mercoledì 18 settembre 2013

Altro che persecuzione ... si tratta solo dei nodi che arrivano al pettine

"
"Silvio Berlusconi è un perseguitato dalla magistratura" 
"C'e' un attacco a Silvio Berlusconi cittadino, politico, imprenditore" 
"La democrazia è sotto attacco della magistratura" 
"Non si può impedire a Silvio Berlusconi di rappresentare i suoi elettori" 

Questo è il tam tam mediatico di tutti i galoppini del Pdl in favore del loro capo, una raccolta di fandonie e di idiozie che continua da venti anni e che sono riusciti ad inculcare in un certo numero di cittadini che addirittura si commuovono rispetto al baratro nel quale sta finalmento cadendo un imprenditore senza scrupoli che per i suoi affari è arrivato a corrompere un giudice ed a frodare il fisco e tutto il paese. Questa è la realtà altro che gli slogan dei vari Cicchitto, Alfano, Gasparri, Santanche', Gemini e via dicendo. Tutto quello che si sapeva al momento della sua discesa in politica si è puntualmente avverato. Ci sono voluti venti anni affinché finalmente la verità venisse a galla, una verità d'altra parte che era già sotto una cenere nemmeno troppo spessa ed era conosciuta da chi seguiva un minimo le vicende del politico (Bettino Craxi) che aveva agevolato l'ascesa imprenditoriale dell'imprenditore di Arcore. Un tempo immemorabile grazie al consenso che l'uomo ha ricevuto da parte di milioni di cittadini e che gli ha consentito di bloccare con tutti i mezzi il corso della giustizia. Attraverso le sue leggi ad personam perscrizioni e reati depenalizzati hanno impedito che alcuni processi arrivassero ad una sentenza di condanna, ma le sue malefatte erano innumerevoli e sarebbe stata un'impresa titanica bloccarle e nasconderle tutte. Ecco finalmente che due processi nei quali era implicato sono arrivati a sentenza definitiva e non è ancora finita, altri nodi sono in arrivo e si chiamano processo Ruby e forse il processo per corruzione di parlamentari durante il giverno Prodi. La democrazia sarebbe veramente e definitivamente cancellata in questo paese, se al condannato fosse ancora consentito di sedere sui banchi del senato, senza contare che si tratta di un posto occupato virtualmente considerato che il tizio non si degna di partecipare all'attività parlamentare. Il voto ed il consenso popolare non sono dei lasciapassare per disattendere la legge anzi dovrebbero costituire un motivo in più di integrità morale, sociale e civile tale da rendere un dovere per il politico lasciare il proprio incarico istituzionale non solo a condanna definitiva ma semplicemente in caso di un semplice sospetto, come d'altra parte avviene in qualsiasi paese realmente democratico. Nel frattempo, tutti concentrati sulle sorti del loro capo, i parlamentari del Pdl sparano sul commissario europeo Rehn che avvisa sulla fragilità dei conti italiani, ma questo è un dettaglio, la crisi non tocca tutti e soprattutto non tocca i nostri politici.

Nessun commento: