martedì 31 maggio 2011

Vittima di se stesso

Se Berlusconi non avesse impostato questa tornata elettorale come se si trattasse di una specie di referendum sulla sua persona probabilmente oggi, dopo la vittoria del centro sinistra, non ci sarebbe stato tutto questo giusto entusiasmo. In fin dei conti si è trattato solo di elezioni amministrative che, per quanto importanti e significative, non avrebbero inciso in maniera definitiva sul governo centrale. Ora la speranza è che il giusto entusiasmo derivante da questa vittoria di proporzioni inaspettate non offuschi tutta l'opposizione facendo già intravedere la vittoria finale, perchè la strada è lunga e ancora cosparsa di molti ostacoli non ultimo la reazione del dittatore ferito. Oggi è giusto sorridere come fa la ragazza che fu ripresa da Berlusconi, durante le votazione al primo turno, proprio perchè non sorrideva, ma oggi quella ragazza fa vedere tutti i suoi denti e lancia la foto in Internet, ma da domani il lavoro iniziato deve continuare perchè l'Indagato del Consiglio non molla. Il voto dei ballottaggi ha dimostrato che il centro sinistra può essere sconfitto ma solo se da vita ad una coalizione molto ampia nella quale entrino a far parte tutti coloro che vogliono abbattere il regime imposto dal cavaliere. D'altra parte un altro dato importante è saltato fuori: il Pdl perde consensi, e questo era un risultato atteso, ma questa emorragia di voti dal Pdl non confluisce nella Lega come si pensava. E' vero anche che c'è stata una forte astensione e questo dovrebbe far riflettere tutti nel senso che l'astensione è una sconfitta per tutti, destra e sinistra, vincitori e perdenti. C'è chi spiega la vittoria del centro sinistra proprio con l'astensione che avrebbe fatto proseliti fra gli elettori del centro destra, chi non vota sbaglia sempre e non si può poi cercare di deligittimare una vittoria attraverso l'astensionismo. La sostanza finale è che finalmente dopo 5 anni durante i quali il centro destra ha sempre prevalso in tutte le tornate elettorali che si sono svolte, c'è stata la cosiddetta inversione di tendenza a dimostrazione che allo stato attuale delle cose Berlusconi non è più invincibile e soprattutto non lo è più la sua coalizione Pdl-Lega. Ora bisogna mettere a frutto questa vittoria non sottovalutando i dati dell'astensione ed il fatto che, salvo eccezioni, Pd e Idv dovranno per forza inserire nella coalizione anche SEL (e forse aggiungo investire Vendola della carica di candidato premier con primarie o senza) oltre che valutare la necessità di stringere accordi con qualche area del terzo polo. Un primo riscontro lo si potrà avere il 12 e 13 giugno con i referendum dove già si fanno appelli al non voto da parte del Pdl. I referendum saranno un test nazionale per verificare se l'onda anti-governo e soprattutto anti-Berlusconi può diventare un'onda diffusa sul territorio nazionale per aprire davvero una nuova epoca e dare un'altra spallata e questa volta molto forte a governo e maggioranza di governo.

venerdì 27 maggio 2011

Chiediamo scusa al mondo intero ma ormai è incapace di intendere e di volere

Al G8 ormai non si parla d'altro e sta diventando un incubo ed un ossessione per tutti i capi di stato e di governo partecipanti al consesso internazionale. Personalmente mi sembra di vivere i sabato pomeriggio di luglio ed agosto qui sulla spiaggia di Palombina Vecchia (per chi non conoscesse la località e ciò che avviene su quella spiaggia consiglio una rapida visita al relativo sito di riferimento). Il campionato invernale di calcio è terminato ma un patito (anzi due) del pallò si aggira per la spiaggia più o meno intorno alle 14.30 con un pallone in mano in cerca di adepti da coinvolgere in una partitella infinita di calcio. La temperatura si aggira sui 38-40 gradi, quella della sabbia arriva a toccare gli 80 ma lui imperterrito il sabato non sente ragioni vuole giocare a calcio. Tutti quelli che lo conoscono allora si defilano come possono. Chi si nasconde sotto il lettino, chi si rinchiude in cabina o nel capanno come dir si voglia, chi finge una pennichella pomeridiana con tanto di rumori russeggianti, chi chiede alla moglie di ordinargli di andare a prendere due caffè. Ma lui puntualmente riesce a pizzicare almeno 7 o 8 malcapitati che non riescono a dirgli di no e rischiano infarto e insolazione per giocare questa famosa partita del sabato. Al G8 in questi due giorni si assiste ad una scena simile. Invece del mio amico con il pallone in mano, fra capi di stato e di governo si aggira il nostro Indagato del Consiglio che ha la sua patetica storiella da raccontare. Il Tizio, essendo tutt'altro che stupido, ha subito mirato alto e ieri ha intercettato nientepopodimenoche Obama il Presidente degli Stati Uniti. E' stata la prima vittima e quindi il povero Barak non era a conoscenza di ciò che lo attendeva. Berlusconi ha sciorinato la solita storiella della persecuzione nei suoi confronti e della dittatura della magistratura che intende stravolgere la sovranità popolare, ma invece di usare i soliti toni baldanzosi che mostra sulle televisioni italiane, sembrava un cane bastonato. Obama ha capito che aveva davanti un uomo ormai sul collasso politico ed umano, provato compassione, gli ha battuto la mano sulla spalla e gli ha girato le spalle mentre nella sua testa prendeva corpo un sostanzioso "Ma va a fare in c....". Naturalmente il Malato del Consiglio ha interpretato il gesto del Presidente degli Stato Uniti come un segnale di comprensione di appoggio e così stamani si è presentato al G8 intenzionato a ripetere la sua patetita sceneggiata con altri governanti del mondo. Ma ormai la notizia si era diffusa e fra i partecipanti al G8 c'era stato un passaparola che sostanzialmente dava queste indicazioni "Berlusconi soffre di mani di persecuzione, evitatelo ma se non potete farne a meno, ci raccomandiamo di assecondarlo". Appena Berlsuconi è arrivato si è assistito ad un fuggi fuggi generale come quello del sabato pomeriggio di luglio ed agosto qui sulla mia spiaggia. Sarkozy fingeva di parlare al telefono con Carlà simulando una perdita delle acque della stessa, la Merkel addirittura simulava una telefonata erotica con un minorenne nipote di Mubarak (Berlusconi è molto sensibile a questo tipo di telefonate), Gordon Brown improvvisamente era stato chiamato personalmente dalla regina e non era disponibile, e così l'unico a farsi trovare impreparato è stato il Presidente russo Medevedev che comunque è riuscito ad ascoltare Berlusconi con uno sguardo di commiserazione. Alla fine anche il Presidente Russo si è accomiatato con un colpetto sulla spalla come a dire "Su dai non ti abbatere che l'alzheimer prima o poi colpisce tutti". Ora su Berlusconi possiamo tranquillamente passare sopra in fin dei conti non è colpa sua, la ex moglie Veronica aveva avvisato l'intero paese sulla malattia del presidente del consiglio e sulla sua inadeguatezza a governare un paese democratico, il paese, il popolo non gli ha dato ascolto ed ha consentito che continuasse ad occupare un posto che non gli compete. Ma che dire di coloro che gli stanno vicino ? Che dire per esempio dei suoi ministri ed in primo luogo di Giovanardi e Frattini. Il primo negando anche l'evidenza televisiva parlava ieri sera di labbiale che non rispondeva alla verità, facendo incazzare anche una giornalista solitamente tranquilla come la Gruber, il secondo che oggi ripropone l'immagine di un Berlusconi sofferente per gli innumerevoli processi in cui è coinvolto. Si posso anche arrivare a immaginare la sua sofferenza ... ma che dire di coloro che soffrono per la perdita del lavoro ? Per non essere in grado di pagare il mutuo della casa ? Per i giovani che il lavoro non lo trovano o se lo trovano sono trattati da schiavi (3 euro l'ora) ? Se lui è così sofferente perchè non si toglie dai coglioni e soprattutto perchè non inizia a 74 anni a comportarsi legalmente ? Non rimane che a noi cittadini onesti e che pagano le tasse (la minoranza purtroppo in questo paese) di chiedere scusa al mondo intero per le esternazioni di un uomo gravemente malato che dovrebbe essere messo a riposo per il bene della democrazia del paese Italia- .

mercoledì 25 maggio 2011

Siamo coglioni, sporchi, puzzolenti, senza cervello .... ma prima o poi ti faremo la festa

Ormai le offese dell'Indagato del Consiglio non ci fanno più nè caldo nè freddo. Sono ormai gli ultimi colpi di coda di un uomo che sta vedendo il terreno scivolargli sotto i piedi e che dopo aver impostato la campagna elettorale per i comuni di Milano e Napoli come se fosse una specie di referendum sulla propria persona, ora non sa più a chi addossare le responsabilità per la sconfitta che si sta prospettando dopo il flop del primo turno. La confusione totale è stata ampiamente dimostrata oggi quando si è scagliato contro tutti. Prima contro i suoi stessi candidati che ha definito deboli, pur avendoli lui stesso appoggiato senza condizioni, per poi scagliarsi con coloro che ha definito coglioni, poi sporchi, poi puzzolenti ed oggi senza cervello. Dopo le offese poi il Tizio torna sui suoi passi e dichiara che le elezioni amministrative non rappresentano un voto contro di lui in quanto è applaudito dappertutto ... verissimo ovunque si trovano persone che per un panino col salame e 50 euro sono disposti ad applaudirlo. Sparisce insomma il valore nazionale di queste elezioni e in previsione di un probabile buco nell'acqua il Presidente del Consiglio prepara il terreno per non andare alle elezioni anticipate. In questo delirio senza freni hanno la loro dose di offese anche gli stessi elettori del suo partito, colpevoli di non aver capito come votare per dare la loro preferenza al candidato Berlusconi. Ecco spiegato il calo di quasi il 50% delle preferenze a suo favore: anche se non esplicitamente la metà degli elettori del Pdl sono dei mentecati che non hanno saputo votare. Insomma in questo paese l'unico cittadino intelligente, pulito, con il cervello intatto e nel pieno delle proprie facoltà mentali è quello che quando si trova nella cabina elettorale mette una croce sul Pdl e indica come preferenza Silvio Berlusconi, qualunque sia il tipo di elezione anche se si dovesse eleggere il portiere di un condominio del centro di Milano. Nella situazione in cui siamo ormai queste dichiarazioni non fanno nemmeno più incazzare, perchè il livello di incazzatura ha raggiunto il livello massimo, sono dichiarazioni di un patetico uomo che sta agitando la coda per gli ultimi colpi che però possono essere molto pericolosi. Sia perchè continua a non occuparsi della situazione economico-finanziaria del paese sull'orlo del fallimento del tipo della Grecia, sia perchè si occupa di problemi irrilevanti e pericolosi per la stabilità del paese come lo spostamento dei ministeri a Milano. Sta tutto qui il pericolo e se dopo le elezioni amministrative non se ne andrà dovranno essere i cittadini puzzolenti, sporchi, coglioni, senza cervello a prendere l'iniziativa.

martedì 24 maggio 2011

Sconti, saldi, superofferte, pubblicità ingannevole e via dicendo

Ma alla fine si tratta semplicemente delle elezioni di due sindaci che problema sarà mai anche se il Tizio del Consiglio dovesse perderle. Una volta non era così anzi i partiti di governo si affrettavano subito a mettere in chiaro che il risultato delle elezioni amministrative non avrebbe avuto consequenze sul governo centrale. Oggi tutto è cambiato, non per niente siamo nella seconda repubblica, ed una maggioranza allo sbando, con il suo capo in caduta libera in quanto a consensi ha cercato di metterla sul piano personale convinto di ottenere quei consensi che i sondaggisti, pagati da lui, gli avevano sempre garantito. Sta tutto qui il problema. Un sindaco uscente, appoggiato dalla maggioranza di governo, non avrebbe dovuto avere problemi ad organizzare una campagna elettorale se avesse potuto mettere in campo i risultati ottenuti durante il suo mandato magari con il valore aggiunto della compagine del governo centrale. Ma questi risultati non ci sono e non ci sono stati ed allora eccoci ad una campagna elettorale veramente da ridire. E per fortuna per Pdl e Lega che i candidati dell'opposizione sono da una parte un personaggio della sinistra quelle vera e dell'altra un bel giudice giustizialista, altrimenti di che cosa avrebbero potuto sparlare. Ma per il ballottaggio la tecnica è cambiata e si è passati dalle accuse e dalle offese alle offerte, alle promozioni, alla pubblicità comparativa e ingannevole, insomma di tutto di più con la sola esclusione del confronto su temi seri. Una strategia già iniziata a Napoli con la promessa della sospensione delle demolizioni della case abusive e che ora prosegue a Milano con le promesse di abolizione di EcoPassa, multe, parcheggi gratuiti per i residenti e chi più ne ha più ne metta. Naturalmente la strategia dell'offesa e della calunnia non è stata abbandonata nonostante non abbia dato risultati apprezzabili al primo turno e dopo la falsità della Moratti in merito alla questione del furto fi un pulmino avvenuto circa 30 anni fa, in questi giorno Pisapia è diventato un estremista di sinistra non idoneo a fare il sindaco, un violento, Pisapia che avrebbe invitato Bin Laden a Milano (che sfiga che gli americani lo hanno ucciso .. non saranno comunisti anche loro ?? ), addirittura Borghezio si lancia nell'accusa di connivenza con i terroristi ... Borghezio uno che di terrorismo ne sa abbastanza. In questa fiera del ridicolo e della falsità fa la sua parte anche il governo centrale e la fa per bocca del probabile successore di Berlusconi alla guida del Pdl, Giulio Tremonti. Il ministro si sta Berlusconizzando in vista della successione. Dopo il declassamento del debito da parte di Standard&Poor's, Tremonti si è subito impegnato nell'esercizio di rassicurare gli italiani che il bilancio dello Stati era solido, talmente solido che ieri la borsa di Milano ha perso oltre il 3%, ma oggi il ministro prosegue con la sua ironia e controbatte ai dati preoccupanto dell'Istat affermando che l'Italia è un paese ricco. E noi non ce ne siamo resi conto ... Ma non sembra di stare nel bel mezzo do una farsa in .. non si quanti atti ? Per concludere la farsa c'è la multa che l'Agcom ha inflitto a Rai e Mediaset per le interviste a reti unificate di Berlusconi. Fede e Minzolini si sono meravigliati perchè ritengono semplicemente di aver trasmesso delle notizie, peccato che la notizia non era altro che uno spot elettorale del presidente del consiglio e niente altro. Ma ora quello che il cittadino comune si chiede è quanto segue: in prima analisi chi pagherà la multa ed in seconda analisi, multa a parte, il danno è stato fatto, lo spot elettorale trasmesso come si può tornare indietro ? Per quanto riguarda la Rai è chiaro che la multa ricadrà sugli abbonato che pagano il canone anche se sarebbe più giusto che a pagarla fosse di direttori di Tg1 e Tg2, per quanto riguarda lo spot elettorale a quello nessuno potrà rimediare nemmeno se fosse dato altrettanto spazio alle opposizioni. La vicenda è assurda in quanto un Capo di Governo occupa i mezzi di informazione per fare propaganda elettorale per due città, e quello che è più scandaloso è che i rispettivi direttori di Tg1, Tg2, Tg4 non riconoscono l'errore che hanno fatto ed anzi si meravigliano del provvedimento di Agcom. Ma tutto quello che sta accadendo in questo paese è la realtà o davvero non è altra che una farsa nella quale tutti siamo spettatori ed attori ?

domenica 22 maggio 2011

Manovre di distrazione di massa

La tecnica è ormai consolidata e sperimentata, l'eccezionalità questa volta sta nel fatto che sia stata adottata dalla Lega Nord piuttosto che da Berlusconi ed i suoi scagnozzi del Pdl. La strategia consiste nel tirare fuori un problema, una questione, una proposta destinata poi a sgonfiarsi irrimediabilmente in quanto assura o priva di qualsiasi logica, ogniqualvolta ci si trovi un periodo morto e l'attenzione dei cittadini rischi di concentrarsi su problemi reali e di interesse generale. Berlusconi ha fondato il suo successo politico proprio su questa strategia che ha intensificato in questa sua terza legislatura. La crisi finanziaria ed economica mondiale avrebbe dovuto costringere il governo e la sua maggioranza ad occuparsi di problemi reali e sicuramente di difficile soluzione come la disoccupazione dilagante, la chiusura di migliaia di attività produttive, la crisi del mercato azionario, la crescita indiscriminata della spesa pubblica. L'incapacità nel trovare soluzioni anche palliative ha costretto Berlusconi a insistere e intensificare le manovre di distrazione. Eccolo allora ingaggiare una guerra allo spasimo con il parlamento e con la Costituzione per mettere in piedi una pseudo riforma della giustizia che avesse un unico obiettivo: tenerlo lontano da processi. Eccolo prendere il telefono e intercedere a favore di una ragazzina che lo aveva deliziato con le proprie prestazioni sessuali in cambio di ingenti somme di denaro con la scusa che poteva trattarsi della nipote di Mubarak. Tutte azioni tipiche del Berlusconi che ormai gli anche gli italiani con un quoziente di intelligenza pari alla metà della media nazionale hanno imparato a riconoscere. Oggi anche la Lega Nord per voce del suo capo incontrastato Bossi segue questa strategia politica. Ecco allora nel vivo di un momento di estrema difficoltà in cui Pdl e Lega rischiano di perdere il comune di Milano, arrivare la proposta shock di Bossi: spostare alcuni ministeri da Roma a Milano. Un problema veramente di rilevanza nazionale. Una questione che perfino quei malati di mente che una volta si trovavano rinchiusi nei manicomi-lager e che oggi sono a spasso nelle nostre città non esitano a definire ... pazza. Fa parte della strategia per distogliere a livello nazionale i cittadini dal declassamento del nostro debito da parte di Standard&Poor's che altro non è che l'anticamera della fine che hanno fatto Grecia e Portogallo, mentre a livello locale dal ballottaggio che si svolgerà domenica prossima a Milano e che vede profilarsi per la maggioranza e per Berlusconi una sconfitta molto pesante. Lo spostamento di alcuni ministeri a Milano è fuori da ogni logica (come faranno i ministri a correre alla camera per andare a votare e salvare il governo .. ? disporranno di un aereo personale a nostre spese ?) anche di spesa pubblica ma soprattutto è un'esigenza che nessuno nel paese avverte e che non servirà a ricolvere la crisi economica. E così in questi giorni si parlerà di questa ... stronzata ... mentre a Milano si ricorre alla violenza ed alla denigrazione mediatica per mezzo di manifesti insulsi dell'avversario politico. Niente di nuovo sotto il sole a parte il fatto che anche la Lega si è assoggetata ad utilizzare questi mezzi di infimo livello, a testimoniare che davvero potremmo essere alla fine del ciclo Berlusconi. .

venerdì 20 maggio 2011

Parole che scompaiono


Spesso ci vengono date notizie relative a nuove parole che entrano nel vocabolario della lingua italiana grazie all'uso che se ne fa nel linguaggio comune, ma quasi mai siammo aggiornati su parole che escono dall'uso comune e quindi spariscono dal vocabolario in quanto ormai nessuno ne conosce più il significato.
Quando ero un ragazzino quattordicenne spesso andavo allo stadio accompagnato da mio padre a vedere le partite del Pisa, la squadra della mia città natale. Memorabili erano gli scontri con i rivali di sempre: il Livorno. Pisani e Livornesi nascono con un gene nel loro Dna, quello "dell'odio" verso i vicini cugini. Un sana rivalità da sempre che a quei tempi trovava il suo naturale sfogo nelle partite in cui Pisa e Livorno si affrontavano. Ma era uno sfogo sano e corretto. Ognuna delle due tifoserie incitava la propria squadra senza preoccuparsi degli avversari, ai quali al più veniva riservato solo qualche fischio in occasione delle azioni più fallose, ma alla fine tutto si risolveva in qualche sfottò e al limite in qualche sana scazzottata. Di certo non si vedevano coltelli, catene, fumogeni e nemmeno si ascoltavano cori offensivi verso gli avversari, si pensava solo ad incoraggiare la propria squadra. Anche in politica la situazione era analoga. Innazitutto i politici comparivano raramente in televisione, non esistevano i talk show di approfondimento, ma solo le famose tribune elettorali nelle quali il conduttore gestiva la trasmissione. I giornalisti facevano le domande, i politici rispondevano ma ognuno parlava esclusivamente del proprio modo di vedere un problema, di come affrontarlo, di come risolverlo seguendo i propri ideali ed i propri principi. In parole povera si seguiva una certa "etica", una parola che sarà sicuramente sconosciuta ai giovani di oggi per lo meno a quelli nati dopo gli anni 80.

"L'etica può essere definita come la ricerca di uno o più criteri che consentano all'individuo di gestire adeguatamente la propria libertà nel rispetto degli altri".

Poi sono arrivati gli anni 80 e 90. I primi hanno visto la caduta nell'etica in campo sportivo e soprattutto calcistico. La prima trasmissione calpestare l'etica è stato il famigerato "Processo del Lunedì di Biscardi che a partire dal 1983 ha fomentato l'odio calcistico e non solo fra Juventus e Roma e le relative città. La tradizionale pacatezza della Domenica Sportiva è d'incanto sparita in una trasmissione basata sulla litigata, sull'offesa reciproca, sul disprezzo dell'avversario. Uno spregevole costume che si è trasferito in poco tempo dallo studio televisivo della trasmissione, agli stadi che a partire da quegli anni sono diventati delle vere e proprie palestre di violenza gratuita sobillata dai giornalisti televisivi e della carta stampata. Oltre 10 anni dopo anche la politica è stata vittima di questa caduta di stile a causa dell'ingresso in politica di Silvio Berlusconi. La sua prima campagna politica è stata subito improntata all'offesa ed alla denigrazione dell'avversario politico ed in particolar modo della sinistra italiana. Un concetto per lui molto ampio in quanto qualsiasi suo oppositore è stato subito definito comunista. Questa sua intollerenza è andata sempre più acuendosi fino ad arrivare allo spettacolo vergognoso di queste ultime settimane in cui si stanno svolgendo delle elezioni amministrative. Nonostante un primo turno disastroso per Berlusconi ed i suoi, la musica non è cambiata ed anzi gli interpreti non sono solo il Presidente del Consiglio ed i suoi parlamentari ma anche i vari candidati sindaco. Purtroppo il virus della violenza verbale, dell'offesa, della denigrazione ha colpito anche le opposizioni ed oggi, in questo ultimo scorcio di campagna elettorale per il secondo turno, tutti i candidati di una parte e dell'altra fanno parlano di tutto fuorchè dei loro programmi e di come intendono amministrare le città in cui si vota. Ognuno è impegnato nell'offesa dell'altro. Per non parlare poi delle trasmissioni televisive che sono ormai diventate delle vere e proprie arene dove i contendenti non si confrontano ma bensi' si affrontano con lance in resta. E' questo anche il motivo della grande crescita di un partito che purtroppo non può partecipare al governo nè locale nè centrale: il partito dell'astensionismo che è diventato il maggiore partito in Italia.
In questi giorni insomma si celebra definitivamente il funerale della parola etica, una parola sconosciuta ai più che rischia l'estinsione definitva qualora Pdl e Lega riuscissero a recuperare ciò che hanno perso nel primo turno delle elezioni amministrative.

mercoledì 18 maggio 2011

Tutti ne vogliono la testa ma nessuno afferra la mannaia

In questi ultimi mesi sono state molte le voci contro Berlusconi a partire da quella parte del Pdl che ha dato vita a Futuro e Libertà per smarcarsi dall'oppressione dell'Indagato del Consiglio. Poi vicino a queste voci ci sono state quelle tradizionalmente contrarie alla politica o meglio al dispostismo del dittatore di Arcore. Da Casini, a Rutelli staccatosi da Pd, al Pd stesso, all'Idv ed alla sinistra storica di questo paese. Insomma a parte il Pdl solo la Lega è rimasta a fianco ad un uomo il cui unico obiettivo non è certo governare ma soprattutto instaurare un regime che prima di ogni altro problema risolva i suoi problemi con la giustizia. Anche nella recente campagna elettorale in occasione delle elezioni amministrative di domenica scorsa, il coro contro Berlusconi, che ha impostato la campagna elettorale come se si trattasse di un referendum sulla sua persona e sul suo operato, è stato unanime sempre Lega a parte. Oggi a due giorni dal primo turno elettorale il presidente del consiglio ha subito una sconfitta su tutti i fronti, prima di tutto a Milano proprio nel suo feudo. Una sconfitta non definitiva perchè in molti comuni, compreso Milano, si andrà al ballottaggio con la maggioranza dei candidati del centro destra che partono in svantaggio rispetto ai candidati del centro sinistra. Che cosa avrebbe voluto la logica o che cosa si sarebbe aspettato un cittadino comune che conserva ancora in minimo di intelligenza. Beh che tutti gli oppositori di Berlusconi si schierassero contro Berlusconi a partire per esempio dal quel grande attore e imbonitore che è Beppe Grillo. Si è vero Grillo sparla verso tutti i partiti di qualsiasi colore e qualsiasi collocazione politica, ma oggi che avrebbe la possibilità di dare un colpo al suo ... al nostro .. nemico numero 1 ci si sarebbe aspettati una chiara posizione. E invece da opportunista e da personaggio di cui alla fine importa solo il proprio tornaconto, fare spettacoli contro Berlusconi paga molto, praticamente ha dichiarato che i suoi discepoli non andranno a votare ... e bravo Grillo la prossima volta che ti sento parlare male di Berlusconi giuro che ti sputo in un occhio anche se a me non hai mai convinto del tutto. E che dire poi di Fini che ha fatto il diavolo a quattro per farsi cacciare dal Pdl, che in parlamento spesso vota contro il governo tanto che l'Indiziato del Consiglio ha dovuto spendere una fortuna per raccimolare altri mercenari, che ovunque spara a zero sul Presidente del Consiglio anche in maniera poco opportuna data la sua veste istituzionale, ed ora che si tratta di dare un bel colpo di grazia improvvisamente diventa un politico prudente che non si schiera perchè non si sa mai, meglio tenere ancora un piede nella staffa. Di Casini e Rutelli non c'è da meravigliarsi, sono due che storicamente tengono i piedi saldi da una parte e dall'altra senza schierarsi per tentare di racimollare sempre una poltrona. Anche loro quando parleanno male di Silvio Berlusconi ci dovrebbe essere qualcuno che gli sputa in un occhio. Ora non rimane che sperare nella lucidità della gente che ha dimostrato finalmente di non poterne più di un uomo che ha tentato di demonizzare tutti coloro che gli sono contro e che sta uccidendo democrazia e libertà oltre che portare il paese allo sfascio economico.
In tutto questo c'è comunque un'amarezza profonda quello di parlare di elezioni amministrative come se fossero elezioni politiche. Nessuno parla dei problemi delle città e nessuno per esempio nemmeno ventila che la Moratti, per ora, sia stata battuta semplicemente perchè ha amministrato male ... questa è un'altra bruttura della politica introdotta dal berlusconismo. E' indispensabile più che mai farlo fuori.

martedì 17 maggio 2011

Miracolo .... si risveglia dal coma profondo ...

La medicina ufficiale aveva perso ogni speranza e stava per dichiarare lo stato di coma irreversibile per il popolo italiano. Dopo aver subito anni di lavaggio del cervello attraverso le reti televisive, sembrava ormai incapace di rispondere a qualsiasi terapia d'urto anche la più invasiva. Sembrava non reagire a niente, nè agli innumerevoli attacchi contro la democrazia portati negli ultimi 15 anni, nè tantomeno a chi si sbracciava per mettere in evidenza quanto il paese fosse incamminato su un crinale molto pericoloso dal quale sarebbe stato facile rotolare senza possibilità di risalire. Ormai l'intero corpo elettorale del paese era insensibile e privo di ogni capacità di reazione tanto che, ad ogni tornata elettorale, continuava a non dare segni di alcun tipo rispondendo in maniera meccanica e priva di qualsiasi senso logico assegnando preferenze e voti a coloro che altro non facevano da anni che spingere giù lo stato lungo una pericolosa china. Coloro che ancora mantenevano una minima parvenza di lucidità, stavano già pensando di ricorrere all'eutanasia per porre fine alla lenta agonia di un paese che stavam perdendo tutti i pezzi della sua storia: la democrazia, la cultura, la libertà, la politica sociale, la solidarietà. Solo grazie agli ultimi irriducibili si è resistito fino al 15 e 16 maggio giorni nei quali si sarebbe tentato l'ultimo ed estremo tentativo per provocare il risveglio da una coma ormai quasi senza speranza. Ed invece il miracolo è avvenuto: si sono avuti finalmente i primi segnali di una nemmeno tanto timida reazione. Gli occhi si sono finalmente aperti e c'e' stato anche un movimento delle pupille, delle mani segnali irrevocabili che l'attività cerebrale stava riprendendo e non era totalmente priva di vita come si pensava. Sono due i segnali più importanti fra i tanti numeri snocciolati da ieri pomeriggio a dimostrazione del miracoloso risveglio. Il principale responsabile di questo coma profondo ha dimezzato la sua raccolta di preferenze nel proprio feudo, passando dalle oltre 50.000 alle circa 24.000, ma anche il braccio armato di quest'uomo senza scrupoli e cioè l'autore dei famosi manifesti che equiparavano magistrati e brigate rosse, è stato punito racimolando solo circa 600 preferenze. Questa nuova attività positiva si è immediatamente propagata per tutto il corpo, passando per Torino, Bologna ed anche Napoli, come per tanti altri piccoli comuni attraversando perfino il mare e giungendo in Sardegna. Nell'isola c'era un antipasto di quella che a questo punto rappresenterà un'altra scossa che si spera contribuirà al risveglio totale: il referendum per il nucleare. Quorum raggiunto e rifiuto del nucleare con una percentuale del 97% sui votanti, quasi da elettroshock per coloro che in questi anni hanno praticato la politica del lavaggio del cervello. I medici ancora non possono dichiarare fuori pericolo il paziente, ma i segnali sono stati inquivocabili e incontrovertibili: il risveglio dal coma è iniziato ora si tratta di proseguire con adeguate terapie per portarlo a compimento ed evitare una pericolosa ricaduta. Chi aveva iniziato 17 anni fa la politica del lavaggio del cervello, ha tentato di assestare il colpo finale portando su un piano nazionale un avvenimento che doveva esclusivamente rimanere in ambito locale e che non avrebbe avuto effetti cosi' irruenti se fosse rimasto confinato in tali limiti. Ma il tizio intendeva assestare il colpo finale, ma si sa i confini della medicina sono ancora non del tutto conosciuti e da esplorare, e così il paziente, sottoposto ad una terapia violenta senza precedenti, invece di crollare si è risvegliato. Ora sta alla parte sana del paese approfittare di questo risveglio e proseguire nella terapia adeguata.

lunedì 16 maggio 2011

Vince la filosofia spicciola ...

Come al solito discorsi, commenti, analisi, riflessioni si sprecano come dopo ogni tornata elettorale. Ma oggi tutti i dibattiti e le trasmissioni televisive hanno perso di significato dopo le dichiarazioni di Bersani, segretario del Partito Democratico, intorno alle 18: "Vinciamo noi, perdono loro". Filosofia spicciola, sintetica ma quanto meno efficace e veriteria. Tutti gli altri ragionamenti sono soltanto fumo e accademica. Berlusconi aveva impostato in maniera anomala queste votazioni amministrative come se fossero una tornata politica o peggio ancora come se si trattasse di un vero e proprio referendum sulla sua persona. Ora con i risultati non ancora definitivi il Pdl è sotto soprattutto nel capoluogo lombardo dove Berlusconi si era giocato tutto, ma non riesce a vincere al primo turno nemmeno a Napoli mentre perde al primo turno a Torino e forse anche a Bologna. La strategia terrorista messa in atto dal presidente del consiglio non ha pagato e la sua città lo ha preso a pesci in faccia. Certo la partita non è ancora chiusa, anzi è tutt'ora aperta ed è proprio per questo che tutte le analisi che si stanno facendo in queste ore sono prive di senso. Ha molto più valore la filosofia spicciola di Bersani che sottolinea la vittoria del centro sinistra in questo primo turno, ma per le analisi serie, approfondite che spacchettano il risultato di queste ore è meglio aspettare i risultati dopo i ballottaggi. Mentre Pdl e Lega si leccano le ferite e, fortunatamente, riprendono la battaglia con attacchi frontali per bocca della Santache' (Milano non può essere lasciata in mano ad un brigatista che liberalizzerà la droga), il centro sinistra deve stare fermo e buono non accettare lo scontro su questo piano terroristico e cercare di raccogliere i voti di Grillo che potrebbero essere fondamentali per la vittoria finale. Di certo in questi giorni l'Indagato del Consiglio come una belva ferita tirerà fuori il peggio di se e c'è da augurarselo considerato i risultati del primo turno.

domenica 15 maggio 2011

Se per caso non hai ancora votato ... corri al seggio ma non votare l'Indagato


La dialettica politica dovrebbe essere sempre basata sul confronto delle idee e dei principi nel pieno rispetto della diversità di pensiero. Ma queste idee e questi principi ci dovrebbero essere e soprattutto quando si tratta di elezioni amministrative come quelle in atto oggi e domani, idee e principi dovrebbero concretizzarsi in programmi che affrontino i problemi concreti che riguardano la gestione di un comune, di una provincia o di una regione. In questa tornata elettorale invece si è parlato di tutto fuorchè dei problemi di citta come Milano, Torino, Bologna, Napoli ma allo stesso tempo non si è parlato nemmeno di politica. L'Indagato del Consiglio è entrato prepontemente in scena in una campagna elettorale che non lo riguardava in prima persona, buttandola poi sul piano dell'offesa dell'avversario politico senza mai scendere in dettagli ne' sulle questioni locali delle città interessate alle elezioni nè tantomeno sulle questioni politiche nazionali. Ed allora come contrastare una campagna elettorale cosi' violenta ? Si potrebbe scendere sullo stesso piano dell'Indagato, come ha fatto il Pd, ma non avendo le stesse capacità di comunicazione violenta la partita è persa in partenza. Si può solo mettere in evidenza tutte le contraddizioni del tizio e del suo partito o meglio della sua congrega perchè considerare il Pdl un partito è un'offesa per tutti gli altri partiti del quadro politico istituzionale.
1. L'Indagato del Consiglio durante i suoi show non ha minimamente parlato dei problemi delle città in cui è stato a fare campagna elettorale. Per esempio a Milano non ha parlato della presenza dell'ndrangheta calabrese nè dei problemi legati alle'Expo, cosi' come a Napoli non ha saputo fare altro che accusare la sinistra per la questione dei rifiuti dimenticando le sue promesse non mantenute come per esempio il problema della camorra, la principale causa della questione rifiuti.
2. A Napoli per raccogliere voti ha semplicemente promesso di sospendere le demolizioni delle case abusive premiando chi si è costruito una casa illegalmente e punendo chi invece la casa sta rischiando di perderla per averla acquistata onestamente e non essere in grado di pagare il mutuo.
3. Ha saputo solo offendere l'avversario politico con totale disprezzo dei candidati avversari dei suoi candidati, come ha fatto con la Iervolino a Napoli
4. Ha spinto anche persone moderate come la Moratti ha dire falsità per denigrare il candidato sindaco del Pd
5. La giustizia è stato il solo argomento di cui ha saputo parlare seguendo il solito copione della magistratura cancro del paese semplicemente perchè la magistratura indaga in merito ai suoi comportamenti al limite della legalità e molto spesso oltre la legalità. Ma la giustizia è un problema che riguarda l'amministrazione di comuni e province ?
Insomma qualunque cittadino che avesse a cuore il bene della propria città non potrebbe votare un candidato sindaco appoggiato dall'Indagato del Consiglio semplicemente perchè lo voterebbe sulla fiducia senza sapere quali siano i suoi programmi per amministrare la città stessa. Non è molto difficile da capire.

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venerdì 13 maggio 2011

In cambio di voti si legalizza l'abusivismo ... alla faccia degli onesti

In questi ultimi giorni di campagna elettorale per le amministrative sono stati messi in scena degli spettacoli veramente squallidi, deprimenti, vergognosi che offendono quella parte dell'Italia che ancora è dedita all'onesta. Una pratica che sta diventando sempre più rara considerato che la maggioranza degli italiani che votano hanno ancora il coraggio e la sfacciataggine di conegnare il paese ai due partiti che per racimolare voti non hanno scrupoli di nessun tipo: Pdl e Lega. Intanto c'è da sottolineare che mentre il 15 ed il 16 maggio si svolgeranno delle elezioni amministrative e nella campagna elettorale appena conclusa si è parlato di tutto fuorchè dei problemi delle varie città italiani in cui si svolgeranno le elezioni. Purtroppo però non si è parlato assolutamente di niente altro che possa interessare il paese, i cittadini comuni, i problemi reali del paese ma si è pensato esclusivamente a lanciare offese contro l'avversario politico in un crescente squallido e privo di qualsiasi significato politico. Naturalmente in queste performances si è particolarmente distinto l'Indagato del Consiglio seguito in maniera goffa e ridicola dai suoi seguaci con in testa Letizia Moratti. Oggi poi si è toccato il fondo. Il Presidente del Consiglio, colui cioè che ha il compito di governare uno stato democratico europeo, al fine di rimediare voti a Napoli si è lanciato in una promessa che premierà una delle maggiori piaghe relative all'illegalità di quella città. La promessa è quella di varare un decreto per bloccare la demolizione delle abitazioni abusive che in termini di voti sembra che si aggirino intorno alle 60.000 unità. Una vergogna nella vergogna. Porprio in un momento di crisi economica come questo, un periodo nel quale molte famiglie, a causa della perdita del lavoro, si trovano in notevoli difficoltà nel continuare a pagare i mutui accesi per l'acquisto della loro casa, lo Stato premierà chi si è costruito la casa in maniera abusiva. Un vero schiaffo in faccia all'onestà di quella minoranza di cittadini che ancora credono nello Stato e nella legalità. Ma l'aspetto più triste di questa faccenda è stato vedere una platea di persone che, all'annuncio del decreto salva abusivi e raccatta voti, si è messa ad appludire e ad inneggiare al Presidente del Consiglio, il principe dell'illegalità appunto. Il tutto sotto il silenzio assordante dell'opposizione che non ha avuto nemmeno il buon gusto di alzare la voce per mettere a tacere una proposta di tipo mafioso e camorrista, magari per paura di perdere qualche voto. Questa è la condizione in cui versa l'Italia. Un paese divorato dalla crisi economica, dalla disoccupazione, dalla precarietà che non da futuro ai giovani e nel quale si sponsorizza l'illegalità come merce di scambio per ottenere consenso popolare, un paese destinato a morire e a soffocare sotto i colpi di un uomo senza scrupoli disposto a tutto pur di non finire in galera.

lunedì 9 maggio 2011

Un cancro che ormai minaccia il paese

Ormai non è più una questione politica, ma non lo è da tempo e non lo è mai stata. Un'ideale politico si può combattere, si può discutere, con un'ideale politico ci si può confrontare nel reciproco rispetto e soprattutto nel rispetto delle regole sancite dalla nostra carta costituzionale e nel rispetto delle istituzioni, ma con chi fa dell'oltraggio allo Stato, alla Costituzione a tutte le istituzioni, ai propri avversari politici la propria bandiera non c'è confronto che tenga. Ormai da 17 anni il paese è gravemente malato, colpito da un cancro maligno per il quale non c'è cura che tenga, e come i cancri di questa specie, la peggiore, rimane una sola strada da seguire affinché lo stesso sia debellato: l'asportazione chirurgica. Affinchè comunque questo intervento sia efficace è necessario anche asportare tutte le metastasi che sono state generate dal cancro stesso e che non sono poche. Si perchè questo tumore maligno che si è insediato al governo del paese ha provocato molti danni alcuni dei quali assolutamente irreparabili se non con la loro eliminazione. Sono metastasi che hanno invaso molti settori della vita sociale, culturale e perfino sportiva dell'intera nazione, basta vedere l'incredibile coro messo in scena sabato dopo la conquista dello scudetto dai calciatori professionisti, al soldo del cancro, una scena semplicemente vergognosa. Le metastasi si sono diffuse anche fra la popolazione e coloro che ne sono stati colpiti ormai sono stati ridotti ad esseri incapaci di intendere e volere, che si presentano davanti ad un aula di tribunale per inneggiare in favore del cancro stesso e contro coloro che tentano con tutti i mezzi di debellarlo per il bene del paese. Ma sono interventi che non potranno mai arrivare alla soluzione definitiva per la quale non esiste altro mezzo che l'eliminazione fisica come tutti i peggiori cancri, che resistono a qualsiasi tipo di terapia. E' un tumore fra i più pericolosi e gravi che si possano immaginare perchè riesce a soffocare con la violenza le voci di dissenso di quei cittadini che hanno riconosciuto, fin dal suo insorgere, questa terribile patologia che rischia di trasformare uno Stato democratico in un vero e proprio regime al servizio del più pericoloso dei tumori che l'Italia abbia mai conosciuto dopo quello del fascismo. Ormai le terapie tradizionali non sono più efficaci e risultano inutili, come quella messa in atto dal Persidente della Repubblica che ormai ogni giorno tenta con i suoi moniti e con le sue esternazioni di trasformare una massa tumorale maligna in un bubbone innocuo o quanto meno di limitare i danni di questo pericoloso cancro. Inutilmente ormai. Prima che sia troppo tardi e prima che questa grave stato patologico finisca per arrivare alla più alta carica istituzionale dello Stato, è necessario provvedere ed ormai non c'è più tempo per le terapie tradizionali, occore un intervento eneregico e purtroppo anche costoso in termini di sacrifici, ma sicuramente l'unico che sia in grado di riaccendere quella flebile fiammella della speranza che ancora non è totalmente spenta.

