sabato 31 marzo 2012

Il paese di Bengodi fa un baffo all'Italia


Apri un giornale italiano e non sai più dove ti trovi se su Scherzi a parte, in una commedia d'altri tempi o in un paese dove nonostante la crisi che sta affondando il popolo non si ha più il senso della misura in nessun settore della vita sociale, politica e culturale.

Politica. Oggi si scopre che i presidenti di camera e senato continuano a godere di alcuni privilegi a vita anche dopo aver concluso il loro mandato istituzionale. Ufficio con tanto di segretaria o segretarie, auto blu, indennità e via dicendo. E sinceramente è un privilegio che rimane oscuro al cittadino normale che un a volta cessato il proprio rapporto di lavoro con un'azienda o con qualsiasi ente, cessa di avere qualsiasi rapporto con l'azienda stessa. In uno slancio di generosità ieri il presidente della Camera Fini ha deciso che questi privilegi non sarnno più a vita ma limitati a 10 anni, naturalmente dalla prossima legislatura. Insomma hai fatto il presidente della camera per 5 anni o per due anni come altri, hai diritto ad un auto blu per 10 anni. Ma per fare cosa ? Questa è la domanda. Casini in uno slancio di ... ipocrisia ... ha detto che rinuncerà, ma chissà perchè non ha detto di riuniciarvi subito, che cosa avrebbe fatto se non ci fosse stata questa modifica approvata dalla presidenza della camera ? Bertinotti ha detto che non ci rinuncia. Che volete una volta che a un vecchio comun ista vienne concesso un privilegio perchè deliberatamente rinunciarvi ? Insomma la casta è dura a morire, non importa niente se il paese arranca grazie alla crisi ... d'altra parte anche loro arrancano per mantenersi quei quattro privilegi che si vorrebbe abbattere.

Evasione fiscale. SI è scoperto che nel 2011 in media gli imprenditori italiani hanno dichiarato redditi inferiori ai loro dipendenti. Se il dipendete guadagna 100 il suo padrone guadagna 80. Ora se spiegate questo fatto ad un ragazzino che ha appena imparato qualche segreto della matematica si mette a ridere. Ma dopo la risata prende lo sconforto perchè le operazioni eclatanti dell'agenzia delle entrate inscenate a Cortina, a Sanremo e via dicendo vengono viste sotto una luce diversa e dell'ennesimo burletta italiana. Si perchè l'ispettore dell'agenzia delle entrate potrebbe scovare molti più evasori in una giornata di lavoroalla luce fioca del proprio ufficio con un piccolo computer a disposizione, che in una settimana a gironzolare per gli esercizi pubblici di Cortina. Basterebbe infatti mettere a confronto le dichiarazione dei redditi dei dipendenti di un'azienda con quelli dell'imprenditore dell'azienda stessa e questa anomali sarebbe scoperta in quattro e quattr'otto e senza mettersi sotto i riflettori dei media. Già ma in questo modo ci sarebbe il rischio di scoprire e veri evasori e non i poveri diavoli.

Energia. Dopo anni che si predica nel nostro paese la necessità di liberarsi dalla schiavitù del petrolio e delle fonti di energia a combustibile fossile in generale, ora arriva l'allarme dell'Enel. Nel paese la produzione di energia da fonti rinnovabili (solare ed eolico) ha subito un vero e propro boom, tanto che questo aumento di produzione sommato ad un calo dei consumi dovuto sia a tariffe sempre più alte ma anche a una maggiore razionalizzazione dei consumi stessi, sta mettendo in crisi l'Enel che minaccia di chiudere delle centrali. Sembra incredibile ma è vero e dimostra come nel nostro paese si navighi a vista e non esista un piano di sviluppo in nessun settore nemmeno in quello delicato dell'approvigionamenteo energetico. Ma dimostra anche un altro fatto. Certi servizi essenziali per la vita di un paese non possono essere in mano ai privati e non possono essere fonte di guadagno. E l'energia è uno di questi servizi. L'Enel dimostra tutta la propria incapacità a gestire il passaggio inevitabile ed auspicabile dalla dipendenza dal petrlio all'utilizzo di fonti a disposizione di tutti ed ora si trova in crisi proprio per non aver operato in un settore come dovrebbe, a detta di tutti, rappresentare un'opportunità.

Siccità. L'inverno è stato poco piovoso e lo stesso mese di Marzo non ha fatto il pazzerello come si diceva una volta, ma si è messo a fare il mese stabile e senza pioggia. E quindi arriva l'ennesimo allarme siccità. Ma naturalmente il paese è pronto ad affrontare questa crisi idrica ed infatti si stanno approntando i primi provvedimenti di emergenza. Di che si tratta ? Udite udite: preghiere, processioni nei campi e croci per chiedere l'acqua a l'unico che sembra in grado di forniral, Dio. Strano perchè in un periodo come questo dove probabilmente siamo in presenza di un governo fra i più ladri che la repubblica abbia mai avuto, l'acqua non sarebbe dovuta mancare il virtù del famoso detto: piove governo ladro. Ma forse non vale la proprietà riflessiva .. se il governo è ladro dovrebbe piovere. Ed invece stanno scendendo in campo tutte le autorità religiose che naturalmente invitano alla preghiera .... eh ma si può pregare a comando ? Insomma prepariamoci ad un'estate oltre che senza soldi, senza benzina per i costi che sta raggiungendo, anche senza acqua e vedrete che tornerà attuale il tema della privatizzazione.







mercoledì 28 marzo 2012

La berlusconite acuta imperversa ... ed i suicidi aumentano


C'era una volta la prima repubblica (ammesso e non concesso che la prima si terminata, che stia terminando la seconda e si entri nella terza) dove tutto era più chiaro. C'era la sinistra o meglio il partito comunista, c'era qualcosa di ibrido che era il partito socialista, c'erano alcuni partiti laici non legati alla chiesa, c'era la democrazia cristiana il partito dei cattolici e c'era la destra o meglio i fascisti. Poi c'era solitamente un governo formato dalla democrazia cristiana e di volta in volta dai partitelli ibridi e laici. Chi era chiamato a svolgere le funzioni di presidente del consiglio, formava il suo consiglio dei ministri e governava fino a che i partiti che lo sostenevano gli davano la fiducia. Ma nel bene e nel male quel governo faceva il proprio lavoro ed il capo del governo si occupava del mestiere di governare non di quello di parlare a vanvera, rilasciando dichiarazioni a destra e a manca. Poi arrivò la seconda repubblica e i cittadini italiani si fecero infinocchiare da un mezzo delinquente che aveva fatto fortuna grazie ai favori soprattutto del partito socialista e le cose cambiarono immediatamente. Si passò dalla politica del fare, nel bene e nel male, alla politica del dire, dell'autoincensazione, dell'autocelebrazione, del quanto sono bravo, del quanto il paese mi sostiene, dei sondaggi favorevoli, della denigrazione e dello sberleffo dell'avversario politico. Quella politica sembrava finita a novembre, quando il superinquisito del consiglio, incapace di governare si è fatto finalmente da parte, la sinistra o presunta tale non ha avuto il coraggio di prendere in mano le redini del paese e si è lasciato spazio al governo dei professori. Per qualche mese sembravano definitivamente accantonate dichiarazioni altisonanti e autocelebrazioni. Tutti i provvedimenti scellerati del governo sono stati approvati senza colpo ferire e senza un minimo di resistenza da parte di nessuno e soprattutto da parte di chi avrebbe avuto il dovere di fare resistenza ... il Partito Democratico. Ma è stato sufficiente che il governo si trovasse ad affrontare un provvedimento scabroso come la riforma del lavoro che ha sollevato qualche timida opposizione da parte dei sindacati e del Pd, che anche questo governo ed in particolare la ministra responsabile della riforma, Elsa Fornero, e il capo del governo Mario Monti tornassero ad usanze antiche. Monti è sceso addirittura al ricatto tentando di desautorare il parlamento dichiarando che se la riforma non passa cosi' come è stata elaborata dal suo braccio armato, il governo si dimetterebbe. Oggi addirittura in uno slancio di autocelebrazione è arrivato a dichiarare che lui ha il sostegno del popolo italiano, che la fiducia in lui dei cittadini è più alta della fiducia che i cittadini stessi hanno nei partiti. Come dire .... voi non capite una mazza quindi state buoni e votate la riforma del lavoro. Un attacco di berlusconite acuta che sembra diventare cronica. Un delirio se si pensa anche alla dichiarazione rilasciata oggi e che testualmente dice "Le imprese non assumono perche' non possono licenziare" Chissa' se anche l'imprenditore che si e' ucciso appiccandosi il fuoco davanti alla sede del fisco a Bologna lo ha fatto perche' impossibilitato a licenziare o perche' messo a terra dai provvedimenti del governo Monti ? E la musica e' appena iniziata perche' a giugno con il salasso dell'Imu potrebbero non essere solo gli imprenditori a mettersi il cappio al collo. Ma perche' invece di toglierci la vita noi non la togliamo a chi ci sta togliendo soldi, sogni, speranze, futuro, tutto ? Intanto i partiti si stanno preparando il terreno per una bella riforma elettorale che consenta loro di rimanere in parlamento e di lasciare fuori coloro che non arriveranno al 7%, meglio stare sicuri visto mai che qualche italiano finalmente si svegli e la smetta di votare Lega, Pdl, Udc, Pd, Idv ed invece cambi strada. Tanto per la riforma del lavoro non faranno niente, come non hanno fatto niente per le pensioni o per le tasse che stanno togliendo la vita al ceto medio basso.

lunedì 26 marzo 2012

Dal CaiMano al CaiMonti


Con il governo di Super Mario si pensava quanto meno di aver lasciato alle spalle esternazioni e dichiarazioni di stampo dittatoriale/fascista insofferenti alla democrazia, oltre naturalmente a tutte quelle sceneggiate messe in piedi dal superindagato del consiglio. Le sceneggiate sono terminate, ma non era difficile prevedere questo risultato minimo, mentre l'insofferenza per la democrazia è più difficile da combattere soprattutto poi per un capo del governo che non dovà rispondere del proprio operato agli elettori. E così dopo qualche mese di relativo silenzio ora anche Monti segue la consuetudine del suo predecessore il Caimano. Il governo ha varato per mano del suo ministro più ipocrita, Elsa Fornero, quella delle lacrime, la riforma del lavoro che per incentivare lo sviluppo e per tentare di risolvere la fame da lavoro che attanaglia il paese, ha deciso di iniziare dal distruggere l'articolo simbolo dello statuto dei lavoratori, il famoso articolo 18, e di dare avvio ad una fase di licenziamenti più facili. In uno slancio democratico il governo invece del solito decreto legge presenta un disegno di legge che quindi dovrà essere discusso dal parlamento ed eventualmente modificato. Ma lo slancio democratico di Monti si interrompe subito dopo nemmeno 24 ore dal varo del disegno legge. "Il disegno di legge non si può snaturare, niente reintegro per i licenziamenti economici" dichiara la serpe Fornero, alla quale aggiunge un bel carico da 11 il presidente del consiglio da Seul "Se l'Italia non è pronto pre le riforme il governo potrebbe non restare" Minacce belle e buone alla sovranità del parlamento che in questo modo viene avvisato che, qualsiasi modifica che Monti e il suo braccio armato Fornero non riterranno adeguate, potranno provocare le dimissioni del governo stesso. Siamo quindi in perfetto stile Berlusconiano che considerava il parlamento un intralcio alle potenzialità legislative del governo stesso. E così ora il parlamento ma soprattutto il Partito Democratico che farà .. ? Se cederà sull'articolo 18 si giocherà tutta la dote di voti che aveva a settembre e che non ha avuto il coraggio di sfruttare andando alle elezioni, se invece avraà la forza di tenere duro magari Monti molla davvero e dopo Bersani non saprebbe piu' a che santo votarsi per il candidato premier. Ma poi qualcuno ha capito perchè Bersani si agita tanto ? Quando ha dato la fiducia al governo non sapeva forse che Monti avrebbe fatto tutto ciò che la BCE aveva chiesto a Berlusconi con la famosa lettera compresa la riforma dell'articolo 18 ? Certo che lo sapeva ed ora che si agita a fare. Purtroppo il segretario del Partito Democratico è il più ridicolo di tutta la combriccola ed alla fine sarà quello che ci rimetterà di più .... sempre dopo il popolo dei lavoratori dipendenti e pensionati naturalmente.

domenica 25 marzo 2012

Non vi sentite presi per il culo ... ?

Sono momenti difficili per il nostro paese e soprattutto per i lavoratori dipendenti e pensionati che da luglio ad oggi sono stati tartassati da tasse, balzelli, imposte per evitare il fallimento del paese si è detto e che rischiano di essere privati dei più elementari diritti sancito dallo statuto dei lavoratori. In questi giorni ci sono state in proposito molte maifestazioni spontanee mentre il sindacato della Cgil e la Fiom proclamano sioperi generali per protestare contro lo scempio che il governo Monti sta attuando ai danni dei ceti medio bassi. Allora mi chiedo che effetto può fare a quei lavoratori che fra giovedì e venerdì sono scesi in piazza o a quei lavoratori che rischieranno da domani licenziamenti a raffica vedere queste scene relative a pranzi, grandi sorrisi brindisi fra Monti e i segretari dei partiti che lo sostengono oltre alla Camusso, segretario della CGIL. Come si può pensare che questi signori, Bersani e la Camusso in particolar modo, siano davvero impegnati a difendere lavoratori e pensionati se poi se la spassano a tarallucci (si fa per dire pechè non mi sembra che sulla tavola questi signori abbiano mangiato solo tarallucci) e vino con il capo di quel governo che sta affossando proprio lavoratori e pensionati ? Questi signori lo sanno che buona parte del paese in questo momento è alle prese con la sopravvivenza e che sta limitando in propri consumi proprio a causa dei provvedimenti messo in atto da questo governo ? Ecco perchè questo paese non ha speranza se continua ad affidarsi a questa gente e chi deve sopportare veramente il carico della crisi non scende in piazza a prendersi quello che gli viene tolto.



sabato 24 marzo 2012

Monti ha realizzato uno dei sogni dell'essere umano


Un sogno di sempre dell'uomo è il viaggio nel tempo. Alcuni scienziati pensano che, forse in un futuro remoto, questi viaggi saranno possibili, Zichichi ha dimostrato che per le particelle elementari è già possibile, ma il presidente del consiglio Monti è più avanti di tutti. Lui ha fatto viaggiare nel tempo non una particella elementare, non un essere umano, ma una nazione intera. L'impresa titanica è stata resa possibile grazie al contributo fondamentale della ministra Elsa Fornero e per ora il viaggio è stato possibile solo nel passato per il futuro probabilmente non ci saranno speranze. In soli quattro mesi di governo Monti ed i suoi professori hanno portato il paese indietro di circa 15 anni per quanto riguarda il livello dei consumi. Con al sua super manovra di dicembre i cui effetti iniziano a farsi sentire ora con l'aumento delle addizionali Irpef di regione e comuni, con l'aumento incontrollato della benzina e di consequenza di tutti i generi di prima necessità, con l'aumento dell'Iva, il ceto medio basso ha dovuto stringere quella cinghia che già era arrivata all'ultimo buco. Ma poi a giugno quando farà di nuovo il suo ingresso trionfale la nuoca ICI, ci potrebbe essere un ulteriore balzo all'indietro nei consumi degli italiani ed il viaggio potrebbe non essere ancora terminato. Ma il massimo il duo Monti-Fornero, in quanto a viaggi nel passato, l'hanno ottenuto con la riforma del lavoro varata oggi dal governo. Quel disegno legge porta le lancette dell'orologio del mondo del lavoro indietro di almeno 50 anni se non oltre, ma in questo caso c'è stato il contributo anche del Presidente della Repubblica che ha fatto sentire tutto il peso della sua carica. Se poi come si dice, le nuove norme sul lavoro saranno applicata anche al pubblico impiego, il balzo sarà di almeno 100 anni indietro nel tempo. Lo statuto dei lavoratori, se il disegno di legge sar' approvato cosi' come predisposto dal governo, sara' completamente stracciato con buona pace di tutte le lotte sindacali, di tutti gli scioperi, delle ore e consequente salario perso dai lavoratori, tutti sacrifici inutili che riportano indietro il paese in maniera difficilmente irrecuperabile. Quello che poi appare incomprensibile, nemmeno i professori sono riusciti a farlo capire al cittadino della strada, e' come si pensa di risolvere i problemi del lavoro in Italia agevolando e dando il via libera a licenziamenti di ogni genere. Il paese e' entrato in una recessione che produrra' gia' di per se' centinaia di migliaia di disoccupati ai quali si andranno ad aggiungere i licenziamenti che l'unica vera liberalizzazione che il governo e' riuscito a fare produrra' sicuramente. Si perche' sulle liberalizzazioni anche questo governo ha ceduto su tutta la linea comprese le banche e cosi' dopo aver costretto i pensionati ad aprire un conto corrente non e' nemmeno riuscito a garantire che questi conti fossero esenti da spese. Quello che fa rabbia o che aumenta la rabbia e' vedere un vecchio comunista che tenta di indorare la pillola e un ministro che dopo le lacrime di coccodrillo ora sorride sempre e poi si scandalizza se una donna di mezza eta' che ha perso il lavoro indossa una maglietta dove le augura di andare a finire al cimitero. Ci finira' anche lei ministra Fornero il problema e' che ci spedira' anche tante migliaia di persone che forse ma speriamo di no, ci finiranno prima di lei.

mercoledì 21 marzo 2012

Scontro finale o resa finale ?


La ministra ipocrita aveva esordito con lacrime alle quali sono gli ingenui avevano creduto. In pochi mesi questa donna, a proposito ma le donne non avrebbero dovuto salvare il paese e portare un nuovo modo di governare e fare politica ?, ha dato vita a dei provvedimenti che riportano indietro il paese di oltre 60 anni. Prima a colpito in maniera infame i pensionati bloccando l'adeguamento delle pensioni al costo della vita, un adeguamento che già di per era una miseria rispetto al reale aumento dei prezzi, poi non contenta ha colpito i lavoratori privandoli dello statuto dei lavoratori e dell'articolo simbolo dei diritti con tanta fatica conquistati. Tutto questo con la complicità di quelle forze politiche e di quella parti sociali che avrebbero dovuto rappresentare un baluardo nella difesa delle categorie piu deboli. Sul versante politico, il Presidente della Repubblica da una parte ed il Partito Democratico dall'altra, entrambi figli del Comunismo Italiano, hanno dato il loro appoggio a questa riforma scellerata. Giorgio Napolitano, a difesa di quel governo da lui voluto, ha spinto Monti a proseguire sulla strada delle riforma dell'articolo 18 e si è schierato contro quei sindacati che osteggiavano la riforma, anche se alcuni in maniera falsa ed ipocrita. Il Partito Democratico incapace di prendere una reale posizione a difesa di quello che una volta era il suo elettorato, si sta arrovellando nelle sue contraddizioni interne stretto fra chi ha già dichiarato la propria fiducia al governo Monti (Letta e soci) e chi dimenticando le proprie origini non ha la forza di riprendere quelle posizioni abbandonate in nome di un carrozzone senza arte ne' parte. Sul versante delle parti sociali il sindacato, dopo una tenue speranza che potesse dar vita ad un fronte unico contro lo scempio messo in atto da Monti, si è frantumato con Cisl e Uil che hanno alzato bandiera bianca e si sono arresi, ammesso che avessero mai avuto reali intenzioni di dare battaglia, e con la CGIL che si limita a proclamare 8 ore di sciopero che avranno il solito effetto: nessuno. A dare manforte al governo in questa opera di macelleria sociale arriva anche l'Europa che giudica la riforma varata dalla ministra coccodrillo, come una buona riforma, facendo rivoltare nella tomba tutti coloro che si erano prodigati negli anni 50 per l'europa unita. Un europa che pensa di uscire dalla crisi a spese dei lavoratori, dei pensionati (la Grecia insegna) senza minimamente toccare i principali responsabili di questa crisi: banche, poteri finanziari e grandi imprenditori. La riforma è un colpo alla tutela dei lavoratori che oggi saranno licenziabili senza se e senza ma oltre che un ulteriore affossamento per coloro attualmente lavorano con contratti atipici. Chi perderà il lavoro infatti avrà diritto all'indennità di disoccupazione, che cambia nome, solo se saranno stati impiegati per almeno due anni. Insomma dopo le bastonate ai pensionati ora arrivano quelle al mondo del lavoro che in un momento nel quale deve affrontare l'emergenza disoccupazione (soprattutto quella giovanile e femminile) di tutto aveva bisogno meno che di licenziamenti più facili e meno tutele. Ed ora chi potrà difendere i lavoratori ? Nessuno o si difenderanno da soli scendendo in piazza in maniera veramente incisiva l sconfitta sarà totale e anni ancora più bui di quelli già prospettati aspettano il nostro futuro. A meno che i Maya non avessero ragione ed il 21 dicembre tutto finisce ..... sarebbe una bella soluzione forse.

lunedì 19 marzo 2012

Il paese dei balocchi ...


Quando Collodi scrisse Pinocchio e si invento' il paese dei balocchi non poteva immaginare che quel paese sarebbe realmente esistito e si sarebbe chiamato proprio Italia. Fino a pochi mesi, in piena crisi economica con quel famigerato spread che ci procurava ansia, dovevamo sorbirci un governo che sapeva solo occuparsi di leggine per mettere al riparo da processi ed eventuale galera il superinquisito del consiglio. Lo stesso imperversava nel paese ed in europa con le sue barzellette, i suoi sberleffi, le sue feste a base di pillole blue ed escorta ridicolizzando l'Italia intera ormai sull'orlo della bancarotta. In qualsiasi paese con vigente un sistema bipolare, la maggioranza sarebbe andata a casa, ci sarebbero state nuove elezioni, l'opposizione sarebbe andata la governo e il cammino sarebbe proseguito. Ma nel paese dei balocchi questo sarebbe stato un percorso troppo scontato ed allora maggioranza ed opposizione hanno deposto i lunghi coltelli per passare al volemose e appoggiare un governo cosi' detto tecnico. Ci sarebbe stato da ridere se quel governo non avesse subito messo le mani non solo nelle tasche, ma anche nelle case e nei risparmi dei poveri abitanti del paese dei balocchi. Ma il divertimento, per un osservatore esterno non certo per un abitante di quel bistrattato paese, non era ancora terminato, e' cambiata la musica e il tipo di rappresentazione ma la sostanza e' rimasta la stessa. Dopo aver approvato allegramente la riforma delle pensione, terreno di scontro fra maggioranza ed opposizione fino a poche settimane fa, in questi giorni siamo al ridicolo o al burlesco a seconda dello spirito con cui ci si alza la mattina. Il governo si sta scontrando da settimane con le parti sociali e soprattutto con i sindacati sulla riforma del lavoro, una riforma si dice richiesta dall'europa e che dovrebbe portare alla cancellazione di quel sacrostanto diritto a tutela dei lavoratori che e' il famoso art. 18, quello che impedisce il licenziamento senza una giusta causa. Dopo i colpi di mano della Fiat, il terreno e' delicato e si rischia di tornare indietro di oltre 50 anni per quanto riguarda la tutela del lavoro nel nostro paese. Un terreno sul quale un partito che si ritiene di sinistra dovrebbe mettersi a fianco dei lavoratori o quanto meno far sentire la propria voce quando meno per proteggere quello che dovrebbe essere il proprio elettorato. Gia' ma tutto questo in un paese normale non nel paese dei balocchi. Nel paese dei balocchi anche un partito di sinistra (ormai questo titolo andrebbe tolto d'ufficio al Partito Democratico) mentre si discute di un argomento strategico soprattutto in questo periodo di crisi, non fa sentire la propria voce in merito allo stesso argomento, ma bensi' si occupa d'altro e nello specifico di un problema molto piu' importante ... per il partito e soprattutto per le poltrone: si deve commissariare la Rai oppure no ? Che dire siamo o non siamo nel paese dei balocchi ? E tutto questo mentre i partiti, tutti nessuno escluso, dovrebbero nascondersi sotto qualche metro di terra considerato gli episodi di corruzione dei quali,giorno dopo giorno, vengono accusati e indagati amministratori pubblici locali e nazionali. Per non parlare dei dati pubblicati oggi in merito alle dichirazione dei redditi 2011 di chi ci governa: il piu' povero si aggira sui 97.000 euro annui, ma si tratta di un csao isolato .. poi si passa subito gli oltre 150.000 per arrivare naturalmente alle decine di milioni di euro dell'ex presidente del consiglio. Ora la domanda e': questa gente a che titolo chiede soldi al cittadino comune per risanare i conti del paese ? E soprattutto questa classe politica che vive nel paese dei balocchi, come puo' capire quali siano i veri problemi del paese reale ?





sabato 17 marzo 2012

I corrotti potranno mai debellare la corruzione .. ?


Siamo sicuri che il vero problema di questo paese sia la riforma del lavoro piuttosto che la lotta alla corruzione ? Sembra assurdo che in un paese civile e democratico (anche se l'Italia ha smesso di essere una democrazia dal 1993) ci sia bisogno di una legge per contrastare la corruzione nelle istituzioni, nella politica e nella pubblica amminstrazione. Se poi si pensa che per stilare questa legge siano necessari mesi e mesi si arriva oltre che all'assurdo anche al ridicolo. Quello di un comportamento irreprensibile e fuori da ogni sospetto, dovrebbe essere un principio facente parte del "codice genetico" del politico e più in generale dell'amministratore della cosa pubblica. Al contrario in Italia ormai è l'esatto contrario: politico e amministratore pubblico sono ormai sinonimo di ladro. Ed allora ci fosse bisogno di una legge per contrastare la corruzione, questa dovrebbe essere composta da un unico, chiaro e semplice articolo: chiunque è anche solo sospettato di essere stato corrotto o di aver corrotto qualcuno non può ricoprire nè alcun incarico politico nè tanto meno di amminstratore pubblico. Tutto qui. Ma sarà mai possibile che il sistema politico italiano, travolto in questi giorni da un'altra bufera sul genere di tangentopoli e forse ancora più grave, abbia titolo a contrastare questo fenomento che ormai colpisce ogni schieramento politico da destra a sinistra senza nessuno escluso ?. Dalla Lombardia, diventata l'emblema della corruzione a causa del numero impressionante di indagati che esautorano il consiglio regionale, dove è cascata anche la Lega Nord, che doveva essere l'emblema alla lotta del sistema dei partiti, all'Emilia Romagna, alla Toscana, a Bari, tutti i centri di potere che siano governati dal centro destra o dal centro sinistra sono invischiati con i propri uomini in indagini giudiziarie. Quello che poi stupisce è che le reazioni sono le stesse da parte di tutti: gli indagati sono tutti vittime di qualche macchinazione, tutti presunti innocenti fino al terzo grado di giudizio che probabilmente non arriverà mai, tutti fermi e irremevobili nel non abbandonare le loro poltrone attaccate alle chiappe con cemento a pronta presa ed indistruttibile. E tanto più si agitano più diventano ridicoli .... come Rutelli che organizza conferenze stampa a raffica nel tentativo di dissociarsi dal tesoriere del proprio partito che non rubava soldi solo per se stesso ma anche per "donarli" alla fondazione del pupone della politica italiana. O come Scajola che dopo la vicenda dell'appartamento acquistato a sua insaputa ora si scopre che anche la sua barca occupava un posto al porto di Imperia per il quale aveva versato solo la caparra e non il saldo ... ma si sa ad una certa età certe cose si dimenticano con facilità. Come si uscirà da questa situazione disastrosa ? E soprattutto se ne uscirà mai considerato che ora tutti i partiti presenti in parlamento, ad esclusione di Lega ed Idv, sono legati appassionatamente ad appoggiare il governo Monti ma non solo. Per esempio nella riforma della giustizia il Pd è impegnato nel modificare il reato di concussione con l'appoggio naturalmente del Pdl in quanto questa modifica potrebbe essere l'ancora di salvezza di Berlusconi nel processo Ruby. La situazione è veramente drammatica e sembra che la politica sia impegnata nell'arraffare l'arraffabile temendo che alle prossime elezione magari ci sia davvero una svolta, quella svolta che solo noi cittadini possiamo dare.





martedì 13 marzo 2012

Lo Stato contro lo Stato .....

Non si capisce più se siamo alla presa in giro o sulle comiche, ma considerato i soldi che il cittadino italiano dovrà sborsare durante il 2012 e 2013 c'è poco da ridere. Lo Stato italiano, per mano del governo tecnico, sommerge il cittadino di una serie di tasse e imposte che probabilmente consentiranno allo stato stesso di sopravvivere ma allo stesso tempo strozza il ceto medio basso. Sempre lo Stato, per mano questa volta di un altro suo potere istituzionale la Corte dei Conti, denuncia che nel nostro paese le tasse, per i cittadini onesti, sono ad un livello inaccettabile e stanno per diventare le più alte d' europa. Da sottolineare che se facessimo un confronto fra tasse e servizi che lo stato eroga, sicuramente l'Italia sarebbe al primo posto non solo in europa ma nel mondo. E' vero per esempio che in Svezia, Danimarca, Finlandia la pressione fiscale si avvicina al 50% ma è anche vero che in quei paesi l'istruzione è gratuita fino all'università, i servizi sanitari sono gratuiti e i servizi in generale funzionano alla perfezione. Ma torniamo allo Stato italiano che da una parte sommerge di tasse chi le tasse le paga e le ha pagate da sempre, mentre dall'altra parte sempre lo Stato ci viene a dire che la pressione fiscale è troppo alta. Ed allora la domanda sorge spontanea: ma questo Stato ci prende per il cuolo (mi scuso per il francesismo ma è d'obbligo) oppure si è fumato qualcosa di pesante e non si rende conto delle parole che propina ai propri cittadini. Ma non è finita. Sempre lo Stato e sempre per mano del suo governo ha messo insieme una massa di misure per entrare nella privacy dei proprti cittadini in nome della lotta all'evasione. Il problema che questa intrusione invasiva viena fatta a tappeto verso chiunque secondo la logica del tutti siete evasori. Ecco che il cittadino onesto, solitamente lavoratore dipendente e pensionato, si vede violare i propri dati come se fosse un delinquente comune e, come al solito, chi riesce a sfuggire da questa ragnatela è sempre il disonesto, abituato a svicolare fra le maglie della legge. Ma sempre lo Stato che mette in campo queste misure, denuncia questa violazione della privacy e di questi controlli invasivi per nome del garante della privacy, altra autorità dello stato stesso. Insomma sembra una lotta interna dello Stato contro lo Stato ma in mezzo a questi contendenti c'e' sempre lui: il cittadino. Oltre a questo scontro poi c'è la contrapposizione diretta dello stato verso il popolo, i lavoratori ed i cittadini onesti. E' quanto traspare dai lavori e dalla trattativa in atto per la riforma del lavoro. La ministra che piange probabilmente, alla fine della riforma, ci farà vedere ancora le sue lacrime, se andrà avanti come sembra contro tutto e contro tutti. Oggi ha dichiarato: "basta con i privilegi", bella frase, peccato non intenda occuparsi dei privilegi della casta alla quale appartiene di diritto, ma di quei poveri diavoli il cui unico privilegio è avere ancora un lavoro. Domanda: ma le donne non avrebbero dovuto risollevare le sorti di questo paese ?

mercoledì 7 marzo 2012

No non siamo su Scherzi a parte ma in Italia


Un periodo come questo e giornate come questa potrebbero far pensare ad un osservatore neutrale di stare su una trasmissione come "Scherzi a parte" piuttosto che in un paese democratico con una economia che era fra le prime 7 del mondo. Ma i fatti sono inconfutabili e non danno scampo al nostro paese.
Bipolarismo. Da quando si è decretato che la prima repubblica era finita e si entrava nella seconda repubblica, tutti i partiti politici si sono affannati a far decollare il sistema bipolare sulla falsariga di quello americano o anglosassone. Un sistema che risulta anomalo per il nostro paese ma anche per i partiti presenti nel panorama politico nazionale. Fatto sta che anche i due maggiori fautori si questo sistema, Pd e Pdl, lo hanno tradito alla prima occasione. Infatti si sono ritrovati insieme ad appoggiare un governo che ha sostituito il precedente di centro destra incapace di gestire la crisi ecocnomica nel nostro paese. In un sistema bipolare una volta che la maggioranza va in crisi si va a nuove elezioni con la probabile vittoria dell'opposizione che quindi va al governo. In Italia no, i due avversari politici consentono la cessione del governo ad un manipolo di professori ed entrambi diventano maggioranza. Se non è uno scherzo questo.

Secessione. Succede che sulle ceneri della prima repubblica, annientata da un sistema di corruzione generalizzato, nasce un partito che vorrebbe dividere l'Italia separando il Nord dal resto del paese. Lo slogan con cui questo partito, la Lega Nord, si fa conoscere è quello di Roma ladrona. Poi accade che i politici di questo partito vengono chiamati a responsabilità di governo ed allora Roma da ladrona diventa una fornitrice di poltrone da tenere belle incollati al proprio sedere. Cosi' il partito che doveva cambiare l'Italia si integra perfettamente nel sistema ma, per distinguersi dal resto del panorama politico, trasferisce il ladrocinio al Nord per cui dal Sud si leva il grido ... Milano ladrona. Ed una volta scoperto il gioco sporco, il comportamento è sempre lo stesso: garantismo, niente dimissioni, complotto ... tutte frasi e dichiarazioni già ampiamente conosciute.

Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Berlusconi è tornato alla ribalta oggi ed alla sua maniera. Sarebbe dovuto andare da Vespa in prima serata, il suo primo amore, quello davanti al quale aveva firmato il famoso contratto poi disatteso. C'era un po' di fibrillazione nel paese per questo evento che vedeva il cavaliere ad una trasmissione Tv dopo la resa in condizionata ed il fallimento totale, il terzo tanti sono stati i suoi mandati, del governo guidato dal dittatore di Arcore. Ma ormai la mente del cavaliere non è più quella di una volta ed aveva completamente dimenticato che si sarebbe dovuto recare dall'amico puttaniere Putin per una festa a base di vodka ed escorts russe. E cosi' si è inventato una scusa, quella di non voler fare un torto al suo pupillo Angelino Alfano, ed invece di andare in Tv è volato dall'amichetto del cuore, tradendo perfino il buon Vespa. Come si dice ... tira più un pelo di f... che una trasmissione in prima serata con Vespa.

Dimissioni. Sentire Gasparri del Pdl che chiede le dimissioni del ministro Riccardi perhè dice che la politica fa schifo .... non ha prezzo. Se si dovesse adottare l'attuale metro di giudizio di Gasparri, Berlusconi non solo si sarebbe dovuto dimettere a dovrebbe stare almeno 10 metri sottoterra, per non parlare degli ex ministri leghisti che durante il loro governo ne hanno dette di tutte i colori. Ma forse davvero Gasparri pensa si essere su Scherzi a parte.

Alfano sbatte i piedi. Ancora più comica è la rinuncia di Angelino Alfano a partecipare all'incontro con Monti, Bersani perchè si doveva parlare di Rai e di giustizia. La scusa è stata quella che giustizia e rai non erano nel programma del governo, la verità è invece che Berlusconi, in volo per Mosca, non avrebbe potuto dare suggerimenti al suo delfino che non avrebbe saputo che pesci prendere.




