarli. Queste sono le argomentazioni che perfino un bambino delle elementari troverebbe classiche "cazzate" da nojn prendere nemmeno in considerazione. Naturalmente queste tesi sono portate avanti con la solita tecnica dell'interrompere gli altri partecipanti al dibattito, del sovrapporre le proprie considerazioni mentre l'altro sta parlando dando vita a gazzarre infinite dalle quali nemmeno il conduttore riesce a districarsi. Naturalmente complici di questo squallore e dell'era della non politica sono anche coloro che una volta erano falsi oppositori e che ora spudoratamente governano con un partito guidato da un pregiudicato. Ma l'aspetto peggio degli ex oppositori del Pd è che da una parte non sanno sottrarsi a questo continuo dibattito sulle sorti giudiziarie di un pregiudicato dall'altra sostengono e votano provvedimenti che rappresentano un fatto gravissimo come quello approvato ieri sulla futura commissione dei 40 saggi e sull modifica dell'art. 138 della costituzione. In poche settimane di legislatura sarà smontato un caposaldo della Costituzione Italiana che era stato studiato proprio per evitare colpi di mano da parte di una maggioranza, ora il Pdl con la complicità del Pd smontano questo articolo per procedere alla distruzione della nostra carta costituzionale. Questo è l'evento grave e di stapo golpista che sta avvenendo e del quale tutti, ad esclusione del M5S, naturalmente evitano di parlare troppo presi dalla grande questione "politica" delle sorti del condannato.

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