sabato 7 maggio 2011

Duello continuo fra le istituzioni ... ma vince l'Indagato del Consiglio

Che Giorgio Napolitano sia insofferente a Berlusconi ed al suo modo di governare è incontestabile, ma questa volta la sua insofferenza lo ha fatto uscire dal seminato. Deve essere una grande fatica per un Presidente della Repubblica che proviene dalla sinistra storica, dal Partito Comunista Italiano, mettere la propria firma sotto i provvedimenti proposti da questo governo. L'ultimo atto in ordine di tempo è stata la nomina dei nuovi 8 sottosegretari ai quali Berlusconi ha concesso responsabilità di governo in cambio del loro voto del 14 dicembre che ha consentito alla maggioranza di rimanere in piedi. Napolitano non aveva modo di bloccare queste nomine e ha dovuto firmare, poi ha esternato la sua disapprovazione in una nota che afferma la necessità di un passaggio alle camere per l'approvazione delle stesse nomine. Una nota priva di senso in quanto la nomina dei sottosegretari non deve essere avvallata dal parlamento e sta nelle prerogative del presidente del consiglio effettuare nomine di questo tipo. Piuttosto il richiamo del Presidente della Repubblica mette in evidenza la contraddizione tutt'ora esistente fra l'attuale legge elettorale e la nostra costituzione. Nel nostro ordinamento è previsto che il Presidente del Consiglio sia nominato dal Presidente della Repubblica e che il governo debba avere la fiducia del parlamento per poeter operare, non esiste nessuna investitura popolare. Con l'attuale legge elettorale di fatto gli elettori scelgono la coalizione che avrà la maggioranza in parlamento, grazie proprio all'assurdo premio di maggioranza, e che poi quindi avrà i numeri per governare. Ora secondo la Costituzione qualsiasi formazione di governo che ottenga la fiducia in parlamento può governare il paese, secondo la legge elettorale, considerato che gli elettori hanno votato una determinata coalizione, qualora questa si sciogliesse sarebbe necessario tornare alle urne. Sta tutta qui la contraddizione di ciò che è avventuo in questi mesi nel nostro paese. Berlusconi ed i suoi compagni di merende che sbraitano contro la volontà popolare, che invesicono contro i ribaltoni, hanno di fatto calpestato questa volontà e messo in atto un ribaltone non da poco. La maggioranza votata nel 2008 di fatto non esiste più dopo l'uscita del gruppo di Fini dal Pdl, ma non esiste più nemmeno il gruppo dei partiti che facevano parte dell'opposizione dopo lo smebramento del Pd e soprattutto dopo la formazione del gruppo dei responsabili, un'accozzaglia di parlamentari che dall'opposizione è passata addirittura ad appoggiare il governo fino a farne parte con le nuove nomine di questi giorni. Insomma la volontà popolare è stata completamente calpestata ed è stato messo in atto un vero e proprio ribaltone, ma il tutto sempre nel rispetto della Costituzione che non impedisce manovre di questo genere. Ecco il motivo forse dell'esternazione di Giorgio Napolitano, ma una esternazione che cadra' nel vuoto soprattutto anche per l'incapacita' della sinistra di mettere in evidenza queste contraddizioni con forza e non sussurrandole e basta.

venerdì 6 maggio 2011

Referendum .... facciamo informazione

Il referendum abrogativo è uno strumento di esercizio della sovranità popolare ed è uno strumento di democrazia diretta perchè permette agli elettori di esprimere direttamente il proprio volere su un tema specifico.
Per poter esprimere un giudizio quanto più consapevole possibile sui temi oggetto di referendum abrogativo è necessaria un’adeguata informazione.
A questo scopo sono state scritte le righe che seguono.
Il 12 e il 13 giugno gli elettori sono chiamati ad esprimersi sui seguenti quattro quesiti referendari:

1) Abrogazione di norma sulle Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di
rilevanza economica.

2) Abrogazione parziale di norma sulla determinazione della tariffa del servizio idrico integrato
in base all’adeguata remunerazione del capitale investito.

3) Abrogazione parziale di norme sulle Nuove centrali per la produzione di energia nucleare.

4) Abrogazione di norme della legge 7 aprile 2010, n. 51, in materia di legittimo impedimento
del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in udienza penale, quale
risultante a seguito della sentenza n. 23 del 2011 della Corte Costituzionale.

1) Con il quesito n. 1 si chiede la cancellazione (abrogazione) dell’articolo 23-bis della legge 133 del 2008, come modificato in particolare dalla legge 166/2009, nota come “decreto Ronchi”, sulla modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica. Il quesito riguarda i servizi pubblici locali di rilevanza economica (acqua, rifiuti, trasporti locali), ad eccezione dei settori esclusi (distribuzione di gas naturale ed energia elettrica; gestione delle farmacie comunali; trasporto ferroviario regionale). Tra i servizi pubblici locali di rilevanza economica c’è dunque il servizio idrico integrato oggetto della campagna referendaria. Esso è costituito dall’insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione di acqua per usi civili, di fognatura e depurazione delle acque reflue.
Per capire meglio la portata del quesito referendario n. 1 occorre ricordare che il servizio idrico
locale è stato di recente interessato da due riforme.

I) La prima riforma, introdotta dalla legge n. 166/2009 (di conversione del D.L. n. 135/2009, cosiddetto “Decreto Ronchi”), ha riguardato le modalità di conferimento della gestione dei servizi
pubblici locali, tra i quali quelli idrici. Non riguarda quindi la privatizzazione delle risorse idriche e
delle infrastrutture idriche che rimangono di proprietà pubblica. La legge 166/2009 ha modificato l’art. 23 bis della legge 133 del 2008. Nella nuova formulazione l’art. 23 bis distingue tra forme di affidamento “in via ordinaria” ed “in deroga”. Le modalità di affidamento in via ordinaria sono:
a) in favore di imprenditori o di società in qualunque forma costituite individuati mediante procedure competitive ad evidenza pubblica (ovvero tramite gara);
b) in favore di società a partecipazione mista pubblica e privata, a condizione che la selezione del
socio avvenga mediante procedure competitive ad evidenza pubblica (ovvero tramite gara), le quali abbiano ad oggetto, al tempo stesso, la qualità di socio e l’attribuzione di specifici compiti operativi connessi alla gestione del servizio e che al socio privato sia attribuita una partecipazione non inferiore al 40 per cento. Sono affidamenti in deroga, dunque eccezionali e giustificati sulla base di “situazioni eccezionali che, a causa di peculiari caratteristiche economiche, sociali, ambientali e geomorfologiche del contesto territoriale di riferimento, non permettono un efficace ed utile ricorso al mercato”e sottoposte ad autorizzazione da parte dell’Autorità garante del mercato;
c) quelli a società a capitale interamente pubblico, partecipata dall’ente locale, che abbia i requisiti richiesti dall’ordinamento comunitario per la gestione in house. Viene poi previsto anche un regime transitorio per i servizi pubblici locali di rilevanza economica a seconda che si tratti di affidamento in house, di affidamenti a società miste e di affidamenti a società a partecipazione pubblica quotate in borsa.