Il paese lo dobbiamo cambiare noi


Ed ecco che anche i leghisti, quelli di Roma ladrona, sono arrivati alla resa dei conti ed hanno perso la propria verginità, ammesso che l'avessero mai avuta. Facile gridare slogan contro lo stato, contro il potere dei partiti, contro la casta del sistema politico, molto difficile rimanere coerenti con le parole pronunciate a vanvera. Ed ecco che la Lega Nord, dopo essere diventato un partito di governo, dopo aver mandato i suoi uomini a guidare ministeri di estrema delicatezza e importanza, dopo quindi aver tradito in parte le proprie parole d'ordine essendosi accomodata al banchetto dove si mangiava, ora completa il proprio tradimento e si rivela alla stessa stregua delle altre forze politiche. Certo in qualcosa si sono distinti ed in parte hanno dato seguito a quel Roma ladrona ed alla loro voglia di secessione, hanno trasformato anche Milano in una ladrona alla stessa stregua della capitale. Ed ora anche la Lega sta adeguandosi al linguaggio degli altri partiti i cui uomini sono stati beccati con le mani nel sacco: "E' un complotto contro il partito", "La presunzione di innocenza prima di tutto", "Sono estraneo ai fatti" e via dicendo si da voce a tutto il repertorio che gli italiani conoscono benissimo ormai da oltre ventanni da quando cioè prese avvio tangentopoli. Il problema ora si sposta anche in un altro ambito. Da mesi e da anni sentiamo dire che uno dei problemi dell'Italia sono le riforme che non vengono fatte e alle quali nessuno mette mano, ma auel è la forza politica che ha titolo a varare e mettere in campo queste riforme senza che l'ombra del sospetto si insinui nel cittadino che dovrebbe in qualche modo subire tali riforme ? La politica nel nostro paese ha fallito proprio nel momento dell'emergenza dimostrando che il caso del capitano Schettino non è un caso isolato, ma ben radicato anche nei partiti italiani che nella situazione di emergenza hanno abbandonato la nave lasciandola in mano a tecnici, professori e banche. Oltre però all'abbandono della nave giorno dopo giorno si scopre che la nave stessa venica depredata del proprio patrimonio e che questa attività malavitosa a danno del bene pubblico era ed è attuata da appartenenti a tutto l'arco costituzionale. Come si esce da questa situazione che si ripresenta dopo 25 anni ? La giustizia ha già fallito una volta riuscendo solamente a colpire alcune parti del sistema e non ad abbatterlo definitvamente, un sistema che dopo la prima azione di difesa, è passato all'attacco autorigenerandosi e riprendendo la propria attività delinquenziale. Ecco che allora c'e' un solo modo per provare davvero a cambiare il sistema e c'e' un solo soggetto che può portare a termine questo cambiamento: il popolo. E come ? Ci sarebbe un modo cruento e sicuramente il più efficace ma anche il meno attuabile in un paese come questo: la rivoluzione. Ma si può attuare una rivoluzione in Italia dove è prassi comune guardare il proprio orticello e risolvere il proprio problema contingente non importa se a discapito di altri ? No una rivoluzione sarebbe impensabile, improponibile ed inattuabile. Ed allora non rimane che un'uscita democratica ma che potrebbe essere altrettanto rivoluzionaria: andare alle urne il prossimo anno e non dare nemmeno un voto a partiti ed uomini che siedono attualmente in parlamento. I partiti attuali hanno fallito e cambiare solo uomini non servirebbe a niente .... mandiamoli tutti a casa veramente e mettiamo ai loro posti partiti che non sono presenti in parlamento in questa legislatura ... una rivoluzione pacifica ma sicuramente dirompente. Insomma comunque la palla è in mano al cittadino e sta a lui fare strike o riaffidarsi ai soliti falliti.

martedì 6 marzo 2012

Ora il distacco è totale ...

L'ultimo baluardo che teneva ancora legati politica e paese reale, sebbene attraverso un filo sottilissmo, è caduto fra ieri ed oggi con la presa di posizione del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. In quest'ultima legislatura aveva preso voce la così detta antipolitica in consequenza di un atteggiamento irriverente del mondo politico rispetto alla realtà ed ai bisogni dei cittadini italiani. La crisi ecnomica che avrebbe dovuto impegnare il potere politico, sia quello al governo che quello all'opposizione, nel difendere il paese e il ceto medio basso dalle consequenze drammatiche della crisi stessa. La politica ha chiesto sacrifici enormi al cittadino medio, ma senza rinunciare a nessuno dei propri privilegi e senza attretrare di un passo rispetto alle innumerevoli agevolazioni delle quali il politico italiano può godere. Situazione aggravata poi dall'arroganza generalizzata del politico e di un comportamento irriverente rispetto a ciò che il paese deve patire in questo periodo di crisi. Gli esempi sono tanti, dalle feste di Berlusconi, alle vacanze in paesi tropicali dei deputati del centro sinistra, a proprietà acquisite con procedure quanto meno discutibili, al ricorso di qualche deputato per la ventilata minaccia relativa alla sospensione del vitalizio. Unico rappresentante delle istituzioni che aveva mantenuto un atteggiamento diverso e comunque abbastanza vicino al cittadino anche se quasi ininfluente sull'andamento generale della politica, era fino ad ieri il Presidente della Repubblica. In questi anni le ha provate di tutte pur di portare alla ragione un governo impegnato in altre faccende rispetto a quelle necessarie per affrontare la crisi economico fiananziaria, ha rispedito al mittente leggi ad personam, ha emanato richiami continui alla buona politica, tutti appelli caduti nel vuoto fino a che ieri anche Giorgio Napolitano ha ceduto. In occasione della sua visita a Torino ha preso, in maniera piuttosto dura, le distanze dal movimento NoTav, che voleva incontrare il presidente per voce dei sindaci dei comuni contrari alla Tav. Anche il presidente è caduto nella trappola della violenza con la quale i mezzi di informazione hanno in questi giorni denigrato il movimento NoTav scambiando alcuni imbecilli con l'anima del movimento stesso. La presa di posizione appare ancora più incomprensibile se si pensa che ad incontrare Giorgio Napolitano sarebbero andati dei rappresentanti delle istituzioni e non i leader del movimento, un rifiuto che equivale a mettere sullo stesso piano chiunque protesti contro la costruzione della linea ad alta velocità in Val di Susa: imbecilli provocatori, movimento NoTav e sindaci .... tutti una massa di violenti per il Presidente della Repubblica. .

domenica 4 marzo 2012

Siamo tutti giornalisti ....


