venerdì 12 aprile 2024
Per la serie tutti i dubbi sul ponte: il progettista dove è ?
mercoledì 10 aprile 2024
Superbonus: l'ennesima ipocrisia del governo Meloni
E' nato il francobollo sul quale sputare davanti
giovedì 28 marzo 2024
Berlusconi continua a fare danni anche da morto
Berlusconi è ormai deceduto ma la sua mano lunga sul governo attuale prosegue soprattutto in tema della giustizia. L'ex cavaliere scese in campo all'inizio degli anni 90 per mettersi al riparo dagli innumerevoli problemi con la giustizia che lui sapeva di avere. Uscito dalla scena politica il suo protettore in pectore, Bettino Craxi, per Silvio non c'era altro modo di evitare la galera che scendere in politica. Una scelta confermata dai suoi governi che più volte sono intervenuti sulla materia giustizia mettendo i bastoni fra le ruote alla magistratura negli innumerevoli processi che si stavano snocciolando. In più occasioni Berlusconi la scampò grazie alla prescrizione evitando di finire in galera. I governi di centro destra accesero lo scontro con uno dei poteri fondanti della democrazia, la magistratura appunto, inventandosi di volta in volta le incriminazioni a orologeria e la presunta persecuzione del cavaliere. Si pensava che con la scomparsa del cavaliere anche la contrapposizione fra magistratura e politica avesse finalmente chiuso la sua stagione, invece Giorgia Meloni, facendo uno dei suoi innumerevoli dietrofront rispetto alle sue politiche da oppositrice ai vari governi Renzi, Gentiloni, Conte, Draghi, ha sguinzagliato il ministro Nordio che ha tirato fuori dal cilindro una delle tante idee berlusconiane: sottoporre i magistrati a test psicologici per verificare la loro sanità mentale. Forse non tutti ricordano ma l'ex cavaliere sosteneva che i magistrati fossero persone antropologicamente diverse e malate. "Per fare quel lavoro devi essere mentalmente disturbato" era la tesi di Silvio Berlusconi. Oggi il governo di destra torna all'attacco dei magistrati e si inventa dei test psicologici per verificare appunto se i magistrati siano "mentalmente disturbati o meno". Si tratta di una delle tante azioni di stampo fascista per mettere sotto controllo tutto lo Stato nel suo complesso e soprattutto nelle sue istituzioni democratiche. Un vero e proprio atto intimidatorio senza precedenti che mira appunto ad allungare le mani su uno dei poteri indipendenti e fondamentali della nostra democrazia. L'ennesima modalità per tentare di instaurare un regime "democratico" sulla falsa riga di quello ungherese di Orban, questa è la vera strategia del governo Meloni. E' poi incredibile che qualsiasi cittadino possa accedere alla carriera politica senza un percorso di studio e formativo adeguato mentre chi prima consegue una laurea, poi fa un corso di specializzazione infine un concorso per accedere alla carriera di magistrato venga poi sottoposto di un test psicologico per accertarne l'eventuale equilibrio psichico.
mercoledì 27 marzo 2024
L'ultima follia della politica italiana: il ponte sullo stretto
lunedì 25 marzo 2024
Dalla guerra per procura alla guerra sul campo
venerdì 22 marzo 2024
Giorgia Meloni: più che un capo di governo, un capo clown
venerdì 1 marzo 2024
Le sorti del pianeta in mano a tre delinquenti di stampo nazifascista
martedì 27 febbraio 2024
La carta vincente del centro-sinistra in Sardegna: Matteo Salvini
Quello che è accaduto in Sardegna con le elezioni del 25 febbraio scorso è in qualche modo assimilabile, se pur in modalità diverse, a quanto accaduto a Conte nel 2019 quando Salvini fece cadere il governo per chiedere pieni poteri. La tanto unità del centro destra si è dissolta in una bolla di sapone grazie all'azione devastante del leader della Lega che si dimostra ancora un volta inaffidabile oltre che inadeguato a qualsiasi carica istituzionale. Il buon Salvini, costretto a rinunciare alla ricandidatura dell'ex presidente della regione Sardegna Solinas per fare posto alle manie di grandezza di Giorgia Meloni, ha giocato un brutto tiro alla coalizione di destra. Grazie al voto disgiunto Salvini aveva lanciato l'ordine: votate per la Lega ma poi non votate il candidato della Meloni, l'ex sindaco di Cagliari Truzzu. Missione compiuta. La coalizione FdI, Lega, FI arriva oltre il 49% dei voti ma Truzzu non va oltre il 45% arrivando dietro alla candidata di PD-M5S che raggiunge il 45,3%. LA prima presidente del consiglio donna affamata di poltrone sbaglia tutto e si prende una bella sberla dal suo alleato-amico Matteo Salvini.
Pd e M5S giustamente festeggiano ma non dovrebbero trascurare questa analisi che nessuno dice apertamente, ma soprattutto dovrebbero tenerne conto chi non ha voluto partecipare a questa coalizione e cioè Calenda e Renzi. I due ex fidanzatini dovrebbero decidere una volta per tutte se stare da una parte o dall'altra pena la scomparsa definitiva dei due giovanotti con i loro partitini personali. Non dimentichiamo anche che i fascisti attualmente al governo sono la minoranza nel paese grazie soprattutto all'astensione imperversante (anche in Sardegna si è registrato un 48% di astensionismo).
domenica 25 febbraio 2024
Vi è chiaro ora il progetto di riforma costituzionale dei camerati meloniani ?
Non è usuale che il Presidente della Repubblica prenda carta e penna per bacchettare nientepopodimenoche il ministro dell'interno dandogli dell'incompetente e, tra le righe, del fascista. Se mai ci fosse ancora bisogno di un segnale di quanto grave e pericolosa sia la situazione del nostro paese con questo governo di destra, eccolo che quel segnale è arrivato. Ed ora è anche chiaro il disegno che sta dietro al progetto di riforma costituzionale di Fratelli d'Italia con l'elezione diretta del presidente del consiglio: eliminare la più alta istituzione della Repubblica italiana, togliendo quei poteri che la Costituzione gli assegna, senza modificare direttamente alcun articolo che riguarda il Presidente della Repubblica. Con l'elezione diretta del premier, con un premio di maggioranza abnorme alla coalizione che sostiene il premier stesso si otterrebbero due risultati: ridurre il parlamento ad un passacarte del potere esecutivo, tagliare al Capo dello Stato le attuali prerogative per non intralciare l'uomo solo al comando, la nomina del capo dell'esecutivo e lo scioglimento delle camere. In pratica si realizzerebbe il disegno di trasformare la repubblica parlamentare in una dittatura democratica di tipo ungherese o peggio ancora di stampo putiniano.
La reazione alle esternazioni del Presidente della Repubblica non sono andate oltre l'eterno vittimismo della maggioranza individuando la responsabilità dei disordini di Pisa nella sinistra fomentatrice della violenza. Per fortuna ci sono le immagini che dimostrano come una schiera di ragazzini delle scuole superiori, a volto scoperto e senza alcun corpo contundente, si stavano pacificamente riversando in Piazza dei Cavalieri con le mani alzate. La polizia si scatenata contro questi minorenni massacrandoli di botte senza alcuna ragione a dimostrazione dell'incapacità di far fronte ad un situazione che era estremamente pacifica. Qualcuno tende a minimizzare l'accaduto ma gli episodi di violenza da parte delle forze dell'ordine sono talmente numerosi che resta difficile non pensare ad una strategia studiata a tavolino dalla destra di governo. Quella destra che affonda le proprie radici proprio in quel periodo buio della storia del nostro paese che si chiama fascismo.