L’art. 23 bis riduce drasticamente, dunque, le ipotesi di affidamento diretto e, in particolare, quelle di gestione in house che sono attualmente quelle prevalenti in Italia, imponendo invece l’affidamento a gara e l’ingresso del socio privato (mediante gara) nelle società pubbliche. Si ricorda, peraltro, che la sentenza n. 325 del 2010 della Corte Costituzionale ha affermato che l’affidamento in house del servizio idrico integrato, come di altri servizi pubblici a rilevanza economica, è invece compatibile con l’ordinamento europeo.
Il fine del quesito n. 1 è di escludere l’applicazione dell’articolo 23-bis (come risultante dalle modifiche della L. 166/2009), che limita, rispetto al diritto comunitario, le ipotesi di affidamento diretto e, in particolare, quelle di gestione in house dei servizi pubblici locali di rilevanzaeconomica (acqua, rifiuti, trasporti locali).

II) La seconda riforma riguardante i servizi idrici è stata introdotta dalla legge n. 42/2010 che ha previsto la soppressione, poi prorogata al dicembre 2011, delle autorità d’ambito (cioè quei soggetti pubblici costituiti tramite convenzioni o consorzi di comuni che hanno il compito di organizzare, affidare e controllare la gestione del servizio) e contemporaneamente l’identificazione di nuovi soggetti cui demandare l’organizzazione e il controllo della gestione del servizio idrico locale. Le Regioni, in assenza di ulteriori indicazioni normative, sono quindi libere di decidere l’assegnazione delle funzioni a Province o comuni oppure a enti posti a livello regionale, o di studiare altre opzioni.

In caso di esito positivo del referendum (quesito n. 1), verrebbe cancellato l’articolo 23-bis della legge 133 del 2008, come successivamente modificato, e si applicherebbe immediatamente nell’ordinamento italiano la normativa comunitaria (meno restrittiva rispetto a quella oggetto del
referendum) relativa alle regole concorrenziali minime in tema di gara ad evidenza pubblica per l’affidamento della gestione di servizi pubblici locali di rilevanza economica.

2) Con il quesito n. 2 si chiede la cancellazione (abrogazione) di un’inciso del comma 1 dell’articolo 154 del decreto legge 152 del 2006 che riguarda la determinazione delle tariffe del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito. Il comma citato attualmente in vigore stabilisce che “la tariffa del servizio idrico integrato è determinata tenendo conto della qualità della risorsa idrica e del servizio fornito, delle opere e degli adeguamenti necessari, dell’entità dei costi di gestione delle opere, dell’adeguatezza della remunerazione del capitale investito e dei costi di gestione delle aree di salvaguardia, nonché di una quota parte dei costi di funzionamento dell’Autorità d’ambito, in modo che sia assicurata la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio secondo il principio del recupero dei costi e secondo il principio “chi inquina paga”. Tutte le quote citate della tariffa del servizio idrico integrato hanno natura di corrispettivo”. A questo proposito, la Corte Costituzionale ha precisato nella sentenza n. 26 del 26 gennaio 2011 che il servizio idrico integrato è un servizio a rilevanza economica, cioè deve essere svolto con metodo economico, ovvero secondo il principio della copertura dei costi mediante i ricavi. Essenziale, quindi, secondo questa interpretazione è la sola copertura dei costi. Pertanto, secondo la Corte Costituzionale, il carattere remunerativo della tariffa, ovvero la remunerazione del capitale investito, non può essere definito elemento caratterizzante la nozione di «rilevanza» economica del servizio idrico integrato.

In caso di esito positivo del referendum (quesito n. 2), verrebbe cancellata la parte“dell’adeguatezza della remunerazione del capitale investito” dell’art. 154 del Decreto Legislativo n. 152/2006, così escludendo che la tariffa sia calcolata anche tenendo conto del profitto del gestore. Rimarrebbe fermo solo il principio della copertura dei costi di investimento e di esercizio, rendendo estraneo alle logiche del profitto il governo e la gestione dell’acqua.

3) Con il quesito n. 3 si chiede la cancellazione (abrogazione) delle norme che permettono la realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare. La sorte di questo quesito è per ora sospesa, dal momento che il Senato ha approvato in data 20 aprile 2011 l’inserimento in un decreto-legge, cosiddetto “decreto omnibus”, di un emendamento col quale verrebbero abrogate tutte le norme oggetto del quesito referendario e farebbe quindi venir meno i presupposti del quesito stesso, ma anche su questo per ora non c’è chiarezza (L’emendamento recita: “al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche, mediante il supporto
dell'Agenzia per la sicurezza nucleare, sui profili relativi alla sicurezza nucleare, tenendo conto dello sviluppo tecnologico in tale settore e delle decisioni che saranno assunte a livello di Unione europea, non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare”). Dopo l’approvazione del Senato, spetta ora alla Camera approvare a sua volta l’emendamento inserito nel decreto, che dovrà poi essere promulgato dal Presidente della Repubblica. Dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, si dovrà esprimere la Corte di Cassazione per esaminare le novità e decidere in merito al quesito referendario sul nucleare. L’ufficio centrale per i referendum presso la Corte di Cassazione potrebbe anche infine investire della questione la Corte Costituzionale. Dunque, per il momento, il quesito referendario sul nucleare resta ancora valido e dipenderà dalla Corte di Cassazione (ed in ultima eventuale istanza dalla Corte Costituzionale) deciderne il destino

4) Con il quesito n. 4 si chiede di cancellare (abrogare) la legge n. 51 del 7 aprile 2010 “Disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza”. Tale legge, costituita da un solo articolo, prevede per il Presidente del Consiglio dei Ministri e per i Ministri che l’esercizio delle attività previste dalle leggi e dai regolamenti (cioè tutte le attività istituzionali), nonchè di ogni attività comunque coessenziale alle funzioni di Governo, costituisce legittimo impedimento a comparire nelle udienze dei procedimenti penali in cui sono imputati. I giudici in base a questa legge sono obbligati ad accettare la richiesta di legittimo impedimento e rinviare il processo ad altra udienza. L’impedimento si applica anche ai processi penali in corso, in ogni fase, stato o grado. La sorte di questo quesito era rimasta sospesa per la sentenza della Corte Costituzionale n. 23 del 13 gennaio 2011. La Corte Costituzionale pronunciandosi sulla legittimità costituzionale della legge n. 51 del 7 aprile 2010, aveva infatti dichiarato, per violazione degli artt. 3 («tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, ...») e 138 (che prevede una procedura rafforzata per l’approvazione delle revisioni costituzionali) della Costituzione, l’illegittimità dell’art. 1, comma 4, della legge n. 51/2010 relativo all’ipotesi di impedimento continuativo e attestato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, e l’illegittimità dell’art. 1, comma 3, nella parte in cui non prevede che il giudice valuti in concreto l’impedimento addotto. A seguito della sentenza della Corte Costituzionale, l’Ufficio Centrale per il referendum presso la Corte di Cassazione ha stabilito, con ordinanza del l febbraio 2011, che il referendum sul legittimo
impedimento debba esser comunque effettuato e il quesito referendario riformulato tenendo presente quanto deciso dalla Corte Costituzionale, ovvero l’illegittimità costituzionale di alcune norme e l’interpretazione di altre norme della legge 7 aprile 2010, n. 51.

In caso di esito positivo del referendum, verrebbero quindi cancellate le norme della Legge n. 51 del 7 aprile 2010 che non sono state ritenute illegittime dalla sentenza n. 23/2011 della Corte Costituzionale.