Se non si fosse trattato di un evento drammatico quello che è accaduto ieri su Facebook è stato veramento di una comicità unica che dovrebbe far riflettere tutti coloro che stanno sul social network o che più in generale si affidano alla rete come mezzo di informazione. Ieri è stata sufficiente la notizia sparata da Al Jazeera circa la possibile liberazione di Rossella Urru che in rete ha preso vita il tam-tam dei link, dei copia e incolla, dei post tutti inneggianti alla liberazione della ragazza sarda. Tutti smaniosi di dare la notizia come una troupe di giornalisti freelance che avevano in mano lo scoop del secolo. Si è scatenato una specie di gara a chi la sparava più grossa mentre in vari organi di informazioni istituzionali o diciamo professionali tacevano o mettevano in dubbio la notizia stessa. La stessa Al Jaazera taceva suoi suoi siti in arabo ed inglese che non riportavano nessuna traccia del lancio che si diceva avesse dato la stessa Al Jaazera. Certo tutti noi avremmo voluto che la notizia fosse vera e reale, ma lentamente con il trascorrere delle ore appariva chiaro che della liberazione di Rossella non c'era nessuan traccia. E' questo il bello ed il brutto della rete: tutti possono scrivere di tutto ed esattamente il contrario di tutto senza nessun controllo e senza nessuna difficoltà. Però la rete allao stesso modo mette a disposizione un'infinità di strumenti per verificare la veridicità o meno delle informazioni che la rete stessa ci propina con grande facilità. Ma a questa verifica, a questo controllo, a questa analisi critica non siamo abituati. Con il lavaggio del cervello provocato da anni di televisione e di giornali, prima che internete avesse tale livello di diffusione, abbiamo perso qualsiasi capacità critica e volgia di andare a verificare o approfondire ciò che leggiamo. La televisione ed i giornali non danno questa possibilità, la rete si ed questa caratteristica della rete che dovremmo imparare ad utilizzare. Invece la stragrande maggioranza degli utenti di internte legge una notizia e per il solo fatto di averal letta su un sito, un blog o su un social network, la notizia viene data per vera ed affidabile e si procede con il tam tam del copia e incolla senza nessuna verifica. Poco tempo fa mi è accaduto un fatto emblematico. Su facebook leggo un post pubblicato di sabato mattina che citava testualmente: ieri il senato ha approvato l'emendamento .... etc etc. La notizia era palesemente falsa in quanto il senato cosi' come la camera solitamente terminano i loro lavori al giovedi'. Consultando il sito del senato si poteva verificare subito che non c'era stata nessuna seduta al venerdi'. Beh quella notizia me la sono ritrovata postata a ripetizione su vari gruppi con la famigerata tecnica del copia e incolla senza che nessuno prendesse la briga di andare a vedere quanto scritto fosse vero o meno. Questo è quello che è accaduto ieri con decine di link e post sulla liberazione della povera Rossella che purtroppo ancora è in mano ai suoi rapitori.

giovedì 1 marzo 2012

Quando il popolo deve far sentire la propria voce










Quello che sta succedendo in Val di Susa somiglia sempre di più ad una guerra civile dove da una parte c'è una popolazione che lotta per difendere il territorio dove vive da generazioni, mentre dall'altra uno Stato senza scrupoli che, in un momento di crisi economica finanziaria, chiede sacrifici alla popolazione ma allo stesso tempo è pronto a sperperare denaro pubblico in un'opera non voglio dire pericolosa e inutile, ma quanto meno dalla dubbia utilità. Purtroppo i mezzi d'informazione, televisione radio e giornali, fanno di tutto per creare ancora più confusione in quanto in questi giorni nessuno parla del progetto scellerato della NoTav quanto piuttosto delle manifestazioni violente messe in atto da qualche sconsiderato dalla parte dei manifestanti, ma anche dalle forze dell'ordine come dimostra il filmato diffuso da Repubblica. Probabilmente pochi sono a conoscenza del progetto della famigerata linea ad alta velocità Torino-Lione perchè se, anche coloro che si scagliano contro i NoTav, conoscessero il progetto e magari si trovassero con la loro casa proprio sopra il tunnel che dovrà essere realizzato, probabilmente si schiererebbero dalla parte dei manifestanti anche i più violenti. Immaginate che sotto la vostra casa fosse scavate un tunnel che dovesse ospitare quattro linee ferroviare alcune più in profondità ed altre più in suprficie, immagino che nessuno accetterebbe quest'opera con tranquillità. Immaginate poi di vivere in una zona come la Val di Susa, una valle alpina in cui la natura la fa da padrona, e che sotto quella valle proseguisse il famigerato tunnel la cui costruzione mette in pericolo diverse falde acquifere della valle stessa, quanti di vioi se ne starebbero tranquilli ad osservare la devastazione dell'ecosistema di tutta la valle. Senza contare poi che in quella valle esiste già una linea ferroviaria in superficie sottoutilizzata in quanto il problema non sono tanto le infrastrutture ma i costi e lo stato disastroso in cui versano le nostre ferrovie. Curioso poi che i difensori della Tav portino a sostegno dell'opera il fatto che tutte le amministrazoni locali e nazionali hanno approvato il progetto come se non si conoscesse quanto la politica nel nostro paese sia distante dai bisogni del territorio e del cittadino comune per concludere che l'approvazione da parte degli organi politici locali e nazionali non sia, almeno in Italia, garanzia di legalità. Purtroppo non si è mai aperto un confronto serio, da parte di nessuno, con le popolazioni locali che hanno dovuto subire sempre il progetto senza essere mai state prese in considerazione le loro perplessità. Un confronto disatteso che ha portato alla situazione attuale dove i valligiani e coloro che sono contrari alla Tav, che non costituiscono una minoranza come ci vogliono far credere, non hanno altro mezzo che azioni anche violente come il blocco delle autostrade e dei treni o qualsiasi altra azione che per portare l'attenzione su tutti i pericoli che il progetto presenta. Senza dimenticare che la violenza è stata messa in campo in prima battuta dallo Stato stesso che ha sgomberato le postazione di protesta civile circa un anno fa grazie alla politica interventista e repressiva dell'allora ministro dell'interno, il nuovo fascista verde Maroni, il quale anche oggi ha suggerito la necessità dell'intervento dell'esercito. Insomma quelle popolazioni hanno tutto il diritto di protestare anche in forme violente considerato che sono oggetto di una violenza inaudita da parte di uno Stato che intende distruggere il loro territorio.