(a cura di MariachiaraAlberton - Ricercatrice)

Dal voto di scambio al governo di scambio

Nella prima Repubblica (sempre ammesso che sia mai terminata quell'epoca storica e si sia davvero entrati in una seconda fase della storia repubblicana dell'Italia) fece molto scalpore scoprire il così detto voto di scambio. In pratica certi politici promettevano favori di ogni genere a singoli cittadini o a categorie di cittadini in cambio dei voti dei cittadini stessi alle elezioni politiche o amministrative. Una pratica non del tutto illegale che lo diventava quando questi favori erano concessi ad organizzazioni mafiose o camorristiche che pitevano contare su un numero considerevoli di voti grazie ai loro adepti. Ma se non si arrivava a concedere favori che andavano contro la legge, si trattava di una pratica indecorosa e di malcostume. Il politico dovrebbe essere eletto per le sue idee, per i suoi principi, per il suo programma poltico insomma per quello che intende fare una volta eletto come rappresentante del popolo e non tanto per elargire favori a coloro che gli affidano il proprio voto. Purtroppo questa visione della politica e questo concetto di Stato è sempre più utopistico ed anche oggi, che dovremmo trovarci appunto nella seconda Repubblica, troviamo questa pratica del voto di scambio sempre diffusa ma con un salto di qualità rispetto agli anni passati. Dopo tangentopoli e dopo lo scioglimento di diversi partiti il quadro politico cambiò, anche se più nella forma che nella sostanza, e si coniò il termine di seconda Repubblica per indicare un periodo storico diverso nel quale anche la politica avrebbe avuto un ruolo diverso. Poi scese in campo Berlusconi ed allora tutte queste buone intenzioni furono lentamente riposte nel cassetto per dare vita ad una Repubblica per certi versi peggiore della prima. La corruzione fra i politici non è stata debellata ed anzi forse ha raggiunto livelli soperiori a quelli della prima Repubblica, Berlusconi e la sua maggioranza hanno introdotto la pratica delle leggi ad personam fatte cioè per risolvere i problemi di un singolo cittadino che guarda casao è sempre lui l'Indagato del Consiglio, principi e ideali non fanno più parte del bagaglio del politico che dovrebbe presentarsi al cittadino come fautore degli stessi (e questo anche da parte della sinistra o per lo meno di quella sinistra che sta in parlamento), i privilegi dei politici sono aumentati a dismisura allargando il solco che divide il politico dal cittadino normale, e la pratica del voto di scambio è arrivata fino al grado più alto delle istituzioni: parlamento e governo. La legge elettorale attuale concede all'elettore il solo privilegio di votare un partito e non di eleggere il singolo politico ma proprio in virtù di questa legge, il cui obiettivo palese era quello di evitare il voto di scambio (mentre l'obiettivo reale di togliere potere ai cittadini ed aumentare quello delle segreterie di partito), oggi il parlamento dovrebbe essere sciolto in quanto non rappresenta più la volontà degli elettori in virtù dei cambiamenti del quadro politico. Oggi sono presenti formazioni politiche nuove che non esistevano alla tornata elettorale del 2008 e che quindi non avrebbero titolo di stare in parlamento in quanto nessuno le ha votate, e fra queste formazioni alcune che sono nate per dare supporto al governo, privato della maggioranza a causa dell'uscita del gruppo di Fini, in cambio di poltrone all'interno del governo. Ecco qui sta lo scandalo. Il principio dello scambio dei favori ha raggiunto le istituzioni, certo niente di illegale ed anticostituzionale, ma certamente un comportamento che non rispetta la volonta popolare a cui tanto spesso si appella la maggioranza di governo e Berlusconi stesso. Questo è il degrado totale dello Stato, fatti molto gravi e diseducativi per i giovani ai quali viene insegnato prima di tutto che non hanno importanza ideali e principi, ma sopra ogni cosa vale il proprio tornaconto. E' vero non siamo più nella prima Repubblica, siamo nella seconda, ma questa seconda si è collocata un gradino al di sotto della prima per decoro e per prestigio istituzionale.

mercoledì 4 maggio 2011

Ed oggi va in onda un'altra farsa organizzata dal fautore del bunga-bunga

Dopo aver fatto votare al Parlamento che Ruby era la nipote di Mubarak, oggi un altra ridicolizzazione delle istituzioni andra' in onda alla camera con il beneplacito delle opposizioni, Di Pietro escluso. Si perche' oggi si fara' approvare una mozione per autorizzare i bombardamenti dei nostri aerei in Libia, una formalita' considerato che i bombardamenti gia' sono iniziati. vediamo che cosa dice questa mozione di ipocrita e che non potra' mai essere rispettato.
"In accordo con le Organizzazioni internazionali ed i paesi alleati, fissare un termine temporale certo, da comunicare al Parlamento, entro cui concludere le azioni mirate contro specifici obiettivi selezionati sul territorio libico" Come dire, noi facciamo la guerra ma dobbiamo stabilire una data certa entro cui la guerra stessa deve finire. Beh solo degli ignoranti come quelli della Lega e del Pdl possono proporre e votare un simile articolo che di fatto non potra' mai essere rispettato, come d'altra parte gia' comunicato dalla Nato. Si e' mai visto iniziare una guerra con indicata a priori la data di fine ? La guerra si inizia per ottenere un obiettivo, o l'obiettivo si ottiene e la guerra termina o non si ottiene ed ad un certo momento ci si dichiara sconfitti e la guerra termina ugualmente. Non esistono altre opzioni.
"Le azioni mirate comunque debbono attuarsi nel pieno rispetto dell'articolo 11 della Costituzione" Altra ipocrisia considerato che il citato articolo recita che l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli, o si intende sostenere che bombardare il territorio di uno Stato sovrano non e' da considerarsi uno strumento di offesa ?
"Le azioni mirate debbono atturarsi in condizioni di assoluta sicurezza per la popolazione civile e per i nostri operatori" Si sono mai visti dei bombardamenti che siano sicuri per le popolazioni civili bombardate ? e si sono mai viste azioni di guerra in cui i militari che agiscono (denominati in maniera ipocrita operatori) non rischiano la vita e purtroppo non la perdono ? Che cosa fara' il governo quando un nostro militare rimarra' ucciso in un'azione di bombardamento ? Raccogliamo baracca e burattini e veniamo via sbattendo i piedi ?
"Non determinare ulteriori aumenti della pressione tributaria finalizzati al finaziamento della missione" Qui l'arte di prendere in giro il paese e' veramente sopraffina. Per mantenere le nostre missioni di guerra e per non stravolgere i conti Tremonti ha tagliato a destra e a manca, cultura e istruzione in testa. Poi per reperire fondi per la cultura si e' "inventata" in maniera poco originale una nuova tassa sulla benzina, e questa non e' una nuova imposta per finanziare le guerre che contro la costituzione andiamo a fare in giro per il mondo ?
Nelle premesse di questa mozione che insulta l'intelligenza del paese c'e' la sentenza della Corte di Giustizia Europea che ha definito non ammissibile il reato di clandestinita' imposto dalle leggi razziali della Lega, una premessa della quale Di Pietro direbbe "Ma che c'azzecca". Nella mozioni poi si richiama il governo a intraprendere iniziative per superare le criticita' introdotte con questa sentenza, beh basterebbe semplicemente abolire quel reato assurdo.
Bene assisteremo oggi ad un'altra farsa che ridicolizza il parlamento, i cittadini e tutto il paese al cospetto della comunita' internazionale, ma d'altra parte se il paese stesso accetta di essere governato da un teorico del Bunga-Bunga che cosa ci si puo' aspettare di meglio ?

lunedì 2 maggio 2011

Ma è vera vittoria ... ?


La grandezza di una civiltà si valuta anche da come sono trattati i propri nemici. Non mi è mai piaciuta la regola occhio per occhio, dente per dente, soprattutto quando per applicare questa regola si devono sopprimere delle vite umane, qualunque esse siano. Che Bin Laden fosse un essere umano sanguinario ed assassino, un terrorista senza scrupoli, è indubbio ma che per vendicarsi delle suoi attentati e delle innumerevoli vittime che hanno causato, sia stato ucciso insieme ad una moglie e ad un figlio non mi fa gioire come hanno fatto molti americani. Gli Stati Uniti hanno portato a termine la loro vendetta, iniziata da Bush e conclusa di Obama, una vendetta ripagata con gli interessi conasiderato che ad oltre le 3.000 vittime dell'attentato alle torri gemelle dell'11 settembre, si e' risposto con gli oltre 100.000 morti delle guerre in Afghanistan ed in Iraq. E' impensabile che la nazione più potente del mondo, dotata oltre che di un esercito super equipaggiato anche del sistema di intelligence più efficiente del pianeta, abbia impegato ben 10 anni per arrivare a Bin Laden dopo aver scatenato due inutili guerre. La fine naturale e civile di questa vicenda avrebbe dovuto essere la cattura del terrorista islamico, il suo processo da parte di un tribunale internazionale, la sua condanna. Invece si è scelta la strada più barbara e più incivile che mette sullo stesso piano il terrorismo e chi combatte il terrorismo scegliendo però le stesse sue armi. Per questo non riesco a gioire per l'uccisione di Bin Laden ma piuttosto solo a provare un profondo senso di demoralizzazione e di tristezza per una società che non riesce a liberarsi dell'uso della violenza e della guerra come strumento per combattere il male rendendo difficile e molto arduo distinguere il bene dal male.